Dopo aver studiato la divisione in sillabe, con le ragazze Silvia e Nad, quest'ultima mi ha riferito che quella è l'ora esatta per il relax, in sala comune.
Stiamo camminando a passo felpato per i corridoi, quando udiamo la voce di un ragazzo, in napoletano, sicuramente un detenuto.
<<Nadì e nu c'è la presenti, sta bella nennella?>> urla, il ragazzo dagli occhi verde smeraldo, e i capelli rasati in maniera buffa e strana.
Nad, è irritata, sbuffa e un ricciolo rosso svolazza.
Subito, arriva una risposta molto pesante e già temo di trovarmi in una situazione scomoda.
<<Edoà ma nu te faje schif, tieni na mugliera e staje aspettan nu creatur.>>
Non riesco a comprendere benissimo la lingua napoletana, in quanto a casa mia, è assolutamente vietato e anche se volessi andarci a senso, Nad ha un flow per nulla invidiabile ad Eminem.
<<Pccrè, sei senza parole?
Osacc è chist l'effett ca fa.>> afferma un biondino, dagli occhi azzurri intenso e l'attitudine da pazzo.<<Non cerco relazioni, sono qui per esservi vostra amica e insegnarvi qualcosa.>> dico titubante e mi becco solo un'infinità di risate denigratorie.
<<Ah allora parl e che bella vocc ca tien!>> Dice avvicinandosi, Edoardo mentre indietreggio spaventata.
<<Grazie ma non servono i complimenti.>> dico abbozzando un sorriso falsissimo.
Il ragazzo, mi fa il baciamano, che io ripulisco, inorridita e timorosa del contatto fisico, con la manica della mia felpa.
<<Ij so Edoard e chist è Pino!
Tu comme te chiamme?>>.<<Sono solo una ragazza che vi aiuta nelle attività e a voi non interessano, di conseguenza non serve dirlo.>> dico offesa, in una voce che risuona fredda e antipatica.
Nad, mi aspetta e la seguo, fiera di aver cacciato le palle, per la prima volta nella mia vita, senza un attacco di panico, una crisi di pianto o un atto violento irrecuperabile.
Dopo Silvia, mi guarda comprensiva e Nad, inizia a sproloquare.
<<Dico a te, chill so gente pericolosa, pe piacer nu dà conferenze.>>
<<Hanno ucciso per stare qua?>> chiedo innocentemente.
<<Anche.
Ma sei di Napoli o no?>> mi domanda, stizzita Nadizta.<<Certo ma non parlo molto il dialetto, esco di rado, e non mi fanno mai uscire da sola o fuori il Vomero e Posillipo.>> rispondo timorosa.
<<Stamme appost, ca dint nu dur, devi essere meno classista.
Io cercherò di parlare l'italiano o scandire bene le parole in dialetto.
Ma t'addà scetà.
Se no fai la fine ro chiattil!>> Dice ovvia, come se fosse tutto normale,il filo e la logica del discorso.<<Chiattillo?
Un pidocchio?>> chiedo stranita.<<Ma che pidocchio!
Chill ten nu sfaccime e'sord.
Conosci o'boss, i Ricci?
Ciro Ricci?
Chesta è la Paranza sua.>> mi dice già scocciata della situazione che si è creata.<<No...purtroppo.>> rispondo desolata.
Nad, mi guarda come un esperimento venuto male, accrescendo le mie insicurezze.
<<Ma quindi non sei di qua?
Sei del Nord?>> mi chiede, preoccupata.<<Certo che no!>> rispondo con un tono basso di voce.
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CIRO RICCI. 𝐓𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐢𝐞𝐥𝐨 è 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨!
FanfictionCiro è un diciassettenne con la crudeltà e l'indole da Boss, ha le idee chiare, ama la bella vita e le donne affascinanti. Miriam è una quindicenne, con la dolcezza nel cuore e l'indole da crocerossina, ha le idee chiare, ama la tranquillità e odia...