Capitolo 36.

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| Christian |

<< Mr Grey. >> dice Taylor vedendomi arrivare in corridoio.
<< Taylor. Tutto bene? >> chiedo indicando la stanza di Ana.
<< Tutto a posto, signore. Lei? >> chiede. Annuisco e Congedo Taylor ed entrò in camera. La stanza è illuminata dalla luce della luna che entra dalla finestra. Anastasia sta dormendo dalla sua parte del letto, è vestita, indossa ancora il pareo da mare, che ormai le si è arrotolato fin sopra la vita. Mi spoglio e mi infilo i pantaloni del pigiama, mi avvicino dal mio lato del letto, mi siedo e comincio a fissarla. Adoro guardarla dormire, le sposto i capelli dal viso. Ana. Meglio che dorma per terra. Prendo il cuscino affianco e lei.
<< Christian.. >> sussurra lei nel sonno.
<< Ana? >> tento di chiamarla, ma non si sveglia.
<< Ti amo, Christian. Non trattarmi male. >>
<< Oh, Ana. >> le accarezzo il viso. Quanto sono idiota. Sono un emerito coglione. Lei è così fragile, dolce e forte allo stesso tempo, cerca di aiutarmi, di capirmi e io la tratto così.. Sono una merda, e non me la merito. Lei è ancora qui, poteva andarsene, ma è qui, nel mio letto. Non la merito. Afferro di nuovo il cuscino e mi sistemo ai piedi del letto, dal mio lato. Non vorrà sicuramente dormire con me dopo quello che ho detto.. E ha ragione. Nelle ore successive Anastasia non ha più parlato nel sonno e io non sono riuscito a dormire.

| Anastasia |
Mi sveglio quando la stanza viene illuminata dai raggi del sole, Christian non è al mio fianco. Non è tornato? Dove sarà stato?? Mi alzo e ai piedi del letto vedo lui, Christian. É girato su un fianco su una coperta ai piedi del letto. Sembra stare di guardia. Perché non ha dormito con me? Pensava che non volessi? Perché non sarebbe stato in grado di non toccarmi? Mi chino su di lui, mettendomi in ginocchio di fronte a lui, passandogli una mano tra i capelli. Osservo il suo meraviglioso viso, rilassato mentre dorme. Lui Comincia a muoversi e istintivamente scatto in piedi e corro in bagno. Non voglio che pensi che lo stavo guardando, non dopo quello che ha detto ieri. Le sue parole sono ancora nella mia testa e non riesco a cacciarle via.

Due giorni dopo..

Quando esco dal bagno Christian è in piedi accanto al comó, scorre i messaggi. È dannatamente sexy, i pantaloni del pigiama gli ricadono in modo sexy sui fianchi e improvvisamente mi sento vacillare. Wow. Stringo il bordo dell'asciugamano al petto, decidendo di non mostrargli la mia debolezza, ma di svelare la sua. Faccio cadere l'asciugamano a terra consapevole che mi sta fissando attraverso lo specchio e mi infilo le mutandine. Noto che la sua espressione è dolce, divertita anche, quindi deve capire che mi ha fatto male, che non si può dimenticare così. Mi ha accusata di voler rovinare tutto, la cosa mi ha fatto molto male. Come può pensare una cosa del genere?! Non dopo tutto quello che abbiamo passato insieme. Prendo il reggiseno dal cassetto e me lo infilo. Lui è appoggiato con le spalle al comó e mi fissa. Penso che voglia dire qualcosa ma non sa cosa. Finisco di prepararmi sotto il suo sguardo.
<< Pensi di andartene in giro da sola anche oggi? >> chiede.
<< La cosa ti reca fastidio in qualche modo? >> chiedo sarcastica infilandomi il vestitino bianco di pizzo, che so che gli piace tanto.
<< No, ma.. >> dice.
<< 'Ma' cosa? >> chiedo acida.
<< Sono io quello che dovrebbe essere arrabbiato, Ana. >> dice.
<< Cosa avrei fatto, adesso? >> chiedo esasperata.
<< Prima di tutto, mi stai tentando muovendoti così per la stanza, eviti di parlarmi, stai via tutto il giorno con chissà chi e prima di tutto questo mi hai sfidato in spiaggia! >> dice.
<< Bene, adesso che le hai ripetute ad alta voce hai capito che sono cazzate? >> chiedo.
<< Cazzate? Ana? >>
<< Si, e io cosa dovrei dire? Hai insinuato che voglio rovinare tutto di proposito! Come pensi che mi sia sentita? >>
<< io.. >>
<< Oh, lascia perdere. Possiamo tornare a Seattle? >> chiedo. Lui sbarra gli occhi incredulo.
<< Seattle? Quindi tu.. >>
<< Cosa? >>
<< Vieni comunque a vivere da me? >>
<< Io.. Beh, la cosa mi ha ferita, ma al contrario di come pensi tu non rovinerei mai tutto. >> dico.
<< Ana, lo sai che non pensavo.. Sai che quando sono incazzato dico cose senza senso! Lo sai! >> sbotta. Ignoro il suo commento.
<< Evitiamo, per favore. Posso prepararmi? >> chiedo nella speranza che lasci la stanza.
<< No, dobbiamo parlare. >> dice. Mi giro verso di lui esasperata.
<< Di cosa? Ci siamo detti tutto! Fin troppo, anche! >>
<< Perché non mi lasci? >> chiede è quasi mi manca un battito. Resto a bocca aperta. << Perché resti? Se faccio così schifo, se sono così un mostro, perché resti? Potresti tornare da Julian, lui ti sposerebbe anche subito, ti darebbe quello che vuoi. Eppure, sei qui. >>
<< Forse, perché non è quello che voglio. >> dico diretta.
<< Ma perché resti? Faccio una cazzata dopo l'altra, per me hai passato l'inferno, hai rinunciato a tutto! >>
<< Perché nonostante tutto, io ti amo. E questo non cambierà mai. >>
<< allora perché mi tieni a distanza? >>
<< perché non riesco a dimenticare le tue parole. >> rispondo. Lui si avvicina e mi prende il viso tra le mani.
<< Dovremmo inventare parole nuove per spiegare quello che sentiamo l'uno per l'altra, Ana, per questo sbagliamo. Perché non siamo come gli altri, quelle parole vanno bene per gli altri, non per noi. >> dice. Wow.
<< Christian.. se c'è qualcosa che va oltre l'amore, è quello che io provo per te. >> dico.
<< Ana.. - dice Posando la sua fronte sulla mia - Puoi perdonarmi per averti fatto tanto male? >>
<< Lo faccio sempre, no? >>
<< è un si? >> chiede. Annuisco.
<< Ma adesso devo preparare i bagagli! >> dico.

Ana & Christian • Il mio primo amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora