Esiste una statistica non scritta, curata da Camila Álvarez in persona, che sostiene che non ci sono quasi mai emergenze di giovedì.
Forte di questa convinzione, Cami ogni giovedì si fa mettere sempre di turno in pronto soccorso dalla sua responsabile.
Oggi poi è un giovedì particolarmente propizio, perché è uno degli unici due giovedì del mese in cui non le tocca fare la notte.
Cami dunque attende pazientemente che l'orologio rintocchi le nove per togliersi il camice e trascinarsi a casa, dove cenerà al volo e si metterà a dormire perché è esausta.
Manca soltanto un'ora, può farcela.
Osserva speranzosa l'entrata del pronto soccorso, pregando che nessuno decida di farsi sparare o staccare un orecchio mentre lei è di turno.
Ha appena finito di affiancare il dottor Sanchez che ha dovuto rimettere a posto la spalla ad un bambino troppo vivace e sta per completare le carte delle dimissioni quando Sergio, il caporeparto, richiama la sua attenzione.
"Cami c'è una ferita da taglio da suturare in postazione 5... posso chiederti molta discrezione?" le domanda, abbassando la voce di un'ottava.
Camila sbatte le palpebre una, due, tre volte, decisamente confusa.
Troppo stanca per fare domande, si limita ad annuire. Chiunque sia il paziente per cui Sergio si è raccomandato a lei non importa, vuole solo mettergli i punti e filare a casa.
Quando sposta la tenda che circonda la barella della postazione 5 si ritrova davanti un ragazzo che sarà al massimo un anno più grande di lei.
Si tiene un panno pieno di sangue sulla mano destra, guardandosi intorno un po' terrorizzato.
Quando sposta lo sguardo su di lei, Cami si sente avvampare per l'intensità che trasmettono quei giganteschi occhi castani.
Cazzo quanto è bello.
Cerca di scacciare il pensiero così com'è arrivato e si siede di fronte a lui, accendendo il tablet per leggere i dati raccolti durante il triage.
La cartella clinica porta il nome di Pablo Martín Páez Gavira, il che onestamente non le dice nulla.
La legge rapidamente in cerca di qualche allergia e dei richiami dell'antitetanica ma è sorpresa quando si fa riferimento ad un intervento di qualche anno fa, per una rottura del legamento anteriore del ginocchio con annessa lesione del menisco. È un infortunio abbastanza serio per un ragazzo così giovane. Prima di poterlo evitare, Cami lascia vagare lo sguardo verso il suddetto ginocchio, coperto da dei pantaloni di tuta bianchi.
Anche da sotto gli abiti semplici che indossa, targati Nike, Camila intravede il fisico asciutto e definito di chi è abituato ad allenarsi ogni giorno. Le si secca la bocca e prova invano a riscuotersi, imbarazzata.
"Allora, ciao... Pablo, giusto? Sono Camila, ma puoi chiamarmi Cami, se mi mostri la mano do uno sguardo a quella ferita"#
Cami deve ripeterglielo una seconda volta, perché Pablo si è imbambolato a guardarla per più tempo del necessario.
Innamorarsi della propria infermiera, che cliché.
È che Camila ha gli occhi verdi più luminosi che Pablo abbia mai visto.
Dal tono neutro con cui ha pronunciato il suo nome, Pablo capisce che la ragazza non ha idea di chi sia e la cosa stranamente lo mette a proprio agio.
Ha i capelli scuri raccolti in una coda disordinata e le guance tempestate di lentiggini.
Cami inizia ad esaminargli la ferita e gli chiede per conferma se è allergico a qualche medicinale e se vuole una piccola iniezione di anestesia locale.
"Ci vorranno al massimo quattro punti ma non è super piacevole come sensazione quindi se vuoi un po' di antidolorifico non farti problemi a chiederlo"
Il ragazzo scuote la testa, finalmente distogliendo la propria attenzione del viso espressivo di Camila.
Il rossore sulle guance della ragazza gli garantisce che nemmeno lui è passato inosservato e dire che la cosa lo compiace è dire poco.
"Meglio di no, ho una partita domani sera e non voglio casini con l'antidoping"
Camila inizia a prendere l'occorrente per le suture dopo avergli lanciato un'occhiata incuriosita. Si chiede a che partita si riferisca, deve essere qualcosa di grosso se gli fanno addirittura dei controlli per il doping.
"Allora... che hai combinato per procurarti questo bel taglio?"
Cerca di dargli a parlare, un po' perché quel ragazzo le sembra interessante e un po' per distrarlo dal dolore inevitabile che sentirà quando inizierà ad applicare i punti.
Prima Cami pulisce e disinfetta attentamente il taglio e il suo tocco delicato gli fa venire i brividi nonostante la ragazza porti i guanti.
"Se te lo dico probabilmente mi prenderai per il culo"
Senza peli sulla lingua, mi piace, pensa lei.
Gavi trattiene il respiro quando l'ago penetra ai lati della ferita ma cerca di rimanere il più fermo possibile. Ormai ha sviluppato una soglia del dolore decisamente elevata.
Maledice comunque il momento in cui ha deciso di cucinare, dopo essersi sorbito gli sfottò di Balde tutta la settimana. Okay, pranza ogni giorno alla Ciutat Esportiva così non deve applicarsi a preparare da mangiare, che c'è di strano? Pablo ha di certo altri talenti.
"Prometto che non lo farò" gli assicura la ragazza, senza staccare gli occhi dalla mano che è intenta a suturare.
"Tentavo di prepararmi la cena"
Cami fa un mezzo sorriso, sinceramente divertita. Appena Pablo lo nota mette su il suo inconfondibile broncio, peccato che lei non possa vederlo.
"Doveva essere una cena elaborata" accenna lei, prendendolo in giro.
"Non è professionale prendersi gioco dei pazienti, dottoressa Álvarez, lo sa?"
Il tono ironico del ragazzo non la mette in guardia, anzi, l'attrae. Ha una voce così profonda.
"Ti ringrazio per la fiducia ma sono solo un'infermiera" risponde per le rime, senza smettere di sorridere.
Pablo nota dal suo accento, per quanto provi a nasconderlo, che non è di Barcellona.
Vorrebbe chiederle da dove viene, qual è la sua storia, perché è in Catalogna. Improvvisamente Pablo vuole sapere tutto di quell'angelo dagli occhi verdi che gli sta rimettendo in sesto la mano.
"Ecco fatto, come nuova, dovresti toglierli tra circa dieci giorni se la ferita guarisce bene"
Cami è stata così meticolosa che Pablo non si è nemmeno accorto che ha finito di mettergli i punti. La ragazza gli fa qualche raccomandazione su come pulire la ferita e cambiare la medicazione.
"Tranquilla, non è la prima volta che mi mettono dei punti" la rassicura, vagamente divertito.
Dovrà trovare un modo di comunicare l'accaduto al mister e alla squadra evitando che diano di matto, ecco perché si è presentato da solo al pronto soccorso senza dire niente a nessuno, non può permettersi di saltare la partita di domani.
"Grazie, sul serio, mi hai salvato"
Camila gli rivolge un mezzo sorriso: "Faccio solo il mio lavoro"
Aspettano per qualche altro minuto i risultati delle analisi del sangue, che confermano l'assenza di infezioni, poi Cami gli fa firmare il foglio di dimissione.
A lui quasi dispiace lasciare l'ospedale se significa non vedere più quella piccola meraviglia che si ritrova davanti.
Camila arrossisce sotto lo sguardo esplicito di Pablo, che non fa nulla per nascondere il suo interesse.
"Beh direi che è tutto... spero che non guiderai con quella mano, adesso"
"No no, ho chiamato un amico"
Ansu sta andando a recuperarlo, Pablo sa bene che se avesse contattato Pedri l'altro avrebbe sclerato peggio di Flick e si sarebbe dovuto sorbire una ramanzina infinita da parte sua oltre che di Marisol.
