Pablo in tutta la sua vita non ha mai affrontato le cose con calma. Non credeva nemmeno di poterci riuscire fino ad un paio di settimane fa, in effetti.
Lui, che vuole sempre tutto subito, che si getta a capofitto nelle cose senza un minimo di pazienza, senza riuscire ad aspettare, anche col rischio di rompersi l'osso del collo.
Non solo ha cercato disperatamente di conquistare Cami per quasi due mesi ma adesso che finalmente è sua affronta ogni giornata con una calma disarmante, senza forzare nulla.
Quasi non si riconosce e la cosa spaventosa è che questa versione tranquilla della sua vita gli piace anche abbastanza.
Ogni volta che i suoi orari coincidono con quelli di Cami passa a prenderla in ospedale e la porta a casa sua, dove vivono nella loro bolla.
Camila ormai nel suo appartamento è di passaggio solo per recuperare i vestiti puliti.
Pablo abita in una graziosa villetta con il giardino, non lontano dal centro d'allenamento del Barcellona e per Cami, che è abituata al caos del centro, è la cosa più vicina al paradiso.
Quando sono insieme guardano serie TV, Pablo aiuta Cami a ripassare per i suoi esami (distraendola ogni due pagine, ma questi sono dettagli) mentre lei cerca di migliorare le sue pessime doti ai fornelli.
Ah e si baciano, si baciano molto.
Nonostante siano sempre più a proprio agio l'uno con l'altra e i loro contatti fisici diventino man mano più urgenti ed infuocati, Camila lo ferma sempre prima che la situazione prenda una piega più... appassionata.
Pablo, in preda alla frustrazione, è costretto ad un numero indegno di docce gelate ultimamente. Nonostante ciò non farebbe mai nulla che va contro i desideri di Cami, ciò che gli lascia l'amaro in bocca è che secondo lui la ragazza ha la stessa identica voglia di finire a letto insieme ma in cuor suo è ancora terrorizzata all'idea che dopo averlo fatto Pablo possa stancarsi di lei.
Come se Gavi potesse tornare alla vita di tutti i giorni dopo aver visto con quanta naturalezza Camila si muove per le stanze di casa sua, dopo aver scoperto com'è addormentarsi cingendole i fianchi e risvegliarsi con il volto affondato nei suoi capelli corvini.
Quel pomeriggio, dopo gli allenamenti, Pablo è andato a recuperare Cami dal suo turno all'ospedale per poi finire abbracciati sul grande letto a due piazze per continuare il rewatch dei vecchi Spiderman. Pablo deve essersi addormentato a metà del film perché quando si risveglia la TV è spenta e Cami non è più appoggiata al suo petto ma può distinguere ancora chiaramente il suo profumo di lavanda oltre a sentire rumori di pentole e padelle provenienti dalla cucina.
Pablo si trascina di là ancora assonnato, stropicciandosi gli occhi. Flick li sta massacrando in vista della trasferta difficile in Olanda della prossima settimana.
Vedere Cami smanettare ai fornelli, mentre balla a ritmo di qualche canzone americana degli anni '80, è decisamente la visione più bella a cui Pablo abbia mai assistito.
La raggiunge con passo felpato, abbracciandola da dietro e poggiando il mento sulla sua spalla, dove lascia tanti piccoli baci. Cami si rilassa dopo un primo istante di tensione e declina la testa all'indietro sorridendo, in modo da sentirlo più vicino.
"Ben svegliato dormilón"
"Cosa prepari di buono?" mugugna, la voce ancora impastata di sonno e la bocca impegnata a baciarle la pelle pallida tra il collo e la spalla. Il suo respiro le fa il solletico, facendola ridacchiare.
"Torta di carote"
Dalla terrina piena di impasto davanti a lei proviene un profumo delizioso di arance e vaniglia.
Pablo adora i dolci di Cami, sono la cosa che le riesce meglio.
"Se continui a fare torte prima o poi Flick verrà a sgridarti perché fai ingrassare il suo giocatore"
La ragazza continua a cucinare tranquillamente, nonostante la presa di Pablo ben salda sui suoi fianchi, e versa il contenuto della ciotola in uno stampo da forno.
"Non ti costringo mica a mangiarle"
"Ma sono così buone" risponde Gavi in un lamento, quando è assonnato si trasforma in un ibrido tra un bambino e un orsacchiotto e Cami non riesce a resistergli.
Si abbassa per infornare la torta, regalandogli una panoramica generosa del suo fondoschiena coperto dai leggings neri e Pablo deve distogliere lo sguardo prima di sentire una fastidiosa pressione sul cavallo dei pantaloni.
Cami mette davvero a dura prova il suo labile autocontrollo.
Appena il dolce è in forno Pablo la prende di nuovo tra le sue braccia e le dà un bacio che toglie il respiro ad entrambi.
"Vieni allo stadio domenica" le sussurra, in una supplica malcelata, mentre le tormenta il lobo dell'orecchio con tanti piccoli morsi.
Camila butta fuori l'aria con un fremito.
"Molto sleale chiedermelo mentre fai così"
"Almeno sta funzionando?"
Pablo sta pregando Cami di andare a guardare una sua partita da settimane, dalla sera del loro bacio, ma lei svia sempre il discorso.
Insomma, con Lucas è andata al Camp Nou al primo appuntamento e adesso non può tornarci per vedere Pablo? È ingiusto.
"O potremmo fare qualcosa di più tranquillo tipo, che ne so, mangiare una pizza"
"Ma possiamo mangiarla anche a casa..." protesta lei debolmente, guardando ovunque tranne che negli occhi di Gavi.
Pablo sospira, allontanandosi di una spanna ma senza sciogliere l'abbraccio.
"Non voglio passare le giornate con te rinchiuso tra le quattro pareti di casa mia Cami, non quando possiamo fare ciò che faresti con qualsiasi altro ragazzo ed anche di più"
Cami non riesce più ad evitare il contatto visivo con il volto corrucciato di Pablo. Sa di star mettendo a dura prova la sua pazienza, considerando che fino a poco tempo prima neanche credeva che Pablo ne avesse.
Apprezza davvero tanto gli sforzi che sta facendo per accontentarla e non crede di poterlo biasimare.
"Lo so, hai ragione, è solo che... parleranno tutti me, sapranno chi sono, cosa faccio, giudicheranno le cose che indosso..."
Il pensiero la terrorizza.
Non le piace ricevere tutta quell'attenzione malsana a cui sono costantemente sottoposte le fidanzate dei calciatori. Non sa nemmeno se può definirsi tale visto che lei e Pablo non hanno dato un'etichetta alla loro relazione. Al momento stanno uscendo, sempre che gli appuntamenti in casa di Pablo valgano.
Gavi l'abbraccia più forte, facendole affondare il viso nell'incavo tra il suo collo e la spalla.
"Scusa Cami, non voglio che tu sia a disagio, voglio solo stare con te come una coppia normale"
Ma noi non siamo una coppia normale.
"Coppia...?" gli chiede, timidamente.
Pablo fa un mezzo sorriso, catturandole di nuovo le labbra con le proprie e lasciandoci sopra un bacio bagnato.
"Non sto giocando con te Cami, lo sai"
Camila vorrebbe rimanere tra le braccia di Pablo per sempre e dimenticarsi del resto del mondo. Proprio mentre pensa questa cosa però, il campanello di casa Gavira risuona per tutte le stanze.
Cami gli lancia un'occhiata incuriosita.
"Te l'ho detto, non mi piace tenerti chiusa in casa come un ostaggio quindi... ho pensato che se vuoi rimanere qui, almeno dovresti conoscere qualcuno dei miei amici"
Il panico per un attimo attraversa il volto di Camila, che osserva sconfortata la felpa che ha addosso (rubata a Gavi, tra l'altro) e i leggings neri consunti.
Ovvio che Pablo non l'abbia avvertita, così lei non ha avuto il tempo di preoccuparsi. Ormai la conosce troppo bene, maledetto.
Vagamente divertito, il ragazzo le stampa un altro bacio prima di andare ad aprire la porta.
"Non fare quella faccia, i ragazzi ti adoreranno!" le urla dall'ingresso.
Meno di cinque minuti dopo il salotto è invaso da metà della formazione titolare del Barcellona, più chiassosa dei bambini con cui Cami ha a che fare in pediatria.
Lei però se ne sta ancora impalata in cucina e spera ardentemente che il pavimento si apra e la inghiotta.
"Vado a mettere le birre in frigo!" urla una voce.
"Ti prego non chiamare birre quello schifo analcolico che continui a comprare" aggiunge qualcun altro.
Un ragazzo e una ragazza fanno capolino in cucina, lui con una cassa di Heineken 0% tra le mani.
"Oh ciao tu devi essere Cami!" esclama la ragazza mora, una delle più belle che Camila abbia mai visto, porgendole una mano che Cami stringe impacciata.
"Ciao, piacere"
"Io sono Sira e lui è Ferrán"
Ferrán Torres, l'unico e inimitabile.
Dai racconti di Pablo si era già fatta un'idea del ragazzo che infatti, dopo aver sistemato le birre in frigo come fosse casa sua, la spiazza stringendola in un abbraccio.
Sono tutti così espansivi al Barça?
Quando si staccano le sta rivolgendo un sorriso più sbarazzino di quello di Gavi.
"Finalmente incontro la mia compaesana! Cominciavo a pensare che non esistessi, Pablito ti tiene sotto chiave"
Cami balbetta un saluto, imbarazzata.
"Per l'amor del cielo Ferrán non iniziare a terrorizzarla" lo ribecca la sua fidanzata, dandogli uno schiaffetto sulla mano prima di tornare a rivolgersi a Cami.
"Ignoralo, gli piace scherzare"
Camila scoppia a ridere, interdetta.
"Nessun problema"
Finalmente Gavi si rifà vivo, appoggiandosi allo stipite della porta della cucina con un sorrisetto.
"Non importunare la mia ragazza, Torres"
Cami non fa in tempo a sentire le proteste di Ferrán perché entra in cucina l'unico volto noto cioè quello di Pedri. Subito dietro di lui c'è una ragazza bionda con gli stessi occhi scintillanti di Pablo.
Marisol.
Accidenti, perchè queste ragazze devono essere così maledettamente belle? È un colpo per la fragile autostima di Cami.
"Oh Dios mío finalmente ti conosco! Ciao, sono Marisol ma puoi chiamarmi Sol!"
Cami si ritrova sommersa nell'ennesimo abbraccio. Se non sapesse che Marisol è la cugina di Pablo l'avrebbe comunque indovinato subito, i due condividono lo stesso entusiasmo e lo stesso modo di fare irruento.
"Guapa lasciala respirare" è il commento divertito di Pedro.
Sol la lascia andare, fissandola con un sorrisetto colpevole. Lei e Pablo hanno anche le stesse fossette.
"Ops, colpa mia"
"È un piacere conoscerti, Pablo parla sempre di te"
Cami inizia a sciogliersi un po' anche perché, nonostante li conosca come personaggi famosi, al momento le sembrano tutti ragazzi normali, proprio come lei.
In soggiorno fa la conoscenza di Ansu, altro nome ricorrente nel repertorio di Gavi che era curiosa di incontrare di persona.
"Finalmente qualcuno con cui poter condividere il disagio di avere a che fare con Pablo" le dice mentre le dà due baci sulle guance, facendola ridere.
"Mi dispiace molto, sembri una brava ragazza, come mai hai preso questa decisione?" le chiede Fermín, continuando a scherzare, quando è il suo turno di presentarsi.
Pablo dietro di loro alza platealmente gli occhi al cielo, fingendosi offeso.
