mi importa.

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Megan, la ragazza che è solo per pietà divina se non ha contratto qualche malattia venerea per tutte le volte che è andata a letto con un numero sproposistato di persone, in cima alla priramide sociale delle Cheerleder, se ne sta appiccicata a Dug, provandoci visibilmente ed abbassandosi ripetutamente in modo da mettere in mostra il suo enorme petto di plastica. Mi viene da star male a vedere quella scena, e non dovrebbe proprio, insomma io e Dug siamo solo amici, migliori amici al massimo, non dovrebbe importarmi.
Anche se siamo stati di più.
Molto di più.
Invece mi importa, cazzo se mi importa.

Allungo il passo verso l'entrata, come vorrei un'amica ora.
Ma solo una persona sarebbe utile in questo momento.
E quella persona qui non c'è proprio.
Vero, Oliver?
Mi avevi promesso che ci saresti stato sempre.
Ma mi hai mentito, mi hai tradita.
E la cosa brucia. Tanto.

Sento che una presa me lo impedisce, stringendomi il polso.
-Mollami coglione- urlo. So già chi è, l'unico che mi seguirebbe, ma ora non voglio proprio vederlo.

-Ma si può sapere che cazzo hai, le tue cose? Ieri eri tutta felice e ora mi odi! Che diavolo ti ho fatto ora?!- urla anche lui, facendomi crescere il nodo amarognolo legato alle lacrime in gola, sempre più su, a soffocarmi e opprimermi.

-Niente è che per una volta, una volta sola, vorrei essere io quella felice. E non quella in disparte a guardare la felicità degli altri.- urlo ancora e non ce la faccio più, devo andare in bagno a bagnarmi il viso, con acqua gelata.
Strattono la mano e me ne vado facendomi spazio in mezzo alla piccola folletta creatasi con dei gesti secchi con il braccio, dicendo a tutti quelli che ho davanti di togliersi dalle palle.
Oh, Cristo santo. Come diavolo hai potuto lasciarmi qui da sola.
Oliver.
Ti prego, torna.

Dug ancora mi sta seguendo e quando mi raggiunge mi afferra le spalle e mi gira verso di lui bruscamente, con un lampo strano negli occhi.
E mi sembra di tornare indietro nel tempo, con le lancette che retrocedono veloci.
Secondi.
Minuti.
Ore.
Giorni.
Mesi.
Anni.

-E che cavolo è la felicità per te, eh?- mi avvicina e mi lascia un bacio sul collo, facendomi salire un brivido dalla spina dorsale fino al collo.

-È forse questo?- mi guarda.
Silenzio.
-O questo magari- sale e mi dà un altro bacio, alla base della mascella.
Sospira.
-O di sicuro questo...- mi sussurra e poi mi bacia sulla bocca, stampando le labbra morbide sulle mie.

Sento una piccola scossa provenire all'incontro con la sua bocca, e un ricordo amaro si impossessa di me, lasciando avanzare un bruciore fin troppo familiare su per la gola.

-Shh, ora fai silenzio, mi raccomando.- mi sussurrò tappandomi la bocca con la mano.
Ridacchiai.
Spiò dalla serratura della porta e vide che in casa non c'era nessuno.
-Vieni.- disse prendendomi la mano e tirandomi leggermente per farsi seguire.
Aprì la porta piano e la richiuse dietro di me, guardandomi.
Azzurro dentro verde.
Bastò quella manciata di secondi per capire.
Per iniziare.
Mi spinse contro la porta.
Sospirai.
Ci baciammo, ansimando e mi premette con il bacino sulla superficie bianca.
Ansimò ancora.
Sfiorò l'orlo dei miei calzoncini e rabbrividii. Toccò con l'indice la striscia sottile di pelle tra essi e il leggero top viola.
Mi guardò dritta negli occhi.
Capì nuovamente.
Ricominciò a baciarmi il collo e stacco le labbra solo per finire di sfilare il top.
Reclinai la testa all'indietro e sospirai.
Forte.
Lo spinsi rapidamente sul letto e mi misi sopra di lui.
Appoggiò le mani sul mio sedere, respirandomi velocemente sul collo.
Ansimi, ansimi ancora.
-Oh, Cristo-
Mi girai.
Porta aperta.
Oliver.
Merda.

Quel bacio viene interrotto da una Leah che corre nel corridoio, direzione cessi.
I bagni sono praticamente dall'altra parte dell'istituto e io ho il tempo di pensare a che male ho fatto per avere questo. Prima credevo che lui ci tenesse a me, e non solo come amica o scopamica, mi stavo aprendo a lui come non ho mai fatto con nessun altro.
E lui lo sa.
Prima qualcosa c'era.
Prima, sempre questo fottuto prima.
Ma ora mi sento una bambina di dodici anni che fa la scenata al fidanzato quando lo vede con un'altra coetanea. Il punto peró è che 1) non stava facendo niente se non parlandole e che 2) lui non è il mio fottuto fidanzato.
Cazzo.
Nel frattempo arrivo ai bagni e, sbattendo la porta di un cubicolo mi ci appoggio con la testa, sbattendogliela ripetutamente contro, come se le testate facessero dimenticare quante puttanate ho fatto fino ad ora.
Come se potessi cancellare tutti questi ultimi mesi orrendi.
Oliver, dove sei?

January 15thDove le storie prendono vita. Scoprilo ora