16- Complicità rara.

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<<Finiscila, con queste moine.
Rifletti su quello che fai.
Ti comporti come una Bestia, e le favole non hanno nulla a che fare.>> dico con tono sicuro, evitando che lui possa influenzarmi con la sua aurea da angelo dannato.

La verità è che lui non è comune a niente, di quello che ho conosciuto fin a questo momento.
È pieno di dettagli le labbra perfette e morbide, i capelli perfetti color nero seta,
la pelle che si vede attraverso la T-shirt Versace con scollo a V, mi fa venire i brividi, e quella voce, Dio, oh meglio, Diavolo quella voce!
Sono persa nei suoi occhi, e non riesco a farmene una ragione, lui sorride, si arrabbia, mi scruta come se fossi l'ultimo cioccolatino in scatola, ed io faccio, il giro della Terra, in trenta secondi.

<<So na Bestia, eh?
Sintimm la strunzat, della principessì?>> dice con tono tagliente, occhi adirati che esprime la sua rabbia velata.

Ma io ho ragione, non può non avere fiducia di me, con questo mi sta paragonando ad una persona che non dà valore a quello che dice e ai miei atteggiamenti sinceramente premurosi per lui.

Come se lo facessi con tutti i detenuti, non sono mai andata oltre la lezione didattica con nessuno, solamente con Nadizta e Silvia, ma non conta, con lui sono arrivata a promettere sinceramente di non praticarmi autolesionismo.

<<E poi non sono un oggetto di tuo possesso, non abbiamo una relazione amorosa, forse una pseudoamicizia ma questo non ti autorizza a picchiare qualcuno.>> Alzo la voce, per farmi sentire e farmi valere, forse come mi ha insegnato lui.

Faccio una pausa, piango per il nervosismo, me ne accorgo quando una lacrima fredda solca il mio visetto acqua e sapone.

<<Ogni giorno lo vessate.
Vuoi ucciderlo?>> grido, nervosa e sull'orlo di una crisi di ansia.

Lui è evidentemente sorpreso in viso e forse triste, per il mio stato emotivo ma allo stesso tempo incazzato, nessuno gli ha mai mancato di "rispetto" come sto facendo evidentemente, io.

<<O chiattill!
O chiattill!>> urla, evidentemente arrabbiato, mentre sgrano gli occhi per il timore che possa farmi qualcosa o possa succedere qualche tarantella con le guardie.

<<È chist o'problem, t dispiac cchiù ro chiattil, vatten addù iss.
Nu te fott nient è me!
Nisciun te ferm principè.
Tin cchiù feeling, sit tal e qual.
E po rice ca song nu mostr, nu criminal, nu cammorist, na Bestia.
Vai da lui, vai.>> dice sbattendomi al muro, per poi tirare un forte pugno in quella parte della parete adiacente al mio capo, facendo una crepa grande quanto una voragine, quella che
abbiamo entrambi dentro di noi.

<<La verità?
Sei tutto fumo e niente arrosto.
Mi hai offeso, oltre a fare cose che non dovresti fare.
Di questo passo, un permesso l'ottieni nel duemilamai.
Mi hai offeso, e non te ne rendi conto.
Pensi che io abbia lo stesso atteggiamento con tutti, questo perché mi paragoni a tutte, vuoi solo entrare tra le mie gambe, come mi ha detto Silvia!
E ti prego, non farmi del male né fisico e né mentale.
Non me lo merito.
Lasciami andare.>> lo prego, con gli occhi rossi, le guancie scavate e le lacrime che cadono come cascate sulla mia pelle bianca e delicata.

In questo momento, io ho capito.
Mi piace Ciro.
Da morire o da vivere.
Credo di essermi innamorata di lui, fin dal primo battito di ciglia.
Non so spiegare benissimo, il motivo ma dal primo momento e all'improvviso.
A volte, accade che gli occhi di una persona, non si limitano a vedermi ma a guardarmi, assorbendomi, introducendomi,  in un tunnel in cui posso soltanto abbracciarmi alla vertigine, per non rimanere così...scoppiata al cuore all'improvviso e delusa.

Ciro sembra vedermi più che guardarmi, si morde il labbro nervoso, e sul viso pare abbia scritto stai dicendo una stronzata.

<<Me staje ricenn ca sta succeren stu bordell, pecché piens ca ij vogl sta sulament miezz e cosc tuoi?>>

Afferra il mio viso tra le mani, mi guarda attentamente spostando le iridi da destra a sinistra.

<<Ho ragione.
Devi ammetterlo che hai sbagliato, tu!
Che anche i Boss, sbagliano.
Certe intese, quella che abbiamo noi, non si hanno con chiunque, non si possono spiegare, vanno oltre ogni logica, classe sociale e passioni in comune.
Attraversano l'anima, disordinano la mente.
Ma tu mi hai offeso, evidentemente non è il nostro caso.>> dico cercando di andare via ma lui mi ferma come sempre.

<<No, che sfaccime nu tiene ragione!
Temo che ti puoi trovare meglio cù iss!
E po sì vogl sta miezz e cosc tuoi.
Nu ne na novità.
Nu fa a sceme, ossaje pur tu.
Me faje ascì pazz.
Ma ossacce ca si na guagliona seria.
E mi interessa ca tu staje buone ca dint, for pure, ma semb cù me.>>

Sono letteralmente sorpresa, certo che non mi aspettavo di essere un soggetto dei suoi desideri.

Tremo, perché improvissamente mi volta, e mi blocca le braccia, dietro la mia schiena, è un folle,  ci avviciniamo ad un muretto da cui si intravede il mare.
Mi accarezza i polsi, non ci guardiamo negli occhi, perché entrambi stiamo guardando l'orizzonte che delimita il mare cristallino, in lontanza.

Poi scioglie le mie mani, e lentamente, mentre io gli dò la schiena, inizia a baciarmi ogni cicatrice presente sui polsi, chiudo gli occhi e non riesco a non emulare un sospiro di emozione.

<<Un giorno ti porterò al mare.
Questi segni saranno solo un brutto ricordo.>> sussurra, cercando di parlare in italiano.

<<Ma questi segni bruceranno a contatto con l'acqua salata.>> affermo, con gli occhi chiusi.

<<Io ti voglio guarire, t'agge ritt ca te salv.
Te vogl salvà.
Ma tu salvà pur a me.>> mi dice, mentre mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Mi giro, apro gli occhi e non posso fare a meno di sorridere.

<<Tu stai calmo, così hai un permesso e ci andiamo al mare.>>

Mi abbraccia, appoggio il capo sul suo addome marmoreo.

Ci siamo solo noi e per il momento il mare all'orizzonte.

<<Ma non è un primo appuntamento.
In quel caso devi impegnarti.>> dico, sorridendo, mentre gioco con il ciondolo del suo Rosario Protettivo.

<<Ij so Ciro Ricci.
Amo fare le cose per bene.
Tu nu te preoccupà.>> mi dice mentre mi alza il mento, sorride, per poi lasciarmi un bacio fra i capelli.

 CIRO RICCI. 𝐓𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐢𝐞𝐥𝐨 è 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora