22- Altrimenti non saresti venuta.

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Come immaginavo, è un tranello in quanto Ciro essendo in isolamento non può fare nessuna attività ricreativa.

Scendiamo innumerevoli scale, come se andassimo in un sotterraneo.

Di Cardiotrap in parte mi fido, è un tipo ambiguo e misterioso, e non ho ancora capito se faccia parte dei buoni o dei cattivi.

<<Gianni, giusto?
Si può sapere dove mi stai portando?
È un tranello vero?>> chiedo in apprensione.

<<Addà sta tranquill.
Nu te vogl accire, nu me ne fott nient e te.>> dice annoiato, per poi girarsi e mettermi una chiave nel palmo della mano.

<<Tras, e nu fa domand.>>

Scompare furtivamente e a me, non resta che aprire questo grande cancello, per capire il motivo per cui sono finita nella parte più bassa del carcere.

Ci sono innumerevoli stanze, minuscole, con un cancello che le richiude.

<<C'è qualcuno?>> chiedo titubante e sentendomi un tantino ridicola, nel parlare al vuoto.

<<Principè!>>

Quella voce profonda, proviene da una delle celle.

È Ciro, per fortuna!

<<Ciro?!?>> chiedo retorica.

<<Eh cert, piccolì, sto cca.>> mi dice, affacciandosi alla ringhiera della cella.

<<Ciro, come stai?>> chiedo spontaneamente.

<<Mo ca te vec, sto buone.>> mi dice allungando, una mano oltre le inferriate.

Io gli accarezzo il dorso della mano, sorridendo timidamente.

<<Chill sceme, T'ha fatt coccos?>> mi chiede subito, senza troppi giri di parole.

<<No, si è trasferito in un'altra scuola.>> affermo, guardandolo negli occhi, per infondergli fiducia.

<<Omme e niente!>> afferma arriciando il naso.

<<Infatti.
Ma c'è il tuo zampino?>> chiedo con sospetto.

<<No, ma se potessi lo avrei minacciato di cambiare scuola.>> mi mente, lo avverto ma non importa, non voglio litigare.

Non adesso, ho bisogno di vederlo, anche se siamo due caratteri opposti.

Improvissamente, lo guardo preoccupata, perché un timore appare nella mia testa.

<<Quando esci dall'isolamento, Cì?>> chiedo con ansia.

<<Nu sacc, principè.>> mi risponde sinceramente.

<<Non è che ti allungano la pena o peggio ti portano dagli adulti?>> chiedo nervosamente.

<<Che rice, principè?
Esc prest, pecché teng a te e Napule ca m'aspettene.>> mi rivela, sorridendo.

Non ci credo, che io abbia fatto innamorare un ragazzo come lui.
A volte, penso di essere in un sogno e che prima o poi la sveglia suonerà, rivelando l'inizio di un nuovo dì.

Sorrido anch'io, di vero cuore.

<<Cì comportati bene, veramente.
Non voglio snaturarti, voglio solo che esci presto.
Voglio davvero il meglio per te.>> dico sinceramente, mentre tento di nascondere i miei polsi, con infinite cicatrici che paiono delle costellazioni stellari di sogni infranti.

<<Abbi cura di te stessa.
Nu te preoccupà è me.>> afferma, serio come se volesse comunicarmi con lo sguardo, che è arrabbiato.

Pare che abbia capito abbastanza, il male fisico che mi sono inflitta.

<<Vie cca.>> mi dice minaccioso.

Non mi ha mai parlato così.

<<No, non voglio.>> dico con tono petulante.

<<Ossacc ca l'ha fatt nata vot.
Ma perché?
Sei una dolce creatura, non meriti del male.>> mi dice sinceramente.

Lino, apre la cella e lui, mi afferra le braccia rapidamente.

Controlla le ferite, e poi nevroticamente mi prende il viso tra le mani, confrontando il dolore fisico anche dello schiaffone di Riccardo.

Chiudo gli occhi, sono preoccupata e penso al peggio.

Invece, devo dire che ricevo un bacio a timbro sulla bocca.

<<Deve andare dalla direttrice.>> afferma Lino, separandoci.

<<Ce verimme arop.
Core mi.
E ricordarti sì sul a mij.>> mi dice, mentre usciamo da quel sotterraneo.

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Entro dalla direttrice, mi siedo a gambe divaricate, inizio ad adularla e dirle di essere una bella donna.

<<Sì basta Ciro.
Non è questo il punto.
Volevo dirti che ho un comunicato da leggerti.>>

Mi si gela il sangue.
Poggioreale, spero proprio sia solo un'opzione lontana.

Spazio autrice.
Ciao buona domenica.
Come state?
Cosa deve rivelare la direttrice?
Grazie a chi mette mi piace, commenta e spero emozioni.

FrancescaAutrice ❤️

 CIRO RICCI. 𝐓𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐢𝐞𝐥𝐨 è 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora