Capitolo 30..

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| Anastasia | 7 giorni dopo.

Mi sveglio avvinghiata al petto di Christian, la prima cosa che noto è il tatuaggio con il mio nome, non posso fare a meno di sorridere. Mi porta sul suo cuore. Guardo l'uomo stupendo che dorme accanto a me, quello che mi voleva solo come sua sottomessa, quello che è cambiato grazie al mio amore, l'uomo che amo. Sembra così rilassato mentre dorme, osservo le sue cicatrici sul petto, alcune vicino al tatuaggio, come ha potuto segnare ancora il suo corpo per me?!? Riflettendoci non mi ha mai raccontato nei dettagli la sua storia, so solo che il protettore di sua madre lo picchiava quando ne aveva voglia. Pensandoci, so poco di lui eppure così tanto. Lui sbatte le palpebre e sorride:
<< Ciao.. >> mormora.
<< Ciao. >> dico io.
<< Da quanto stavi lì a fissarmi? >> chiede. Mi stringo nelle spalle e lo guardo negli occhi, spostando lo sguardo sul suo tatuaggio, mi chino su di lui e glielo bacio, lui butta la testa indietro e io distribuisco baci su tutto il tatuaggio. Chi l'avrebbe mai detto? Sono pronta, per essere di nuovo sua. Mi ha aiutata. Mi è stato vicino, mi ha tenuto la mano quando avevo gli incubi, mi ha baciata solo quando mi sono sentita pronta e non mi ha mai toccata senza il mio permesso e adesso si lascia andare. Gli bacio ogni cicatrice e lui geme sotto di me stringendo il bordo del cuscino. Ansima sotto di me. Quando gli bacio le cicatrici comincia a piangere.
<< No, Ana.. >> dice afferrandomi il polso.
<< Non vuoi? >> mormoro. Si mette su a sedere e io sono a cavalcioni su di lui.
<< Ana.. Io.. Non possiamo. >> mormora.
<< Perché? >> chiedo.
<< Ana, che cavolo, sei stata violentata poco più di una settimana fa, e pensi a fare l'amore con me? Non posso, Ana. Se non riuscissi a fermarmi.. Se ti facessi male. >> mormora abbassando la testa. Gli prendo il viso tra le mani asciugandogli le lacrime.
<< Io mi fido di te.. >> dico accarezzandoli il viso. Lui alza lo sguardo e mi fissa. Sembra non crederci. I suoi occhi sono pieni di paura. Ha davvero paura di farmi del male. Oh, Christian. Ha tenuto le mani a posto per tutto il tempo, mi ha toccata solo quando gliel'ho permesso io, e perché adesso non mi da retta?! Mi fa alzare da lui e si alza.
<< Per favore >> mormoro. Lui si ferma davanti alla porta del bagno e si massaggia la fronte. Si gira e mi guarda, sembra che si stia trattenendo
<< Oh, fanculo! >> dice e si avventa su di me. Mi bacia, la sua lingua si intreccia con la mia, mi apre le gambe con i ginocchio e io faccio scorrere le dita sulla sua schiena, tenendolo stretto a me. Mi bacia il collo e butto la testa indietro, ansimando sotto di lui. Mi abbassa le spalline della camicia da notte mi bacia una spalla, poi passa al mio seno, affondandoci dentro la faccia. Le sue mani vagano per il mio corpo, e mi stringono i fianchi, proprio dove ho il livido. Sussulto quando lo tocca e lui si stacca da me spalancando gli occhi.
<< Oh, cazzo. Scusa. Scusami. Non posso. >> mormora alzandosi e andando in bagno. Chiude la porta dietro di se. Decido di seguirlo. Mi alzo dal letto ed entri in bagno. È di spalle, sotto la doccia. Faccio cadere la camicia di notte ai miei piedi insieme alle mutandine. Lascio i vestiti a terra e mi incammino verso la doccia. Si gira verso di me e si scosta per farmi posto nel piatto della doccia. Mi osserva.
<< Christian.. >> mormoro passando le mani sul suo petto, sulle cicatrici, sul tatuaggio. Mi segue con lo sguardo a bocca aperta.
<< Per favore.. >> mormoro contro il suo collo.
<< Non voglio farti del male. Non lo sopporterei. >> dice.
<< Non me ne farai. Ti amo, Christian. Toccami. >> mormoro. Le mie parole sembrano essere la sua disfatta, mi prende il viso tra le mani e mi spinge delicatamente contro il muro della doccia. Le sue mani mi esplorano, la sua bocca mi divora. Una mano scende verso i fianchi, le gambe, l'interno delle coscie mentre con l'altra mi tiene per la vita. Mi bacia il seno, palpando i miei seni, le mi dita gli tirano i capelli e lui geme. D'un tratto di inginocchia a miei piedi e mi bacia le coscie, piccoli dolci baci ovunque sul mio colpo, mi bacia l'inguine. Si alza verso di me e mi bacia. Gli butto le braccia al collo ricambiando il bacio, le nostre lingue si intrecciano, si cercano.
<< Ti voglio, Christian. Adesso. >> mormoro.
<< Prendi ancora la pillola? >> chiede. Annuisco. Lui sorride compiaciuto e mi afferra le coscie, le allaccia intorno alla sua vita e piano, pianissimo, entra dentro di me. La mia mano cerca istintivamente il muro. Lui alza lo sguardo verso di me preoccupato, gli faccio un cenno si abbandona al mio collo. Con una mano mi tiene la vita e l'altra si intreccia con la mia. Spinge dentro di me, e non sento dolore, solo piacere. Il piacere di stare lí con lui, di essere sua, schiava del suo amore, del suo potere. Spinge ancora dentro di me e alza lo sguardo per vedere come sto. La sua fronte è contro la mia spinge e resisto tenendomi stretta alla sua mano e alla sua schiena.
<< Ti amo, Ana. Per sempre. >> mormora.
<< Ti amo. >> mormoro.

Ana & Christian • Il mio primo amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora