Cami non provava così tanta ansia dal suo primo esame universitario, da cui ormai sono trascorsi ben tre anni.
Se riuscirà a superare questo pomeriggio, la seduta di laurea di marzo sarà una passeggiata.
Sia lei che gli altri tirocinanti dell'ultimo anno sono seduti, in attesa, fuori all'ufficio della responsabile del corso di laurea in Infermieristica, al sesto piano dell'ospedale.
Camila lancia uno sguardo ai suoi amici e il fatto di vederli nella sua stessa situazione, incerti e pieni di tensione, un po' la rassicura.
Oggi ci sono le assegnazioni.
Tutti gli studenti del terzo anno che hanno concluso gli esami hanno dovuto esprimere la propria preferenza su dove iniziare a lavorare dopo l'abilitazione.
Ogni comunità autonoma della Spagna si occupa di smistare i nuovi infermieri secondo i propri desideri ma anche secondo le necessità delle varie municipalità. Ovviamente, la priorità viene data a chi è uscito dall'università con un voto alto e con una buona media. Gli studenti più meritevoli hanno maggiori probabilità di finire nella città indicata come prima scelta.
Per i ragazzi è un momento importante, soprattutto perché molti di loro sono arrivati a Barcellona perché è lì che il test d'ingresso li ha fatti capitare ma ora vorrebbero riavvicinarsi a casa.
Non è il caso di Cami.
Camila ha deciso di rimanere a Barcellona e spera con tutto il cuore che la sua richiesta sia stata esaudita.
Non ne ha parlato con Pablo per scaramanzia ma adesso, in attesa del verdetto finale, l'ansia si sta impossessando di lei.
E se la mandassero da un'altra parte? Se fosse costretta a lasciare la Catalogna proprio ora che lei e Pablo hanno trovato un equilibrio? Il pensiero la terrorizza.
Quando Maia, che è la prima di loro ad essere chiamata nello studio dei responsabili, esce piangendo il cuore di Cami fa un tonfo.
"Ti prego dimmi che stai piangendo di gioia" quasi la supplica Tina, terrorizzata quanto lei.
Alla fine Maia si apre in un sorriso traballante.
"Torno a casa! Ce l'ho fatta!"
"Sia lodato il Signore" è il commento plateale di Tina, mentre Valeria e Camila – molto più sollevate – abbracciano l'amica ancora in lacrime.
Maia, originaria di Granada, ha sofferto molto il distacco dalla sua famiglia durante quei tre anni e Cami è davvero felice che possa riabbracciare i suoi genitori e il suo fidanzato.
Poi è il turno di Andreas, che in maniera diametralmente opposta ai suoi compagni esaudisce il suo sogno di andare a lavorare a Madrid, lontano dalla capitale catalana in cui è nato e cresciuto.
Cami se lo aspettava, Andreas ha la media più alta di tutto il loro anno.
Tina è la prima a cui viene comunicato che potrà rimanere a Barcellona.
Appena mette piede fuori dall'ufficio stringe forte Camila tra le braccia.
"Dai che ce la fai, lo so che resti" le mormora all'orecchio, cercando di infonderle coraggio. Camila è grata del tentativo ma più passa il tempo, più sente le viscere contorcersi in una morsa.
La docente chiama finalmente il nome di Cami e lei si alza dalla scomoda sedia di plastica su cui era seduta con le gambe che tremano.
Non si volta a guardare i suoi compagni, non riesce a sostenere altre espressioni contorte dall'ansia.
La sua responsabile le rivolge un sorriso cordiale che Camila si sforza di ricambiare prima di abbassare lo sguardo sul foglio che sancirà il suo futuro.Camila Álvarez
Matricola EN59262
Anno accademico 2026/27
Abilitata alla professione infermieristica
Dislocazione: Hospital del Mar, Barcellona, CatalognaQuando legge le ultime parole lancia un urlo di gioia.
Sa di non essere stata molto professionale ma la sua responsabile si limita a scuotere la testa divertita, congratulandosi con lei.
Ce l'ha fatta, rimarrà a Barcellona.
Non dovrà separarsi da Pablo.
È così felice e sollevata che non sa nemmeno come esprimere tutto ciò che prova. In questo momento è solo grata, grata alla vita, grata al destino.
Il resto della mattinata passa in maniera frenetica, tra brindisi in bicchieri usa-e-getta nei corridoi del pronto soccorso e la miriade di abbracci in cui Cami si ritrova sommersa.
Ha appena il tempo di telefonare ai suoi genitori, che le ripetono mille volte quanto sono fieri di lei, rischiando di farla scoppiare a piangere.
Pablo non lo chiama, invece, perché non vede l'ora di fargli una sorpresa quella sera e vedere la sua faccia.
"Ma dov'è Lucas?"
Alla domanda di Valeria, Cami si guarda intorno.
Stanno mettendo via i camici per prepararsi a tornare a casa ma effettivamente Camila non vede Lucas da quando hanno lasciato l'ufficio dei professori.
"Non lo vedo da un po'"
"Diciamo che non è un bel momento" prende la parola Andreas, schiarendosi la voce.
"Cosa? Non è stato preso?"
Tina, così come le altre, sembra particolarmente incredula.
Andreas rivolge loro un mezzo sorriso triste.
"Seconda scelta, va a Girona"
Camila sa bene che anche Lucas sperava tanto di poter rimanere a Barcellona.
Per un istante si sente quasi in colpa di aver preso il posto mentre lui non c'è riuscito.
Il borsone di Lucas giace ancora ai piedi del suo armadietto, segno che non è ancora andato via, e Cami ha una mezza idea di dove trovarlo.
"Vado a parlarci, ci vediamo tra poco"
Il tetto dell'ospedale è da sempre il rifugio di Lucas.
Affrontare un percorso universitario come infermieristica è tosta, i momenti di sconforto sono all'ordine del giorno e ognuno affronta le brutte giornate a modo suo, nel suo posto.
Tina piange in bagno, Cami si siede fuori allo spiazzale delle ambulanze, Lucas guarda la città dal tetto del Quirónsalud.
È lì che Cami lo trova, lo sguardo rivolto verso il mare con ancora il camice addosso.
Si appoggia alla balaustra accanto a lui, senza annunciarsi. Rimangono per qualche istante in silenzio, anche se Lucas è ben consapevole della presenza di Camila accanto a sé.
Alla fine sospira, voltandosi verso di lei.
"Era inevitabile che qualcuno di noi non finisse nella sua prima scelta" dice, con una scrollata di spalle.
Cami gli rivolge un sorriso, accarezzandogli il braccio coperto dal camice.
Lucas fa sempre di tutto per mostrarsi forte ed imperturbabile, le ricorda qualcun altro di sua conoscenza.
"Hai tutto il diritto di rimanerci male, lo sai, vero? Sei umano, è giusto che tu sia triste"
Il ragazzo annuisce mentre la leggera brezza marina gli scombina i riccioli corvini.
"Credo di aver solo bisogno di leccarmi le ferite, ma starò bene"
"Certo che starai bene, non è una scelta a vita e poi Girona o Barcellona, sarai comunque un infermiere fantastico, Lucas"
Dopo una lunga occhiata le chiede: "Posso abbracciarti?"
Camila ride, allargando le braccia.
"E me lo chiedi?"
I due si stringono forte mentre il tramonto colora di arancione il cielo catalano.
"Ti voglio bene Cami, sei stata una delle parti migliori di questi tre anni"
"Te ne voglio anch'io Lucas, sul serio"
Quando si staccano il ragazzo le dà un buffetto affettuoso sulla guancia e poi cerca di alleggerire l'aria.
"Chiamami se Pablo fa lo stronzo, torno dritto a Barcellona e gliela faccio pagare"
Cami si lascia scappare una risata.
"Non credo ci sia pericolo ma lo terrò a mente"
Proprio in quel momento Andreas, con le ragazze al seguito, sbuca dalla cima delle scale antincendio.
Tina regge una bottiglia mezza vuota e una busta di patatine.
"Era tutto ciò che sono riuscita a portar via" si giustifica, prima di porgere il bottino a Lucas, che sorridendo prende un lungo sorso di prosecco.
"Non posso crederci che non vi vedrò più tutti i giorni ragazzi, mi mancherete un sacco" bofonchia Maia, che per l'ennesima volta quel giorno si ritrova in lacrime.
"Maia basta ti prego chiudi il rubinetto!" la prende in giro Tina, ma Cami sa che anche lei fa fatica a tenere a bada le emozioni.
"Maia ha ragione, siete stati la mia famiglia in questi tre anni e se penso ai momenti belli e brutti che abbiamo passato insieme in questo ospedale non mi sembra vero che stia per finire tutto..." è il commento di Lucas, che getta l'intero gruppetto in un silenzio malinconico ma carico d'affetto.
"Hey questa non è la fine, è solo l'inizio di qualcosa di meglio" gli ricorda Cami, con il sorriso.
"Ovunque saremo, vi porterò sempre con me" conclude Vale, dando un pizzico sul braccio ad Andreas per evitare che dica qualcosa che possa rovinare l'atmosfera.
Tutti scoppiano a ridere.
"Sono grato di avervi conosciuto ed è stato un onore lavorare con tutti voi... sì, anche con te, Tina!"
Cami osserva i suoi compagni di università (e di avventure) ridere insieme per l'ultima volta e non può fare a meno di provare un profondo senso di gratitudine.
Per una volta non vuole interrogarsi su ciò che succederà dopo ma desidera solo godersi il momento, assaporare l'abbraccio di gruppo che scambia con i ragazzi e realizzare quanto sia dannatamente felice.

STAI LEGGENDO
Mi mundo | Gavi
Fanfiction❝No te robaré los besos que no puedes dar ❞ È l'inizio della stagione calcistica 2026-27 e Camila e Gavi si incontrano per caso. Lei sta completando il suo ultimo anno di infermieristica all'ospedale Quirónsalud quando in un tranquillo giovedì sera...