Capitolo 23

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Dopo pochi minuti di viaggio sulla limousine in compagnia di Andrew, arriviamo davanti allo spettacolare grattacielo dove abita da parecchi anni. Mi ha raccontato che ci sono tutti i comfort possibili e immaginabili. Campi da tennis, piscine, SPA, campi da basket e chi più ne ha più ne metta. Naturalmente sono disponibili solo per chi richiede il permesso di utilizzarli e paga una somma che si aggira a un anno del mio stipendio. Io non potrei mai permettermi di vivere in un posto del genere e penso che non mi sentirei nemmeno a mio agio. Andrew invece mi ha detto che a lui piace vivere qui, proprio perché ha tutto ciò che gli serve a portata di mano, se così si può dire. Però mi ha anche confidato che, inizialmente, quando si è trasferito, si sentiva fuori luogo, proprio perché poteva svolgere uno stile di vita che a sua detta non gli apparteneva. Naturalmente si è "abituato", chi non lo farebbe con tutti questi comfort!

- George, apro io la porta alla signorina - dice voltandosi verso di me e facendomi l'occhiolino, - domani probabilmente non mi mi muoverò da casa. Se dovessi avere bisogno di te, ti faccio sapere. Buon fine settimana -

Dopo aver gentilmente, questa sì che è una novità, congedato George, Andrew scende dalla macchina e viene ad aprirmi la portiera. Mi sembra strana tutta questa galanteria nei miei confronti, non perché non la ritenga vera, ma perché non sono abituata a tutto questo. Nessuno mi ha mai aperto la portiera della macchina, regalato fiori e cioccolatini. Diamine, non sono mai uscita con un uomo della portata di Andrew!

- madame, siamo arrivati - dice facendomi il baciamano. Arrossisco come una scolaretta, purtroppo questa mia abitudine non sarà facile da mascherare, spero solo che Andrew non se ne sia accorto.
- amo la tua semplicità - dice una volta scesa dalla macchina, - e amo quando arrossisci così - mi sussurra all'orecchio dando una carezza alla mia guancia sinistra.

Naturalmente se n'è accorto. Avvampo. Come può un uomo rendermi così vulnerabile e allo stesso tempo così forte? Quando sto con Andrew mi sento strana, ma in senso positivo. Mi sento come se fluttuassi nell'aria con un sorriso da ebete sulla faccia qualsiasi cosa succeda. E non mi è mai accaduto prima, anzi ho sempre preso in giro le mie amiche delle superiori quando si invaghivano di qualcuno per la prima volta. Ricordo che in classe tra una lezione e l'altra raccontavano dei loro appuntamenti e di come si sentissero speciali con i loro fidanzati. Io vedendole così rimbambite mi chiedevo come potesse una donna ridursi in quel modo a causa di un uomo. Bene, ora posso dire che anche io mi sento una rimbambita! Pensavo che il mio momento non sarebbe mai arrivato e invece eccomi qui ad arrossire per un semplice complimento, o un bacio sulla guancia. Sono proprio cotta.

Entriamo nell'ampio atrio mano nella mano e ci dirigiamo verso il portiere.
Mi guardo intorno sbalordita. Non ho mai visto tanto lusso tutto insieme. Lampadari di cristallo, luci soffuse, poltroncine in pelle marrone. Sembrerebbe quasi la hall di un hotel sette stelle e invece è "solo" la reception del grattacielo.

Noto che Andrew ha visto la mia espressione di pura ammirazione e precede la mia domanda - sai, qui vivono grandi celebrità del cinema e della musica e soprattutto dello sport. Potresti ritrovarti in ascensore con un grande giocatore dell'NBA o con una stella del baseball, quindi è d'obbligo un po' di lusso, con tutto quello che paghiamo -

Mi guardo intorno ancora incantata - ma come fai a permetterti un appartamento in un posto del genere? - chiedo incredula.

- sono il proprietario di una delle catene di hotel più lussuose e conosciute nel mondo, tu che dici? - mi risponde ridendo, - nel mio lavoro sono bravo e con gli anni sono riuscito a mettere da parte un bel gruzzoletto - dice tranquillamente. Ora che ci penso la modestia non fa proprio per lui.

- buonasera Russell - dice salutando il portiere, - ti voglio presentare la mia fidanzata Mia Ferrero-

- piacere - dico porgendo educatamente la mano,

- piacere mio, signorina Ferrero - dice ricambiando il gesto e sorridendo. Deve avere all'incirca sessant'anni, e ora che lo osservo bene assomiglia a mio nonno e la cosa mi fa sorridere. Capelli grigi, occhi chiari e un sorriso gentile. Sembra una brava persona e sono sicura che lo pensa anche Andrew altrimenti non avremmo mai iniziato questa conversazione ma saremmo saliti subito in appartamento.

- D'ora in poi vedrai Mia molto spesso - continua Andrew dandomi un bacio sulla guancia. E io sorrido al solo pensiero di poterlo vedere e anche conoscere al di fuori dell'ambiente lavorativo. Ancora non ci credo!
- avrete modo di conoscervi nei prossimi giorni. Ora saliamo, siamo molto stanchi - conclude riprendendo la mia mano che aveva lasciato solo pochi istanti prima.

- a domani Russell - dico salutandolo,

- buona serata - ci risponde lui.

Andiamo verso l'ascensore e intanto Andrew mi dà qualche informazione sul palazzo e scopro che sul nostro stesso piano abita anche la stella dell'NBA LeBron James.

- la prima volta che l'ho incontrato non credevo ai miei occhi. Sono un appassionato di basket e non potevo credere di essere il vicino di casa di Lebron James! - esclama con euforia.

Finalmente arriva l'ascensore ed entriamo insieme. È inutile descriverne la sfarzosità. Ho quasi paura a camminare in questo posto, sembra tutto così eccessivo e lussuoso. Spero solo che la casa di Andrew non sia così.

Dopo pochi secondi Andrew schiaccia il pulsante ventidue e iniziamo la salita. Mi spiega dove posso trovare tutte le cose di cui potrei avere bisogno. Al terzo piano c'è un bar, al quinto un piccolo supermercato, al sesto la SPA, al dodicesimo la palestra, al tredicesimo la piscina, al diciassettesimo il campo da basket coperto e molto altro ancora. Non so quando mai avrò bisogno di tutto questo ma mi fa piacere che Andrew mi spieghi tutto per filo e per segno.

- quindi se in casa ti manca il latte prendi l'ascensore e arrivi al supermercato? - chiedo ridendo,

- beh, sì. Lo so che sembra strano ma poi ci si abitua - risponde scrollando le spalle,

- penso che non sarà poi così difficile abituarsi - rispondo dandogli un bacio sulla guancia.

Vedo che inserisce una chiavetta in uno spazio apposito e compone un codice su uno schermo vicino. Che diavolo sta facendo?

- allora sei pronta? - mi chiede sorridendo.

Questa domanda mi fa un po' riflettere. Sono pronta? Penso di sì. È un grande passo in avanti nella nostra relazione e ne sono felice, quindi posso dire di essere pronta ed entusiasta. Le porte dell'ascensore si aprono e rimango a bocca aperta.

- benvenuta nel mio regno, piccola -

Mr. Silver (Incompleta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora