Capitolo 7.

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Mi sveglio nel letto di Anastasia, ma lei non c'è. "Dov'è?" Prendo le scarpe e mi dirigo per le scale. Scendo in cucina e saluto Mrs. Addams:

<< Buongiorno! >>

<< Buongiorno, Christian. >>

<< Dov'è Anastasia? >>

<< È uscita stamattina.. >>

<< Così presto? >>

<< Ehm, sai, doveva fare qualche commissione, per il matrimonio. >> mi dice e si gira dalla parte opposta.

<< Sai dov'è andata? >>

<< Ehm, credo, dal fioraio, giri il vicolo e dopo 100 metri lo trovi. >> mi dice. Prima che possa dire altro esco dalla porta e vado dove mi è stato detto. Arrivo davanti al negozio di fiori, do un'occhiata dentro e vedo Ana che parla con il commesso. Mi appoggio alla porta e prendo una rosa tra le mani. Quando esce, mi vede e sobbalza. Le porgo la rosa e le sorrido

<< Buongiorno, amore! >>
Lei alza gli occhi al cielo e comincia a camminare scrivendo al cellulare.

<< Hai intenzione di ignorarmi? >> le chiedo.

<< Almeno fino al mio matrimonio! >>

<< Cosa? Ancora con quel matrimonio? >> le chiedo.

<< Ma certo! Dovrei aver cambiato idea? >> mi dice, il suo tono è devastante.

<< Beh, dopo ieri sera.. >>

<< Abbiamo solo dormito insieme, Christian! >> mi ricorda senza staccare gli occhi dal telefono. Una bicicletta quasi le va addosso << Ana! >> urlo mentre l'afferro e la stringo a me tenendola lontana da quel ciclista che continua a pedalare senza accorgersi di nulla. Ana mi fissa, spaventata. Ricorda anche lei quando la salvai da quella bicicletta a Seattle, e poi la lasciai andare. Stavolta non lo farò.

<< Stai bene? >> le chiedo accarezzandole il viso, proprio come feci quella volta. Le sue dita si stringono intorno alle mia braccia.

<< Si, io, ehm. >>

<< Ana? >> le chiedo.

<< Sto bene. >> dice e io tiro un sospiro di sollievo.

<< Okay.. >> le dico. Lei si divincola dalla mia stretta e si rimette a camminare notando il cellulare rotto davanti a sè.

<< Ne avrai un altro stesso oggi. >> le dico.

<< Christian, non c'è bisogno. >> dice scuotendo la testa.

<< Si, invece. Devo poterti contattare ogni volta che ne sento il bisogno, per tenerti al sicuro. >>

<< No, invece. Anzi, dobbiamo tenere le distanze, christian. >>

<< Ma io.. >>

<< Dico sul serio! - urla - Torna a Seattle nel tuo mondo perfetto e lasciami vivere la mia vita! >> mi dice seria. La tiro per un braccio e le dico:

<< Come puoi dire questo? Dopo ieri? Dopo tutto quello che c'è stato? >> urlo anche io.

<< Posso, perché stamattina ho visto tutto con occhi diversi. Ho capito che era tutto un errore. Ci siamo detti addio. E basta. >> mi dice e cerca di staccarsi da me ma non la lascio andare.

<< Lasciami andare.. >> mi supplica, ma so che in realtà non lo vuole.

<< Mai. >> le dico e le nostre fronti si toccano, le prendo la mano e la metto sul mio petto, in modo che senta cosa sta succedendo, cosa mi fa provare. Le nostre dita si intrecciano, ci guardiamo negli occhi. Occhi blu contro occhi grigi. Ci avviciniamo e le nostre bocche si toccano. "Ana" finalmente, la mia Ana. La sua bocca, quanto mi è mancata la sua bocca, la sua lingua biforcuta. L'ho sognato per troppo tempo, ogni notte, ogni maledetta notte di questi cinque anni. Le nostre labbra si staccano al contatto con le sue lacrime, le accarezzo le nocche con il palmo della mano. "sta piangendo per me".

<< No, Ana. Non piangere. È una cosa bella, per favore. >> le sussurro quando arriva Julian alle spalle che con una spinta mi stacca da lei.

<< Che cazzo le hai fatto? >> mi ringhia contro. Mi limito a fare un sorrisetto compiaciuto, che lo fa arrabbiare ancora di più, viene verso di me per picchiarmi, io indietreggio ma Ana si mette in mezzo a noi e piangendo urla:

<< No! No! Julian, no! Ti prego, non fargli del male, ti prego! >> lo implora.

<< Stronza! - sbotta lui - lo hai baciato! Brava! Complimenti! Perché domenica non sposi lui? >> ringhia.

<< Oh, ne sarei più che felice! >> dico io con aria tranquilla, mentre Ana si trova ancora in mezzo a noi, sa che con lei in mezzo non faremmo nulla.

<< ma lasciatemi stare! non è cambiato nulla, lasciatemi stare! >> dice piangendo e attraversa la strada andando chissà dove.

<< è tutta colpa tua! Da quando sei arrivato tu, lei ha dei dubbi! >> urla lui.

<< Ana merita molto di più di questo! >> dico io.

<< Allora perché fino a due giorni fa era felice? >> sbotta lui.

<< Tu non sai niente di lei. >> ringhio a denti stretti.

<< Ah si? Tra voi era solo sesso! >>

<< Tu non sai niente di noi! >> urlo.

<< So che ti ha lasciato, e che vuole sposare me! >>
<< VOLEVA! - gli punto il dito contro -a quell'altare voi due non ci arriverete mai! >> urlo io.

<< Vedremo.. >> dice lui calmo. Porca puttana! Gli spaccherò la faccia.

Ana & Christian • Il mio primo amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora