5 ANNI DOPO
Erano davvero passati 5 anni.
Beatrice ed Andrea avevano una bellissima bambina di appena 4 anni, di nome Rebecca.
Era stata una sorpresa improvvisa, lo sappiamo.
Durante la gravidanza i problemi non erano stati pochi, ma l'ansia e le paure erano ancora più grandi dei problemi.
Ma nonostante tutto, Rebecca era l'amore più grande per i propri genitori.
Beatrice era innamorata della sua bambina.
Inizialmente non era stato facile conciliare il lavoro, la bimba e la propria vita sociale, ma amava così tanto sua figlia che non avrebbe mai pensato di fare altro.
L'aveva amata già da quando aveva sentito il battito del suo cuore durante un'ecografia.
Ma l'aveva amata ancora di più quando l'aveva stretta per la prima volta nelle sue braccia.
Non aveva mai provato così tanto amore, e poteva affermare che nonostante tutto il dolore e la fatica, quello era il regalo più bello che la vita potesse farle.Andrea, come Beatrice, era perso della sua bambina.
All'inizio aveva una terribile paura di non essere un buon padre.
Di non essere in grado.
Ma già da quando la bimba era nella pancia si sentiva legato come non mai a sua figlia.
Alla sua nascita aveva pianto.
Qualcosa di non così scontato per un ragazzo come Andrea, che non tendeva mai a mostrare le sue vere emozioni, poiché doveva necessariamente sentirsi forte.
Aveva stretto nelle braccia sua figlia, e da quel momento non l'aveva mai lasciata.
Si divertitevi così tanto a farla ridere, a farla giocare.
Beatrice era quella più severa, lui tentava di essere l'equilibrio perfetto.
Vedere il suo capolavoro lo faceva sentire ogni giorno sempre più appagato.
Era così contento che il destino avesse messo ciò in serbo per lui.
Da quel momento era terribilmente maturato.
Certo era ancora un po stupido, ma i suoi sentimenti erano maturati, il suo senso della responsabilità era molto aumentato.
Quella bimba l'aveva davvero migliorato.Il gruppo funzionava alla grande.
Erano spesso in giro per l'Italia, con i loro successi.
Il bnkr44 era amato proprio come anni prima.
Le persone erano sempre lì in transenna, a cantare con loro, a urlare e a piangere.
Le emozioni erano sempre le stesse.
I ragazzi che si sentivano capiti in quelle canzoni erano sempre gli stessi.
Ogni concerto era una bomba di emozioni nuove.
Adrenalina.
Malinconia.
Tristezza.
Gioia.
Equilibrio.
Questo poteva essere definito un concerto del collettivo.I ragazzi, dal punto umano, si volevano ogni giorno sempre più bene.
Erano ancora 6 fratelli, cresciuti insieme.
Condividevano insieme la maggior parte del tempo.
Erano sempre li insieme, sia nello studio sia nella vita comune.
La cosa incredibile è che dopo anni erano ancora capaci di leggersi dentro, di calmarsi a vicenda.
Erano l'uno la parte complementare degli altri.
Erano le loro anime gemelle in amicizia.
Erano uniti dalla musica, ma quello che gli legava era molto di più.
Erano anni passati insieme.
Adolescenza insieme.
Esperienze insieme.
Insomma si erano salvati l'un l'altro.
La cosa divertente è che si salvavano ancora dopo anni.
Cercavano sempre di far ragionare l'altro.
Era davvero un legame indissolubile.
Il loro rapporto era il vero significato di amicizia.I 5 ragazzi erano dei perfetti zii per Rebecca.
La viziavano e la facevano sempre ridere.
Zio Duccio le faceva sempre disegnare e Rebecca si divertiva tantissimo con lui.
Zio Dario si faceva aiutare da lei per fare le migliaia di tinte, e le faceva sempre il solletico, cosa che la bimba odiava.
Zio Jack era il più pazzo di tutti, le faceva sentire la musica, e la faceva girare in aria ogni volta che la vedeva.
Zio Pietro era innegabilmente il preferito di Rebecca, ma non l'avrebbe mai ammesso. Ogni volta che lo vedeva rideva come non mai. Con lui giocava sempre a nascondino.
Zio Marco era il più divertente. Le faceva vari scherzi, e le aveva già insegnato a tenere la chitarra, o almeno, ci aveva provato. Diciamo che aveva in programma di insegnarle anche a suonare il basso e a giocare a scacchi, ma a questo ci si pensava in futuro.Beatrice e Benedetta erano ancora migliori amiche, anzi ancora più di prima.
Erano legate come due bambine, e soprattutto, erano legate fin da bambine.
Il bene che si volevano era inspiegabile.
Erano l'una la spalla dell'altra, e quando una aveva anche un minimo problema, continuava a correre dall'altra.
Erano davvero inseparabili quelle due.
Benedetta è ancora molto contenta di aver convinto l'amica a ritornare a Villanova qualche anno prima.
Guardando tutto ciò che avevano costruito insieme, non può che sorridere.
Erano complementari, le uniche ad essere sempre rimaste.
Perché in un mondo di amicizie false, Beatrice e Benedetta erano l'eccezione.Benny ora era anche una zia a tempo pieno, con Pietro.
Rebecca era innamorata di Benedetta, e affermava fosse la sua migliore amica, spesso finendo per litigare ironicamente con sua madre.
Zia Benny era la zia migliore del mondo per la bimba. Le faceva sempre tanti disegni, con l'aiuto di zio Duccio, e le regalava migliaia di abbracci.
Con lei giocava con le Barbie, oppure giocavano a cucinare.
Speso quando Beatrice era a lavoro o aveva vari impegni, Benedetta teneva volentieri Rebecca.
Entrambe si volevano un bene dell'anima.
E, anche se non l'ammette, anche la bionda si era da subito innamorata di sua "nipote".
Si sentiva così legata a lei, che affermava che "nessuno le avrebbe mai dovuto toccare la sua bella nipotina".Infine Beatrice e Andrea.
Era ancora Andrea e Beatrice.
Si erano amati ancora di più, ogni giorni di più.
Con la nascita di Rebecca erano ancora più innamorati.
Sicuramente le incomprensioni non mancavano, ma tutto era ancora risolvibile.
Quanto amore si erano scambiati, quanto amore continuavano a scambiarsi.
Beatrice era contenta di essersi fidati di Andrea, di essere tornata a Villanova, di averlo spesso anche perdonato.
Andrea era contento di aver messo da parte il suo scudo da cattivo, e di aver favorito i sentimenti di amore.
Avevano imparato ad amare insieme.
Perché amare non vuol dire solo passare momenti di gioia insieme, ridere e scherzare, condividere momenti di felicità a vicenda.
Amare significa esserci nei momenti di difficoltà dell'altro, amare vuol dire passare momenti di crisi, ma superarli, amare significa aiutare l'altro, amare significa spesso volere più bene all'altro che a te stesso.
E questo Andrea e Beatrice l'avevano imparato.
L'avevano imparato fin troppo bene in quei 7 anni insieme.
Erano stati capaci di andare contro tutti e tutto, ma erano ancora lì, l'uno stretto fra le braccia dell'altro.Erano a Parigi, per un concerto.
Avevano lasciato la bimba a casa dei nonni per un paio di giorni.
Una sera erano usciti da soli, senza gli altri.
Si trovavano sotto la Torre Eiffel illuminata.
"Guarda che bella" aveva detto la ragazza.
"Mhmh" aveva detto Andrea, guardandola sorridendo.
"Stupido"
I due erano scoppiati a ridere.
Mentre la ragazza era intenta a guardare quella bellezza, e le migliaia di persone presenti li a osservare quel bellissimo paesaggio, non si era resa conto che Andrea si fosse inginocchiato davanti a lei.
Appena si era girata, l'aveva trovato lì, con un anello in mano.
Beatrice aveva poggiato la mano sulla bocca, per lo stupore.
"Mi vuoi sposare?"
La ragazza era scoppiata in lacrime.
"Si"
Poi si erano baciati.
"Ti amo da morire Andrea".
"Morirei per te Bibi"Fine♡.
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moto blu - faster (bnkr44)
RomanceBeatrice è di ritorno a Villanova, dopo un fallimentare trasferimento a Milano, che l'ha completamente distrutta. Andrea è alla rincorsa del suo più grande sogno, fare musica, e sembra essere sempre più vicino a realizzarlo con i suoi amici. Lei da...