2-Na questione e'sguard.

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Finalmente, le lezioni sono terminate.

Che noia!

Dovrei tornare a casa ma non ne ho voglia, non trovo assolutamente nessuno, perché tutti sono coinvolti nel loro egoismo personale.
Mia madre, è un'infermiera, si occupa più dei figli degli altri, che di me medesima e mio padre, è un cardiologo cerca di far battere cuori ma con la sua indifferenza e le sue botte ferisce costantemente il mio.

Mio fratello?
Vi ho già detto che è solo un puttaniere?!

Per questo, vado dritta spedita, in conservatorio, la musica per me, è il modo di parlare in una maniera differente.

Non pranzo, non ho fame, ho bisogno di amore, e il cibo non può colmare il mio vuoto.

Alessandro, sei fiero di me, da lassù?

Lo so, sbaglio, la mia alimentazione non esiste, ma finché mi batte il cuore, le nocche mi bruceranno sempre, perché tutto per me è autodistruzione.

Non mangio quasi nulla, apparte una barretta proteica al giorno.

Se tornassi a casa, dovrei cucinare.
Per chi, per cosa?
Sono sola, mi sento sola e forse morirò da sola.
Non serve che io cucini, la famiglia è casa, unione e armonia, e in quel castello lussuoso, non c'è nulla, di tutto questo, nemmeno un granello di sabbia e solo la proiezione del nulla mischiato col niente.

Il mio fisico, però non aiuta a mentire alle mie migliori amiche, sono costantemente pallida e mi si vedono le ossa.

Che fa?
Non piaccio nemmeno a nessuno, vuol dire che devo cambiare, annietarmi per poter raggiungere il mio aspetto migliore.

Chi tengo qui?
Nisciun!!!

Sono entrata in casa, e il rumore è assordante, si vedono solo le tende delle finestre svolazzare ad ogni soffio di vento, si ode il rumore fastidioso della lavatrice in funzione e il tichettio ritmato dell'orologio, che scandisce un tempo tedioso e infinito.

Esco velocemente di casa, non riesco a sopportare l'idea che non la senta mia.
Casa mia, il mio rifugio è il conservatorio, a cui come sempre arrivo mezz'ora prima dell'orario stabilito.

Cantare e suonare, libera e spazza via come una spugna, tutti i miei brutti pensieri.
Per qualche minuto, Alessandro è vivo.
I miei genitori sono con me, a casa a spendere del tempo con me, anziché lavorare tutto il giorno e per Vincent mio fratello, non sono una nullità.

I miei genitori, non ci hanno mai fatto mancare nulla economicamente parlando, ci hanno sempre riempito di regali materiali ma mancando tutto il giorno, alla fine ci sono mancati proprio loro.

Chissà se hanno mai preso quel pirata della strada, mio fratello è morto innocentemente!

Motivo per cui, non credo nella reintegrazione dei criminali, dei detenuti, non è vero che non sanno quello che fanno, lo sanno eccome, altrimenti non agirebbero in quel modo!

Alla fine di questa interminabile giornata, mi mangio la seconda barretta proteica della giornata, provo a studiare Manzoni e le funzioni matematiche, per poi crollare in un sogno fatto di margherite e Alessandro.
Ci siamo noi, e le interminabili maratone alla TV!

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Il tempo trascorre lento, in maniera estenuante per me Ciro Ricci, che sono una persona iperattiva dinamica, questa condizione è una tortura.
Tra pranzi, cene, con cibo che è na munezz, cella che è una cappa vivente di fumo, sala comune a cui devo vegliare a sti quatt sciem e campetto, dove piomba sulla testa o'sol, pozze ricer ca viver accussì è na chiavc!

La mia consolazione?
Arriverà a giorni, in mezzo a quei viziati, figli di papà, con la puzza sotto il naso, che non sanno cosa vuol dire trasgredire, non sentono l'adrenalina di fare atti illegali, l'unica illegalità che avranno commesso, e non aver studiato per il giorno seguente a scuola.

 CIRO RICCI. 𝐓𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐢𝐞𝐥𝐨 è 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora