January 15th.

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11 gennaio;
Il giorno si sta avvicinando, non sono pronta.
Dug è qui con me, mi ama.
12 gennaio;
Io non riesco a pensare ad altro che a quel giorno. Sento il bisogno delle mie pastiglie. Dug le sta tenendo nascoste.
13 gennaio;
Mi sento da schifo, il peso della coscenza è arrivato a superare la tonnellata, schiacciandomi il petto.
Ho trovato le mie pastiglie, Dug fa schifo a nascondere le cose.
14 gennaio;
Sto contando le ore che mi separano da quel momento. Non ci riesco. Sto piangendo ancora. Ho finito le pastiglie. Dug è ancora qui con me.
15 gennaio;
Devastazione.
Dolore totale.
Squarci al petto e nessuna lacrima da piangere.
Ti amavo, perchè mi hai abbandonata, perchè l'hai fatto?

Dug mi sta stringendo forte, ma non riesco a sopportarlo. Voglio stare da sola, da sola con il mio dolore. Voglio vedere mio fratello ancora.
-Dug, ti prego, vattene.-
-No.-
-Non faccio stronzate, per favore, vai via. Voglio stare da sola, sei molto dolce ma è troppo. Mi manca l'aria.-
-No, se vuoi mi stacco, ma non vado via. Lo so che vuoi tornare da lui, non farlo. Lui è andato via per sempre. Ormai devi accettarlo. È passato un anno e ancora non è tornato, e mai lo farà, è inutile piangersi addosso. È doloroso, sì, ma devi superarlo.
Lui non c'è più.-
Queste parole sono coltellate dritte al cuore, fredde, spietate.
Ritrovo lacrime che credevo di aver finito.
Non può parlare così di lui. Non può. Oliver mi ama, Oliver mi ama ancora.
Lui non se n'è andato.
-Ora vattene. Vattene!- urlo alzandomi a fatica dal divano e spingendolo fuori di casa con la forza.
Corro verso quella dannata porta chiusa, ancora in lacrime.
Tremante appoggio la mano sul pomello della porta, facendolo scattare.
Sussulto.
Socchiudo leggermente e la apro sempre più piano, con sempre più fatica.
È esattamente intatta e identica, non l'ha più toccata nessuno. È piena di polvere, ma me ne frego.
Apro il suo armadio e mi metto la sua tuta, la sua maglietta e la sua felpa.
Mi siedo ai piedi del letto e mi cade l'occhio sulla chitarra, nell'angolino. Ha ancora il graffio che gli avevo fatto, non l'ha mai riparato.
Non so se prenderla o no, ma alla fine mi alzo e poi ritorno sul letto parecchie volte prima di decidermi.
La tocco lievemente, quasi con paura di rovinarla di nuovo.
Sto ancora piangendo.
Provo ad accordarla e a strimpellare qualche accordo, non mi ha mai insegnato a suonare, a parte qualche canzoncina semplice.
Anche se me l'aveva promesso.
Il suono è graffiante e fastidioso, la mia voce rotta dal pianto, la camera polverosa e l'armadio sottosopra, ma mi sembra comunque di rivederlo lì, davanti a me, che mi sistema le dita in modo da fare il più correttamente possibile per un principiante.
Ci appoggio la testa sopra, non riesco più a continuare.
Ora solo in un posto mi piacerebbe essere, e qualsiasi posto sarebbe, comprenderebbe lui.
Rimetto tutto essattamente come prima e mi precipito fuori dalla porta. Sono giorni che non mi lavo, giorni che non mi pettino i capelli, giorni che ho lo stesso trucco colato sulla faccia. L'unica cosa che è cambiata è che ora sono sicura di cosa fare.
Arrivo al suo appartamento e non mi fermo, salgo tutte le scale fino ad arrivare a quella antincendio.
Apro la porta e l'aria fredda mi sferza il viso, non ho neanche il giubbotto.
Mi avvicino sempre di più al bordo del tetto e guardo giù.
Oliver, sto arrivando.
Prendo il telefono e digito il numero, veloce. Risponde subito.
-Perdonami, non dovevo trattarti male.-
-Dove sei? La porta a casa è aperta.-
-Lo sai dove sono.-
-No! Non farlo. No!-
-Ti saluto Oliver, sono sicura che ci ama ancora.-
-Leah, Cristo. Sono quasi arrivato alle scale. Non muovere un solo muscolo.-
La porta si spalanca e lo ritrovo lì.
Non posso aspettare, mi fermerà altrimenti.
-Ti amo Dug, ti amo più della mia stessa vita, perdonami.-
Mi sporgo. Il vuoto mi accarezza il corpo e mi sento finalmente leggera, senza piú pesi sul petto.
Oliver, sono quasi da te.
-No! Ti amo, ti amerò per sempre. Non dimenticarlo!-
L'ultimo urlo che squarcia il silenzio di quella mattina, 15 gennaio 2014, e precipito con il sorriso sul volto.
Anche io, ti amo anche io.

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