9- Non è cosi che ci si innamora?

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Ecco, giunta a scuola, per una convocazione straordinaria.

Come dice il detto "il buon giorno si vede dal mattino!"

Quando c'è la preside, di solito, c'è sempre una ramanzina, seguita dalla solita frase "siete la classe peggiore dell'istituto

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Quando c'è la preside, di solito, c'è sempre una ramanzina, seguita dalla solita frase "siete la classe peggiore dell'istituto."

Ed è buffo pensare che lo ripetano a tutte le classi dell'istituto.

Ma siamo giovani pieni di problemi, che volete farci!

Pare che il motivo non sia un rimprovero.

<<Ragazzi, c'è stata una piccolissima modifica, per oggi, nel progetto "Reintegrazione con i ragazzi dell'Ipm".
Con la direttrice Vinci, il comandante, dopo una lunga assemblea, abbiamo convenuto che almeno una volta al mese massimo due, anche i ragazzi dell'Ipm, dovranno spostarsi per vedere il mondo che li aspetta fuori, se solo accendessero la lampada della speranza.>>

Colpo di scena, quanto mi piace la parola "speranza" mi dà gioia e carica!

I ragazzi del mio istituto, rimangono zitti e pietrificati.
Hanno molti pregiudizi nei loro confronti, e averli a "casa nostra" risulta per loro, una minaccia sinistra.

Guardo Mirko, intensamente riuscendo a captare i suoi pensieri, quest'ultimo nonostante sia benestante, è come me, una pecora nera in mezzo a tutte quelle bianco latte.

Perché a noi, non importa che siano detenuti, sono umani, scorre il sangue nelle loro vene, sono fatti di carne e ossa, e hanno delle emozioni.
Solo questo conta!

Però sinceramente, non oso immaginare come questa disparità di classe sociale e quartieri, possa coesistere quest'oggi!

<<Il cambiamento deve avvenire anche da voi.
È ora di crescere e capire che il mondo è vario!
Zitti tutti, bifolchi!>> urla la preside, stizzita, da tanta ignoranza camuffata da cultura.

Poi aggiunge
<<I corsi, le materie scolastiche sono sempre le stesse, così come il servizio mensa!
Non ci saranno variazioni oggi.
Così come le interrogazioni, non verrano saltate!>>

Che autocontrollo!

Oggi è prevista una mia lezione di musica, durante l'assemblea di classe, richiesta dal coordinatore di classe, men che meno Riccardo lo snob, che ignoro perché non mi piacerà mai.

<<Ovviamente se accade qualcosa con i ragazzi dell'Ipm, la colpa cadrà su di voi, con serissimi provvedimenti disciplinari.>>

Riccardo, mi mette un braccio intorno al collo, sghignazzando.

<<Si vede che oggi non ha consumato.
Tiene la luna storta!>>

<<Uff, sempre con queste battute del cazzo.
Ti ho perdonato, ma non mi stare appiccicato.>> dico annoiata.

Lui, mette una mano sulla fronte, con fare melodrammatico.

<<Sì, madame!>>

Alzo gli occhi al cielo, mentre entro in seconda G.

<<Come sei tenera!>> mi dice Riccardo.

Ecco è quello che mi sento dire da sempre, essendo anticipataria, magrolina e bassina, con un tono di voce pacato e "dolce", non riescono mai a prendermi sul serio, pensando che io non fossi mai arrabbiata o infastidita.

È vero che per me, la gentilezza mi riveste come un secondo strato di pelle, che preferisco essere gentile, perché sento che prima o poi, avrò la mia rivincita, ma pensare che sia una pappamolle è un po' esagerato.

Alla prima ora, c'è il prof Salomone con la sua tediosa matematica.

Odio la matematica, è tutta meccanica e non ci sta il cuore.

Infatti, ho sempre lo sguardo, rivolto verso la finestra, opaca, perché non si degnano mai di pulire i vetri!

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Infatti, ho sempre lo sguardo, rivolto verso la finestra, opaca, perché non si degnano mai di pulire i vetri!

Subito, mi alzo con le spalle di scatto, l'enorme cancello rosso, si apre ed entra un furgone blindato della polizia, color blu.

Tutti si distraggono per captare la novità, nella mia classe, anche un'acquazzone o l'arcobaleno, diviene oggetto di attenzione, quando c'è lezione di matematica con i suoi difficili esercizi alla lavagna.

Diciamo, che quel furgone è parecchio inquietante, chissà cosa si prova ad entrarci per la prima volta.

Poi ad uscire è Nadizta che fa svolazzare la sua gonna fiorata e Silvia che si sistema la lunga coda, liscia e mora.

Appena mi notano alla finestra, mi mandano bacetti volanti.

Sì, decisamente le adoro!

E appena giro lo sguardo, vedo lui, Ciro Ricci, il protagonista dei miei sogni.

Può sempre diventare più bella, una persona?

O forse sono io  che vedo del bello e buono, in un detenuto?
È la sindrome della crocerossina.

Ma mi sento una stupida, sto cadendo ai suoi piedi, senza mai esserci toccati, baciati o dato modo di captare segnali di eventuale interesse amoroso e sessuale.

Non è così che ci si innamora, senza essere contraccambiati?

I nostri sguardi, si toccano, sfiorano, le nostre iridi si incastrano in un magnetismo impressionante.

Il prof mi rimprovera, divento rossa dall'imbarazzo.

Arriva, nuovamente la preside, che ci invita ad uscire in cortile, per accogliere i ragazzi e le ragazze dell'istituto penitenziario.

Appena giungiamo tutti in fila, ordinatamente sento un sguardo insistente addosso.

E ci guardiamo.

Penso, che due occhi che si cercano, si vedono, osservano, varcando ogni limite immaginario, battono qualsiasi cosa, anche la distanza effimera e fisica.

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"Belle" mi guarda e sorride, non ho mai visto la fine del mondo, dipinta  sul viso di una ragazzina così innocente.

 CIRO RICCI. 𝐓𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐢𝐞𝐥𝐨 è 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora