"Essere trafitti da Eros
è doloroso."
Non provo nulla. Ho sentito lo spostamento dell'aria provocato dalla freccia, ma nessun dolore. Che il mio cuore di piombo abbia respinto la freccia di Eros?
Lentamente sollevo le palpebre ed Eros è solo un'ombra nei miei ricordi. Sento Ermes invocare l'ordine nell'anfiteatro. Sono le quattro del mattino. Tra tre ore la mia sveglia suonerà. Quante energie hanno gli dèi? Forse il loro intento è sfinirmi, confondermi, farmi arrivare a un giudizio affrettato per invocare una nuova guerra, ma non voglio sottostare ai loro biechi trucchetti.
Appena i miei piedi varcano la soglia della cucina il mondo perde mordente. Orfeo, con il suo pacifico faccione, oscura tutti i miei sensi, trascinandomi nell'oblio. È la sveglia a riportarmi sulla terra. Sono i passi di Giulia nel corridoio che mi spingono a precipitarmi da lei.
«Stai rientrando adesso!» L'ammonisco.
«Buongiorno anche a te, Elena!» La sua faccia è stravolta. Le occhiaie sono più scure del solito, la sua bellezza ha i toni dell'oliva, come se avesse vomitato l'anima.
«Cosa è successo?» Le chiedo preoccupata.
«Se accendi il notiziario capirai. Io vado a dormire e tu muoviti, non vedi che ore sono?» Mi liquida, sbattendo la porta della sua camera sul mio naso curioso.
La mia mente è frenetica, preparo la colazione e il pranzo da portarmi dietro. Con una mano lavo i denti e con l'altra sto attenta a non far bruciare il cibo nella padella. Con una mano mi vesto e con l'altra sistemo la mia borsa. La mia mente è distratta dalla quotidianità. In macchina sintonizzo subito lo stereo su Radio24, in attesa delle ultime macabre notizie. La voce del conduttore è monocorde e dopo aver parlato di politica, passa alla cronaca: un ragazzino di diciassette anni ha sterminato la sua famiglia. Madre, padre e il fratellino di soli dodici anni.
Il traffico congestionato mi dà modo di rabbrividire. Giulia adora i cadaveri, ma non ha mai sopportato la vista dei bambini senza vita. Crede che siano morti cruente, morti non naturali, morti che trascinano con sé la sventura e che il tormento di quelle anime si riversa in chiunque le tocchi. Rabbrividisco di nuovo, poi il traffico torna a scorrere e arrivo in ufficio.
Vengo chiamata dall'amministratrice due minuti dopo aver timbrato, il suo ufficio è angusto e privo di luce naturale. L'aria condizionata è impostata a meno tre gradi, spero non si tratti di una lunga riunione, perché potrei trovarmi ibernata per i prossimi cinquant'anni.
«Sarò breve, Elena.» La sua voce è un po' sopra le righe. Non si è mai rivolta a me con tanta gentilezza. «L'azienda non sta fatturando come dovrebbe. Mi aspettavo da te centomila euro di guadagno, ma...» ma cosa? Sono una segretaria, mica un commerciale? «Ma non ti ho vista nelle ultime cene aziendali. Non ti sei integrata, come gli atri. Il tuo carattere non è adatto alla nostra azienda. Tu non hai passione!» Passione? Svegliarmi la mattina alle sette e arrivare alle otto meno dieci in ufficio, spararmi otto ore al giorno di malumore, trattare i clienti con rispetto ed educazione senza essere ricambiata, non aver diritto alla pausa caffè, alla pausa bagno, alla pausa facciamo riattivare la circolazione delle mie povere gambe, mangiare in dieci minuti, perché altrimenti il turno è scoperto, restare oltre l'orario di lavoro, perché esce sempre qualche imprevisto all'ultimo minuto, tutto questo senza la prospettiva di un regolare contratto: è essere senza passione!
Zeus appare dietro le spalle dell'amministratrice. Apro la bocca, ma non ne esce alcun suono. Inizia a spostare i suoi preziosi fogli, fino a farglieli cadere dalla scrivania. Lei resta al quanto interdetta e si china sbuffando a raccoglierli.
STAI LEGGENDO
Il giudizio di Elena
Chick-Lit[Mitology-Romance/Retelling] Elena è una ragazza della nostra epoca, quando una sera i tre Grandi Dèi: Zeus, Poseidone e Ade le rivelano di essere la discendente di Elena di Troia. Vogliono sapere da lei chi è il migliore! Una nuova mela della disc...