"Scusate? Sono ancora qui, non vi ho invitato in casa mia per subire i vostri abusi"
"È sempre melodrammatico... piacere sono Pau"
Cami stringe la mano al difensore, anche perché abbracciare un ragazzo così alto è chiedere troppo al suo metro e settanta.
Dopo le presentazioni di Balde ed Hector, com'era prevedibile, i ragazzi si fiondano a giocare alla PlayStation.
Cami è un po' perplessa e un po' divertita mentre li osserva litigare per i controller come se avessero cinque anni.
A stento registra la presenza di Pablo accanto a sé finché non le stampa un bacio sulla tempia.
"Stai bene?" le chiede, scrutandola alla ricerca di qualsiasi traccia di sconforto sul suo viso delicato.
Cami gli sorride, non ha bisogno di fingere perché si sente davvero tranquilla.
"Tutto okay, puoi andare a conquistare il torneo di FIFA senza preoccuparti per me" lo rassicura. Ancora non riesce ad abituarsi a tutte le attenzioni che Pablo le riserva, facendola sentire incredibilmente speciale.
"Sicura?"
La cosa più importante per lui è che Cami si senta a suo agio con i suoi amici, sa che è una situazione nuova per lei.
"Sicura, i ragazzi sono simpatici ed io devo controllare la torta prima che prenda fuoco"
Pablo non sembra ancora convinto ma Marisol fa un passo avanti rivolgendogli un sorriso.
"Ti accompagno io!"
A quel punto Gavi si rilassa perché sa che Cami sarà in ottime mani.
Cerca di non darlo a vedere per non caricarla di aspettative, ma Pablo è davvero felice che Camila possa conoscere le persone che lui reputa la sua famiglia lì a Barcellona. Spera che quel pomeriggio le faccia capire che per lui ciò che sta succedendo tra loro è una cosa importante e vuole solo che Cami abbia fiducia in lui.
Sol prende posto su uno degli alti sgabelli della cucina mentre Cami apre il forno per controllare la cottura della torta con uno stuzzicadenti.
"Pablo mi ha detto che sei un'infermiera, dev'essere un lavoro pazzesco, sei da ammirare"
Marisol, proprio come suo cugino, non riesce a tenere a bada la parlantina ma a Cami non dispiace.
Rivolge un sorriso alla ragazza dopo essersi accertata che il dolce debba cuocere un'altra decina di minuti.
"A volte è un po' duro emotivamente ma dà tante soddisfazioni, tu lavori per la squadra invece, giusto?"
Sol annuisce e dei ciuffi di capelli biondi le finiscono sul viso.
"Per quella femminile ringraziando il cielo, lavorare con i ragazzi una volta sola mi è bastato e avanzato"
Entrambe scoppiano a ridere, Cami immagina che avere costantemente a che fare con Pablo e gli altri debba essere una bella prova di resistenza mentale.
Nel frattempo dal soggiorno si sentono le urla dei ragazzi, probabilmente perché qualcuno di loro si è divorato un gol.
"Sono sempre così?" chiede Cami con aria perplessa, prendendo posto accanto a Sol.
"Oh sì, eterni bambini... ma ormai lo sai, stando con mio cugino"
Le rivolge un occhiolino, facendola arrossire.
"Oh no no io e Gavi non stiamo... beh è complicato"
Marisol cerca di metterla a proprio agio con la sua aura rassicurante ma Cami si ammutolisce, non sapendo bene come continuare.
Sì, è decisamente complicato.
"So che mi conosci poco e non hai motivo per fidarti delle mie parole ma ti assicuro che dietro quell'aria da bimbo dispettoso Pablo nasconde un cuore grandissimo e un'immensa sensibilità"
Da quelle frasi trasuda tutto l'affetto che Sol prova per suo cugino.
Cami in realtà non stenta a credere a quanto le dice Marisol perchè è vero, anche quando non si sente compresa riesce comunque ad avvertire l'impegno di Pablo nel farla stare bene.
