28 - Tempo al Tempo

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Tempo al tempo.
Quella frase era una di quelle che ripetevano continuamente a Beatrice.
Da bambina le dicevano di aspettare ad aprire i regali di Natale, e di non andare sempre a sbirciare.
Da ragazza le dicevano di aspettare, che qualcuno l'avrebbe capita, doveva solo aspettare che il tempo l'aiutasse e le facesse trovare le persone giuste.
Ora Beatrice sentiva quella frase, ma se la ripeteva da sola.
Aveva odiato come la morte quelle 3 parole, ma dopo anni era lei che le diceva per infondere calma al suo cervello estremamente pensieroso.
Ora quel Tempo al tempo le serviva per la vita.
Aveva voglia di emergere, di strafare, di essere anche lei notata, di avere il suo posto nel mondo e di contribuire allo sviluppo di esso.
Il risultato di quel concorso la stava consumando.
Sapeva non fosse una carica così elevata da essere addirittura così impaurita e in ansia, ma Beatrice aveva dentro di sé ancora quel vuoto e quella paura di fallire.
Da ragazza non era così circondata da tante persone, e le poche spesso erano false, perciò per cercare di non sentirsi sempre così inferiore vedendo sempre gli altri circondati da migliaia di persone si buttava a capofitto nello studio.
Era l'unico modo per non sentirsi così sola, così inutile, per sentirsi almeno qualche volta brava in qualcosa.
Perciò per lei quel concorso era importante.
Per far capire alla lei bambina che quel Tempo al tempo serviva davvero a qualcosa come le dicevano.
Per far capire alla lei ragazza che non era così una delusione come pensava.
Per far capire alla lei quasi donna che effettivamente era riuscita a spuntare almeno uno dei suoi obbiettivi.
Aspettava e aspettava.
Sempre però circondata dal suo Andrea.
"Bibi smettila di viverla così male, in questi giorni ti vedo troppo stressata e ansiosa, non ti fa bene"
"Lo so, ma non riesco a non esserlo".
"Stacca la testa, appena arriverà ci penseremo, ma così stai malissimo continuamente"
"Non so come non pensarci".
Così Andrea si rese utile per farla rilassare.
Incominciò ad accarezzarla lentamente.
A farla sentire calma, a casa.
E Beatrice non poteva far altro se non come sempre lasciarsi andare al tocco del ragazza di cui era completamente persa.
Era davvero fottuta se Andrea era in grado di aiutarla e "condizionarla" in quel modo.
Andrea non poteva che sentirsi appagato vedendo la reazione della ragazza.
Così sul suo volto spuntò un sorriso più che soddisfatto.
"Mhmh mi sa che qui qualcuno ti aiuta molto"
Beatrice così decise di continuare il botta e risposta continuo fra i ragazzi.
Non gliel'avrebbe data vinta facilmente.
"Mhmh mi sa che hai sbagliato persona fra le due"
Ma il sorriso sornione sul voto del corvino si ingradì per quanto ancora possibile.
"Forse pensi che io non sia così attento, ma il tuo corpo dice il contrario della tua bocca"
E Beatrice lo guardava stranita, non capendo a cosa facesse riferimento.
"Non capisco proprio di cosa parli mago magico"
"Ah no?"
"Proprio no"
"Forse dovrei farti notare le tue guance arrossate o i tuoi brividi sulle braccia, o forse il tuo corpo completamente rilassato su di me?"
Beatrice era stata colta in fragrante.
1-0 per Andrea.
Non potendo controbattere ed essendo stata completamente presa alla sprovvista dalle parole del ragazzo, nascose il viso fra le sue mani per non far vedere il suo rossore che era aumentato.
Nel mentre cercava anche un modo di vendicarsi e di fare un agguato al ragazzo.
Andrea vedendo la reazione della ragazza iniziò a ridere.
"Ti tocca darmi ragione"
"Mai, sei solo un coglione ricordatelo"
"Sei brava a parlare, un po' meno a fingere, amore"
"Parli come se tu non fossi messo esattamente come me"
"Forse perché non è cosi"
"Sei così sicuro?"
"Più che sicuro" disse Andrea, aggiungendo anche un occhiolino.
Ma Beatrice non si sarebbe arresa così facilmente, avrebbe semplicemente rimandato la sua vendetta.
I due stavano ridendo quando il telefono di Beatrice si era illuminato.

Da: Benny☆♡♡
Bea ho la tua mail, ricordi?
Comunque è arrivato il risultato del concorso.

E Beatrice era andata completamente in ansia.
Andrea leggendo i messaggi le accarezzava il braccio cercando di farla calmare.
"Dai a me, vedo io e ti dico"
E così Beatrice in silenzio aveva semplicemente dato il suo telefono al corvino, che aveva aperto l'app delle mail, per leggere l'ultima.
Sul suo viso non una singola espressione.
Impassibile.
Ciò preoccupava la ragazza, che pensava che non ci fossero buone notizie.
"Allora? Andrea dimmi, aumenti solo la mia ansia con il tuo silenzio"
"Bea giuro che ti uccido"
"E perché mai?"
"Stavi quasi morendo quando hai fatto il punteggio massimo senza nessun tipo di errore"
Così la ragazza gli era saltata addosso.
"Brava brava" aveva semplicemente detto il corvino abbracciandola.
Poi l'aveva coccolata un po fra le sue braccia.
"Lo sai che non devi mai dubitare di te stessa, sei una persona bellissima, ma soprattutto sei davvero intelligente, non mettere mai in dubbio le tue capacità".
"Grazie Andre, da quando ti conosco mi amo un po' di più".
Gli occhi di Andrea si illuminarono.
Quelle parole l'avevano fatto gioire.
Non si era mai sentito così importante per qualcuno, e non poteva che essere felice che per la prima volta la persona fosse Beatrice.
"Mi hai reso felicissimo con queste parole".
La corvina alzò solo le spalle.
"È quello che penso davvero rincoglionito, sei stupido ma purtroppo devo ammettere che mi fai bene al cuore"
"Ohoh forse stai ammettendo quello che ho detto prima? Ho sentito bene?"
"Non potrò mai darti una soddisfazione del genere, quindi hai sentito malissimo"
Andrea aveva riso animatamente.
Beatrice vedendo il ragazzo così convinto aveva deciso che quel momento sarebbe stato quello giusto per vendicarsi finalmente.
Si era avvicinata e si era messa nell'incavo del collo del ragazzo.
Lui pensava che fosse un caso che si fosse messa proprio lì, forse un semplice modo per nascondere il suo imbarazzo.
Ma non aveva capito le intenzioni di Beatrice.
La ragazza gli lasciò vari baci quando meno se lo aspettava.
Spuntarono vari grividi sul collo di Andrea.
"Maschio alpha forse anche tu sei fottuto"
E Andrea colto alla sprovvista apriva bocca cercando le parole migliori.
1-1 palla al centro.

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