felici assieme.

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Ma si può sapere perchè sono un così totale coglione?
No dai, lo voglio davvero sapere
Non dovevo abbracciarla, merda. Mi sento un deficiente. Però è stato così bello, voglio dire Leah ha un profumo buonissimo e sentivo il suo cuore e il mio che battevano assieme. È così delicata e pallida la sua pelle, con una piccola pressione delle dita le rimane il segno rosso subito.
E vedere il segno della mia stretta è stato così, non so... rallegrante, sentivo che per quel momento è stata mia, e le braccia impresse sul suo petto e sulla sua pancia ne erano la dimostrazione.

-Ahaha, amico, questa è la stronzata più grande che io abbia mai sentito, ti giuro. Mamma mia che ridere.- esclamai sghignazzando per un sacco di tempo.
Si accese una sigaretta, un'altra ancora. Non avevo mai visto nessuno fumare così tanto, e considerando il fatto che nel nostro gruppo tutti fumano, direi che lui batte tutti.
Ha sempre un'aria un po' malinconica, capelli neri, occhi neri, vestiti neri o molto scuri, e da quando ha quella fottuta chitarra non esce quasi più da casa sua. Anche se l'altro giorno mentre ero da lui ho notato un reggiseno per terra, almeno non è proprio del tutto isolato ed estraneo dal mondo. Prima o poi troverò un pretesto per chiedergli della sua nuova ragazza.
-Beh, Dug sai, dovrei fare un regalo di compleanno, sedicesimo, ad una ragazza e non so proprio che fare.- disse grattandosi la nuca e arrossendo.
Oliver è veramente imbarazzato? Non lo credevo possibile.
-Oh, caro, non chiederlo a me. Non sono il tipo da tutte ste smancerie. Per me botta e via basta e avanza.- risposi schietto.
Non è da me legare, perchè va a finire che ci rimango sempre male. Piuttosto la fama dello stronzo.
-Magari potresti regalarle qualche vestito o robaccia simile, di solito ne vanno ma...- venni interrotto da un 'Oh, Cristo, no' sconsolato del mio amico mentre fissava un punto in lontananza.
Curioso allungai il collo e vidi una ragazza dai capelli nerissimi che si avvicinava sempre di più. A circa dieci metri notai che aveva una faccia visibilmente irritata e non appena aprì bocca ne uscì un rabbioso -Tu! Brutto stronzo figlio di puttana!- verso Oliver. Ero sempre più confuso.
-Ehi calma, quella puttana si da il caso che sia pure la tua di madre. Lo stronzo te lo concedo.-
Ora capivo sempre di meno. Una sorella?
Adesso che ci facevo caso si assomigliavano moltissimo, tranne per gli occhi color ghiaccio di lei e i pozzi neri di lui. Anzi indossava pure la felpa che gli avevo visto comprare l'altro giorno.
Intanto i due si scambiavano insulti e lei gli picchiava l'indice sul petto.
-Dai, Leah non insistere, non l'ho fatto apposta. Senti se vuoi domani pomeriggio ti accompagno a fare quel dannatissimo septum, basta che non rompi, okay?-
Lei ora sembrava veramente arrabbiatissima e rise isterica.
-Ah, seriamente credi di potermi convincere così, ci vorrà ben altro, sappilo.-
-Cristo, non so mai cosa fare con te, sei così odiosa certe volte!- rispose a tono lui.
Questa situazione stava diventando davvero troppo pesante per i miei gusti. Così decisi che la cosa migliore da fare era assolutamente andarsene.
-Senti amico io...ehm, vado, va bene? Ci si becca in giro.- sorrisi forzatamente e solo allora i due si accorsero di me.
Soffermai il mio sguardo su di lei e non potei fare a meno di notare che era veramente una ragazza bellissima.
-Io comunque sono Dug.- le sorrisi e lei ricambiò - se quello stronzo figlio di puttana non ti vuole accompagnare a fare il septum ti ci porto io, domani pomeriggio.- aggiunsi ridacchiando e indicando il piercing al mio sopracciglio.
-So dove portarla, Dug.-
Sembrava veramente arrabbiato e negli occhi di lei passó un guizzo malefico, per niente rassicurante.
-E invece Oli , credo proprio che andrò con questo tale, Dug, giusto?- annuii ed il mio amico sospirò e borbottò un 'tanto ci vengo pure io' mentre si girò e la prese per il braccio. Prima di andarsene mi fece l'occhiolino e poi seguì allegra il fratello.

Sento un fracasso assurdo e mi risveglio dai miei pensieri; vedo gente che lancia bottiglie di vodka vuote a terra, stranamente non svuotate da me.
-Ehi ehi amico, calmino, la casa non è tua!-
Gli grido per sovrastare il rumore della musica.
-Ma si può sapere che diavolo stai facendo, testa di cazzo!?-
Mi giro e vedo Leah, con la sua solita finezza, e per poco non mi cade la mascella: indossa l'abito rosso che le ho regalato un po' di tempo fa. Ha una scollatura a forma di cuore a dir poco profonda, che sulla schiena è legata da dei nastri neri come se fossero delle stringhe, dal quale si può capire che è priva di reggiseno. È un vestito molto attillato e che non arriva a metà coscia. Ai piedi porta delle scarpe col tacco nere ed è truccata pesantemente, sempre di nero.

Quando le ho comprato quel vestito era per prenderla un po' per il culo, perchè ero certo che non l'avrebbe mai messo.

-Che diavolo hai da fissare, allora?-
Deglutisco e le spiego che quel ragazzo stava spargendo vodka e vetro ovunque, ma gli ho detto di smetterla.
-Ah okay, grazie-
-Ehi piccola, non hai ancora ballato, sei in ritardo, senza aver bevuto un goccio e fatto mezzo tiro, è la tua festa cazzo, divertiti!- esclamo accendendole una sigaretta con l'erba rimasta da prima e passandole la bottiglia.
Lei sorride complice, la prende e aspira, poi con un gesto secco avvicina la bottiglia alla bocca e ne beve un sorso abbondante.
La vedo sbattere le ciglia più volte per l'effetto dell'alcol e poi alzarsi per ristabilizzarsi.
Mi afferra un braccio e grida sorridendo -Cazzone, balliamo o no?-

Non rifiuterei nemmeno per un milione di dollari.
La trascino in pista e inizia a muoversi ondeggiando, sempre più frenetica e sembra veramente felice. Ma probabilmente è solo perchè è mezza drogata e ubriaca.
Continua a ballare e ballare, e iniziano a scendere delle gocce di sudore sia a me che a Leah. A lei per tutto quel ballare incostante e a me per la forza che mi occore a trattenermi a non saltarle addosso lì, sedutastante.
Mentre sto per crollare la avvicino e le sussurro in un orecchio maliziosamente, provocandole i brividi
-Ehi, noi due abbiamo un accordo in sospeso, ricordi?-
Lei fa una risatina e riinizia a muoversi: è proprio andata.

Continuiamo a bere, fumare e ballare per ore, ormai completamente persi, finchè la casa poco a poco si svuota, diventando sempre più cupa e vuota.
Nonostante sia mezzo rincoglionito capisco perchè abbia tanti problemi: questo posto è così tetro e orribile.

La sento ridere e sghignazzare di continuo e inizio anchio.
Ridiamo come degli stupidi.
Soli in una casa mezza distrutta.
Sudati e ridotti male.
Ma siamo felici, felici assieme.

January 15thDove le storie prendono vita. Scoprilo ora