"Sono certa che sia una persona magnifica"
L'altra annuisce.
"Credimi, lo vedo così preso solo quando ha un pallone tra i piedi... oppure quando parla di te, ci tiene davvero tanto, Cami"
Quelle parole le riscaldano il cuore.
Sapere che le persone vicine a Pablo si siano accorte di quanto Cami sia importante per lui le fa salire un brivido lungo la spina dorsale.
"Anche io tengo molto a lui" ci tiene a mettere in chiaro.
"Lo so ma so anche che il nostro mondo ogni tanto può far paura... fidati, l'ho provato sulla mia pelle e ci sono giorni in cui l'ho odiato a morte"
Cami è consapevole che neanche Marisol, in alcune occasioni, è stata risparmiata dalle penne fameliche dei giornalisti e dai commenti di tifosi ossessionati.
"Come riesci a fartelo scivolare addosso?" le chiede, con una punta di disperazione nella voce.
Cami non sa se sarà mai in grado di riuscirci e questo significherebbe non essere capace di godersi ciò che sta nascendo con Pablo.
Sol le prende la mano come farebbe una sorella, la sorella che Camila non ha mai avuto, e le rivolge un piccolo sorriso.
"Non sempre ci riesco, non siamo supereroi... ma l'alternativa sarebbe vivere una vita senza Pedro e sinceramente ci ho rinunciato tanto tempo fa, se sono con lui so che tutto andrà bene alla fine"
Il modo accorato con cui Marisol parla del suo fidanzato (e futuro marito) riesce a far emozionare Cami, che un giorno si augura di poter vivere un amore come il loro.
"Siete davvero una coppia stupenda" le dice infatti, piena di ammirazione.
"Siamo solo due ragazzi che si amano e che fanno del loro meglio"
Camila vorrebbe tanto che anche lei e Pablo fossero solo due ragazzi che si amano e che riescono a superare ogni cosa, nonostante tutto.
Il timer del forno spezza il momento e Cami si riscuote, apprestandosi a tirare fuori la torta.
Il profumo di carote ed agrumi riempie la cucina mentre lei cerca lo zucchero a velo nella credenza.
Non guarda in faccia Marisol quando quella le dice: "L'unico modo di superare la paura è condividerla con qualcuno, Cami... fidati di Pablo, non vuole farti del male".
La ragazza mora prova a fingere di non avere il cuore in gola mentre l'aroma di dolce attira metà dei giocatori del Barça in cucina.
"Bambini è ora della merenda!" esclama la voce squillante di Sira, intenta a prenderli in giro.
Ferrán e gli altri la riempiono di complimenti per la bontà della torta e Cami deve ammettere che è bello avere una casa piena di gente della sua età che ride e scherza davanti ad una fetta di dolce alle carote. Le ricorda i pomeriggi con i suoi compagni di liceo a Valencia e si dice che forse non deve essere tutto così diverso, forse può essere una ragazza normale anche in mezzo a loro.
Gavi le si avvicina, facendo aderire la schiena di Cami al suo petto e cingendole dolcemente i fianchi.
"Allora, che ne pensi?" le chiede all'orecchio.
Camila gli sorride.
"Mi piacciono"
"A me piaci tu, da morire"
Marisol, dall'altro lato della cucina, lancia loro un'occhiata carica di affetto.
Stretta tra le braccia di Pablo, Camila si sente tutt'altro che incompresa o giudicata. Forse può davvero mettere da parte le insicurezze ed essere felice.
Di certo può farlo quel pomeriggio, mentre si lascia trascinare in una risata collettiva dopo che Ferrán ha soffiato lo zucchero sul viso di Ansu.
STAI LEGGENDO
Mi mundo | Gavi
Fanfiction❝No te robaré los besos que no puedes dar ❞ È l'inizio della stagione calcistica 2026-27 e Camila e Gavi si incontrano per caso. Lei sta completando il suo ultimo anno di infermieristica all'ospedale Quirónsalud quando in un tranquillo giovedì sera...