"Allora buon rientro e buona fortuna per quella partita" gli dice Cami, senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso.
Il suo turno sarebbe dovuto finire venti minuti fa ma per una volta non le dispiace tardare.
"È stato un piacere conoscerti, Camila"
C'è qualcosa di elettrizzante nel modo in cui Pablo pronuncia il suo nome, in un tono così sensuale da farle venire il latte alle ginocchia.
"Anche per me, Pablo"#
Più tardi quella sera, con una triste ciotola di poké fatta in casa tra le mani e una serie tv turca in sottofondo, Cami inizia la sua opera di stalking con il PC in bilico sulle ginocchia.
Quando digita "Pablo Gavira" sulla barra di ricerca sa che troverà qualcosa, l'ha intuito dalle attenzioni spasmodiche di Sergio e dai discorsi strani del ragazzo, che parla di partite importanti e controlli antidoping. Per non parlare dell'infortunio che ha subito, decisamente fuori dal normale per chi non pratica sport ad un certo livello.
Ciò che Camila non si aspetta è quanto trova.
Non solo Gavi – così lo chiamano sul web – è conosciuto in tutta Barcellona, ma è un calciatore di fama mondiale.
Cami impallidisce di fronte alla quantità di foto e articoli che celebrano le imprese del ragazzo, appena ventitreenne, sul campo da calcio. Si mette una cucchiaiata di edamame in bocca, cercando di non soffermarsi sulle immagini delle sue campagne pubblicitarie senza maglietta.
Camila non segue lo sport, non sa nulla del calcio in generale e sente parlare del Barça solo sporadicamente, quando ascolta le chiacchiere di alcuni dei suoi colleghi in ospedale, ecco perché non ha riconosciuto Pablo.
Quel ragazzo ha una pagina Wikipedia, accidenti.
Si parla anche dell'infortunio che ha subito a soli diciannove anni, durante una partita con la Nazionale, e del modo formidabile con cui è tornato a giocare come se non avesse mai smesso.
"Il ragazzo ha talento..." mormora Cami tra sé e sé, passando in rassegna i numerosi trofei individuali e di squadra che Pablo ha conquistato. Tutti parlano di lui come un prodigio.
Passando però nella sezione delle notizie, Camila scopre che Gavi ha talento anche per qualcosa che non riguarda il calcio: far parlare i giornalisti.
A quanto dicono è una testa calda, dentro e fuori dal campo.
Stando ai discutibili quotidiani di cronaca rosa che Cami tende ad evitare come la peste, Gavi ha una fidanzata diversa ogni tre settimane. Il tutto è testimoniato da numerose foto in cui si vede il ragazzo in atteggiamenti decisamente più che amichevoli con qualche influencer o modella in alcuni dei locali più trendy di Barcellona.
L'ultimo articolo di Marca risale a meno di due settimane fa.
Con un sospiro Camila abbassa lo schermo del computer, posandolo accanto a sé sul divano.
Messaggio ricevuto forte e chiaro: stare alla larga da Pablo Gavi.
Le è sembrato un bellissimo ragazzo, con un certo fascino e una certa aura... adesso Cami capisce perché.
E lei che ha avuto addirittura la speranza che per un attimo Pablo mostrasse un interesse sincero nei suoi confronti, molto divertente.
È stato bello finché è durato, pensa la ragazza, tornando a dedicarsi alla sua cena e alla tv-spazzatura di cui poi parlerà con sua madre, con la consapevolezza che non vedrà mai più Pablo Gavi in vita sua.
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Mi mundo | Gavi
Fanfiction❝No te robaré los besos que no puedes dar ❞ È l'inizio della stagione calcistica 2026-27 e Camila e Gavi si incontrano per caso. Lei sta completando il suo ultimo anno di infermieristica all'ospedale Quirónsalud quando in un tranquillo giovedì sera...