14. Hemi

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"Aveva il mare dentro.

Il mare è profondità.

Oscuro e impenetrabile."


Poseidone e Ade smettono di conversare tra di loro, quando io e Afrodite torniamo in sala d'attesa. Hanno sicuramente escogitato un piano. Lo vedo inciso nei loro visi di marmo che hanno cambiato di nuovo le regole, di certo non per farmi un favore, ma solo per ridistribuire le carte del mazzo.

«È sera.» Poseidone sviscera un'ovvietà, visto che le vetrate del pronto soccorso si affacciano su un cielo arancione. Ma so a cosa si sta riferendo, purtroppo.

Hemi è già a casa con Giulia, entrambi mi aspettano per la cena. Di Dante, invece, non c'è traccia e nessuno lo nomina.

Una volta arrivata l'appartamento è stato completamente sconvolto. Efesto durante la nostra assenza ha dato sfogo alla sua creatività. La cucina sembra quella degli chef stellati, tutta in acciaio e con padelle e strumenti professionali: dall'estrattore all'abbattitore, dalla dispensa multipiano alla cantina a temperatura controllata. 

La sala da pranzo potrebbe ospitare tutti gli dèi per un banchetto imperiale. La camera di Giulia sembra un'aula di anatomia o una sala di un museo di medicina. Bacheche e scaffali custodiscono campane di vetro con dentro organi ancora pulsanti e scheletri verosimilmente appartenuti a esseri umani veri, immagino che questa macabra follia serva a comprare il suo silenzio.

La stanza dei ragazzi è diventata un trilocale, dove ogni camera ha uno stile ispirato al mentore del candidato. Vi è una cura dei dettagli maniacale, come la maniglia a forma di saetta della camera di Alex o i rumori del mare che cullano la stanza di Hemi. Oppure l'oscurità che ti avvolge nella camera di Dante.

Nella mia mi viene impedito l'accesso, perché Giulia ha fame e continua a tirarmi verso la cucina, così l'accontento e lascio la mia curiosità a più tardi. «Chi cucina?» Chiedo a Giulia ripensando alle doti culinarie di Alex, ma Hemi ci sorpassa e con addosso solo un grembiulino blu, inizia il suo spettacolino per noi.

«Mettetevi comode, ragazze, iniziamo con un cocktail? Un Ocean blue, vi va bene?» Io e Giulia ci scambiamo un'occhiata e accontentiamo il novello barman che inizia a prendere padelle e bicchieri, cucchiai e mestoli, come se dovesse cucinare per un esercito.

«Hemi? Stai preparando un cocktail o un ricevimento?» Chiede Giulia disorientata dal gran caos sul bancone.

«Tranquille ragazze, ho tutto sotto controllo. Voi concentratevi sui miei muscoli.» E inizia a farci vedere i bicipiti gonfi come palloncini d'elio.

Giulia porta una mano davanti la bocca, per coprire la sua risatina. Io le do una gomitata e lei inizia a ridere sempre più forte, ma le basta uno sguardo verso di me per capire che non sono in vena.

«Avresti riso come una pazza un tempo, cosa ti affligge? O dovrei dire chi... Alex o Dante?» Giulia ammicca nella mia direzione, attenta a non farsi sentire da Hemi.

Porto anch'io la mano davanti la bocca e mi avvicino un po' di più allo sgabello di Giulia, non voglio che Hemi senta e che soprattutto si deconcentri dalla preparazione della sua preziosissima bevanda. «Tutti e due. Alex in un verso e Dante nell'altro. Alex ha quasi perso la vita per me. Se non è amore questo, io non so cos'altro può esserlo.» Sospiriamo entrambe. «Dante è Dante. Non pensavo mi sarebbe... mancato. La sua assenza mi fa più male rispetto alle battute acide che mi lanciava o le provocazioni continue che indirizzava alla mia persona. Non ho avuto modo di parlare con lui... dopo il palazzo di giustizia. Non so, se quello che è...» successo, questa parola la mimo soltanto con le labbra. «Sia stata solo strategia, oppure c'è qualcosa di più.» Una spiegazione al suo comportamento deve pur esserci.

Il giudizio di ElenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora