𝟖 | he perdido la cabeza y no soy yo

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Barcellona è veramente bella, pensa Camila, mentre dalla riva osserva il tramonto colorare di rosso la playa de la Barceloneta.
Tina, Lucas e Andreas sono così folli da buttarsi in acqua in pieno autunno. Cami li osserva schizzarsi come bambini sul bagnasciuga mentre lei, Maia e Valeria se la ridono, sedute sulla sabbia umida.
È un modo perfetto per festeggiare.
A tutti loro manca ufficialmente soltanto un semestre di tirocinio e il test di abilitazione per diventare degli infermieri a tutti gli effetti, visto che oggi hanno dato l'ultimo esame universitario della loro vita.
A Cami sembra che quei tre anni siano praticamente volati. Il rumore delle onde la culla mentre lei tiene il viso poggiato sulle ginocchia.
Si chiede se Pablo ha finito gli allenamenti, se ha già lasciato la sua stanza d'albergo o se sta cazzeggiando in camera di Ansu, si chiede come sarebbe se ci fosse lui al mare con lei al tramonto.
"Un penny per i tuoi pensieri"
Cami incontra il sorriso incoraggiante di Maia, il cui volto è incorniciato da un paio di occhiali da vista dalla montatura decisamente troppo grande per il suo viso minuto.
"I miei pensieri dici? Un penny è poco, varrebbero almeno cinque dollari"
La ragazza ridacchia, scuotendo la testa.
Ogni volta che le sue amiche provano a cavarle qualche parola di bocca riguardo Pablo, Camila diventa sempre evasiva e trova un modo per non rispondere.
È evidente che le cose tra loro siano cambiate, visto che ora Cami ha quasi sempre un passaggio all'uscita dall'ospedale e passa davvero poco tempo a casa. Sorride anche di più, ma Maia non vuole farglielo notare per non gettarla nel panico.
Dio solo sa quanto Camila sia suggestionabile su queste cose.
Forse aveva ragione Lucas, Cami fa di tutto per renderlo meno reale, anche se dopo la chiacchierata con Marisol si sta sforzando di godersi ogni piccolo momento.
Le parole della ragazza, quel pomeriggio a casa di Pablo, avranno sortito l'effetto sperato se a Camila comincia a stare stretto vedere Gavi solo tra le quattro mura di casa sua.
Non gliel'ha ancora detto ma può già immaginare il sorriso a trentadue denti che illuminerà il viso di Pablo quando gli proporrà di mangiare una pizza fuori, anche se in un luogo un po' più riservato.
"Dovreste fare un tuffo, l'acqua è perfetta!" richiama la loro attenzione Tina, che si lascia cadere sul telo accanto alle altre tre ragazze.
"Tu sei completamente matta" è la risposta divertita di Cami.
"Chi viene a mangiare un boccone da cien Montaditos?" è la proposta di Valeria, che finalmente mette via il libro che sta leggendo.
Solo Vale può infilarsi con la testa in un romanzo appena dopo aver dato un esame, ma Camila la conosce bene e sa che starà leggendo qualcosa di oscenamente spicy.
"Scherzi? Gioca il Barça stasera!" risponde Lucas, indignato.
È vero, stasera c'è la Champions League.
Maia le rivolge un'occhiata di sottecchi che Cami spera nessuno abbia notato.
Pablo giocherà al Parco dei Principi di Parigi e a Camila sembra davvero un'ingiustizia che il ragazzo sia nella città dell'amore senza di lei. Quel pensiero le fa capire che sì, probabilmente ha perso il senno per davvero.
Tina alza platealmente gli occhi al cielo.
"Tieni la tua mascolinità tossica e la tua squadra di idioti lontano da me, de La Cruz"
Nonostante il trascorrere delle settimane, Pablo non è entrato nelle grazie di Tina, questo è evidente.
"Mi dispiace señoritas ma il Barcellona viene prima di tutto, soprattutto in Copa de Campeones"
Cami lancia un'occhiata di traverso ad Andreas, che ovviamente è ironico e cerca solo di punzecchiare Lucas, essendo uno sfegatato fan del Real Madrid.
