𝟏𝟏 | darte mil besos y devorarte

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Gli uffici del personale del Barça Femení sono incredibilmente luminosi, i raggi del sole inondando le stanze dall'arredo moderno passando dalle alte finestre e creando simpatici giochi di luce sul parquet.
Il quartier generale della squadra maschile è davvero triste in confronto.
Marisol ha un ufficio tutto suo che ha deciso di riempire di foto e piante per renderlo meno anonimo. Pablo riconoscerebbe il tocco di colore di sua cugina ovunque.
Sol è concentrata su ciò che sta facendo, digita rapidamente qualcosa sui tasti del computer, lo sguardo fisso sul display mentre di tanto in tanto segna qualcosa a matita sulla sua agenda.
Una vera donna in carriera, pensa Gavi. È terribilmente fiero di lei.
Se la ricorda quasi cinque anni fa, quando è arrivata a Barcellona per iniziare l'università. Adesso Marisol sembra più grande, proprio come lui, ma non ha perso quella luce negli occhi che la fa stupire di fronte ad ogni piccola cosa.
Sulla scrivania c'è una foto di lei e Pedri in vacanza a Tenerife, mentre si baciano in riva al mare. In un'altra cornice invece c'è la foto di famiglia che hanno scattato lo scorso Natale a Siviglia, ci sono anche Pablo, Aurora e i loro genitori, oltre alla mamma di Sol. Pedro, totalmente negato come fotografo, ha dovuto ripetere lo scatto almeno tre volte prima di avere una foto decente.
Non è mai stato invidioso della relazione di Marisol e Pedri prima d'ora ma in questo momento vorrebbe solo avere con Cami ciò che hanno loro, vorrebbe che fosse così semplice e naturale anche per lui.
Pablo si riscuote dai propri pensieri e bussa un paio di volte contro lo stipite della porta aperta, il tocco delle sue nocche contro il legno è insolitamente delicato.
Quando Marisol alza lo sguardo e lo trova lì sembra stupita e in qualche modo sollevata.
"Hey, si può?" chiede il ragazzo.
Dal suo tono di voce e dalla sua espressione è evidente che si sia calmato rispetto alla festa di Eric di qualche sera fa. Marisol non lo vede d'allora.
Lui e Pedro si sono già chiariti quella mattina agli allenamenti, Pablo si è scusato anche con Ferrán ed Ansu per aver fatto lo stronzo ma sa che non riuscirà a liberarsi del senso di colpa senza prima chiedere scusa a sua cugina. Sol è anche l'unica con cui Pablo sente di potersi confidare riguardo Cami.
Non ha detto nulla neanche a Pedro della conversazione con Lucas ma gli ha promesso che ne avrebbe parlato con Marisol e Pedri gli ha dato fiducia, senza insistere.
"Hey, non ti aspettavo, vieni entra pure"
Con un cenno della mano Sol gli indica la poltroncina blu di fronte a lei. Pablo si fa strada nell'ufficio ma non si siede, inizia a curiosare in giro, attivo come una molla come al solito. Marisol ricorda con il sorriso di quando sua zia doveva minacciarlo di legarlo alla sedia con il nastro adesivo per costringerlo a stare fermo a studiare.
"Volevo scusarmi per aver fatto il coglione l'altra sera"
Sol gli rivolge un mezzo sorriso, per quanto Gavi cerchi di mostrarsi rilassato lei può vedere il modo in cui contorce le dita delle mani.
"Va tutto bene Pablo, so come sei quando sei arrabbiato, non ce l'ho con te e nemmeno i ragazzi"
Alla fine Pablo cede e si lascia cadere sulla poltrona con poca grazia, sospirando.
Sembra esausto, sono giorni che non dorme bene, Sol glielo legge negli occhi stranamente spenti.
"Cami è partita"
"Non sei riuscito a parlarle alla fine?" gli chiede, cauta.
Pablo fa cenno di no con la testa.
"Mi spieghi che è successo?"
"Mi ha detto che è innamorata di me ma che i nostri mondi sono troppo diversi e lei non sente di far parte del mio"
Gavi non riesce a guardare in faccia sua cugina mentre pronuncia quelle parole in tono impersonale, ha paura di finire per scoppiare in lacrime sotto lo sguardo benevolo di Marisol.
Dirlo ad alta voce fa incredibilmente male.
"Oh primo..."
Per un po' Pablo medita su cosa dire.
In alcune occasioni forse è meglio tacere.
"E tu?"
Rivolge uno sguardo curioso a sua cugina.
"Io cosa?"
"Tu sei innamorato di lei?"
Marisol in cuor suo conosce già la risposta a quella domanda ma vuole che Pablo lo ammetta, non solo a lei ma anche a se stesso.
Adesso Gavi ricorda perfettamente cosa le ha detto quella notte da ubriaco.
Il ragazzo si passa una mano sul viso con aria stanca.
"Sì, certo che sì, ovvio che sono innamorato di Cami"
"Allora sii onesto con lei e con te stesso, ammetti i tuoi sentimenti, accettali e capisci cosa vuoi"
Pablo alza gli occhi al cielo.
"Cosa dovrei volere? Voglio lei, è ovvio! Non mi frega niente dei paparazzi, delle serate nei locali... se non posso avere Cami non ne vale la pena"
Marisol sembra soddisfatta delle parole di suo cugino. Sa che l'unico modo per costringere Pablo a tirare fuori le unghie è incitarlo, anche provocandolo se necessario.
"Allora cosa aspetti a dirglielo?"
"Ci sto provando! Non è così semplice quando lei è a Valencia e ignora tutte le mie chiamate"
A Pablo è addirittura venuto il dubbio che Camila abbia cambiato numero per tutte le volte in cui le sue telefonate vengono indirizzate direttamente alla segreteria.
Sol sembra ricordarsi qualcosa e lancia un rapido sguardo al calendario appeso alla parete alla sua sinistra, quando nota la data cerchiata di rosso fa un sorrisetto. Forse il destino ha deciso di girare a favore di Pablo, dopotutto.
"Beh è proprio una fortuna che questo sabato giochiate al Mestalla, no?"
La realizzazione sembra colpire Pablo con qualche istante di ritardo e il ragazzo sgrana gli occhi.
La trasferta a Valencia... è questo weekend. Letteralmente tra due giorni.
"Pensi ciò che sto pensando io?"
A quel punto Marisol scoppia a ridere nel vedere l'espressione da pesce lesso di suo cugino.
Si sporge per scombinargli affettuosamente i capelli con la mano. Pablo è così preso dai propri pensieri che nemmeno si scansa, di solito detesta che qualcuno gli tocchi i capelli.
"Vatti a riprendere la ragazza, primito"




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