"Non portare sfiga Andre e pensa alla tua squadra"
"Ops, dimenticavo che ormai sei una tifosa anche tu, Cami"
Lucas è convinto che sia stato il loro appuntamento allo stadio a far appassionare Camila alla squadra blaugrana e lei, per la propria serenità mentale, continua a farglielo credere.
"Okay vietato parlare di calcio in mia presenza o vi rubo tutti i turni in neonatologia del semestre" li minaccia Tina, con l'aria di chi non scherza affatto.
Una volta, dopo una scommessa con Valeria, è stata seriamente capace di farle coprire tutti i turni del mese con il primario di urologia al posto suo. Da quel momento tutto il loro anno evita di mettersi contro di lei.
Lucas e Andreas alzano le mani in segno di resa.
Alla fine passano una bella serata tutti insieme a casa di Vale ordinando d'asporto, così che i ragazzi riescano a guardare la partita. Anche Cami ogni tanto butta un occhio al televisore, lasciandosi scappare un piccolo sorriso ogni volta in cui inquadrano Pablo.
Puntualmente la telecamera lo becca quando sta protestando con l'arbitro o quando uno dei suoi compagni deve trascinarlo via da una rissa. Camila scuote la testa divertita anche se ormai è brava a cogliere anche qualcuna delle sue giocate di talento.
Gli scrive un rapido messaggio di congratulazioni alla fine del match, che il Barça vince per 2-3.
"Sai che non devi nasconderti quando sei con noi Cams, vero?" le dice Maia, che la sta riaccompagnando a casa, mentre mette in moto l'auto.
Camila, persa nei suoi pensieri, si gira per regalare all'amica un'occhiata confusa.
"Riguardo Pablo, non sei costretta a fingere che non esista in nostra presenza" risponde l'altra tranquillamente, mentre prende la svolta che sbuca sul viale dove abita Cami.
La ragazza di Valencia sente le guance colorarsi di imbarazzo.
"Non faccio finta che non esista..."
"Hai davvero un modo strano per dire che state insieme"
Per fortuna Maia, con la sua nonchalance e la sua aria rilassata, riesce a mettere a proprio agio chiunque.
"Sai che ti vogliamo bene e che vogliamo solo che tu sia felice, anche Tina"
Parcheggiano sotto il condominio di Camila e alla ragazza viene spontaneo dare un abbraccio di slancio alla sua amica dopo essersi liberata dalla cintura. La vicinanza di Pablo la sta rendendo troppo espansiva ma a Maia non sembra dispiacere.
"Lo so, ve ne voglio anche io" sospira Cami, in mezzo ai ricci scuri della sua amica.
Qualsiasi cosa accada, sa che potrà sempre contare sulle ragazze e al momento è una certezza molto rassicurante.
Quando diverse ore dopo sente il materasso abbassarsi sotto il peso di qualcosa Cami, in dormiveglia, pensa per un nanosecondo che un maniaco abbia fatto irruzione in casa sua e stia per violentarla.
Ha troppo sonno per opporsi, sinceramente.
Il suddetto maniaco però ha aperto la porta con la copia delle chiavi che Camila gli ha dato qualche giorno fa e ha un profumo davvero buono.
"Sei tornato" mugugna la ragazza, il viso schiacciato contro il cuscino, mentre Pablo le lascia un bacio sulla tempia.
Lui, distrutto dalla partita e dal viaggio di ritorno, riesce a stento a sfilarsi scarpe e maglietta prima di coricarsi accanto a Camila, anche se sarebbe più corretto dire sopra di lei per il modo buffo in cui la sta schiacciando nel tentativo di abbracciarla.
Cami si districa in quel caos di arti per mettersi a pancia in su e non morire soffocata, un braccio di Pablo le cinge possessivamente la vita.
Lei gli sfiora la guancia con il naso, godendosi la sensazione della sua pelle calda contro la propria.
"Era bella Parigi?" gli chiede, nel silenzio della sua piccola camera da letto.
Il ragazzo intreccia le loro gambe, cercando ogni espediente possibile per sentirla più vicina. Tutti sanno che Pablo è la definizione vivente dell'aggettivo "appiccicoso" ed anche se qualche volta Cami lo prende in giro, non crede riuscirebbe a fare a meno della sua spasmodica ricerca di contatto fisico.
"Tu sei più bella" è la sua risposta assonnata.
Camila chiude gli occhi e sorride.





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