Mare e monti

17- Sotto gli sguardi degli altri

La notte è giovane, e il locale è già un vortice di luci al neon, risate che rimbalzano sulle pareti, e bassi che sembrano scuotere il pavimento sotto i piedi. Laura e Sara mi hanno convinta a venire. Non che avessi bisogno di molto per accettare. È il sollievo che cerco, qualcosa che mi faccia staccare dalla sensazione di peso che porto dentro. Ma più mi avvicino alla pista, più mi accorgo che sto cercando qualcosa di diverso, qualcosa che non so nemmeno io.

Indosso il mini abitino nero che mi lascia poco spazio per il respiro, ma che sembra adattarsi alla perfezione a ogni movimento del mio corpo. Il tessuto si stringe sulle curve, le spalline sottili lasciano scoperta la pelle chiara delle spalle. I tacchi sono alti, mi fanno camminare in modo più deciso, quasi audace. So di essere al centro dell'attenzione, e in un certo senso mi piace. Oggi si.
Ho dato il meglio per prepararmi.

Ma non mi basta. Non basta il suono della musica, non basta il mio riflesso nel vetro dei bicchieri che si mescolano tra le mani degli altri. Quello che cerco è un'emozione che mi faccia sentire di nuovo viva.

Camminando per la pista, facendo attenzione a dove metto i piedi, incrocio uno sguardo che non mi è nuovo: Luca, uno degli amici di Mattia, che chiacchiera con un gruppo di ragazzi. Il che vuol dire che anche "lui" sia nei paraggi. Non è uno che mi fa battere il cuore, ma è un punto di partenza. Un modo per iniziare. Un modo per dimenticare.

Mi avvicino, con la sicurezza che il mio sguardo potrebbe attirare chiunque. «Ciao» aggiungo anche un gesto con la mano. Il mio tono è più morbido del solito, ma deciso.

«Ciao a te, Martina. Oggi sei da sola?»

«No, le mie amiche sono in giro da qualche parte.»

«E tu? Stai cercando Mattia?»

«No.» sbotto. «Io, stavo cercando te.» mento, e pure molto bene. Tanto da fargli scappare un sorriso grande quanto una casa «Ti va di ballare?» lascia subito il suo bicchiere e mi prende per la vita, trascinandomi un po' più al centro. La musica è assordante, il nostro corpo si muove insieme al ritmo. Mi stringo a lui più di quanto mi aspettassi, i suoi occhi sono concentrati su di me, ma io non sento nulla. Non c'è quella scintilla che mi aspettavo, niente di elettrico che mi faccia trovare altrove. Mi avvicino ancora di più. Il mio corpo preme contro il suo, e sento il calore della sua pelle, ma... è solo calore. Niente di più.

Lo guardo negli occhi, e sento un moto di noia crescere dentro di me. È come se stessi cercando di rivivere qualcosa che non posso ripetere. Forse ho bisogno di più. Mi avvicino al suo volto. Mi sorride un po' troppo eccitato. Respiro sulla sua bocca. Infilo le mani fra i suoi capelli e lo spingo a baciarmi il collo. Lo fa con naturalezza, ma non è lo stesso. Non c'è quel fuoco che mi incendia, quella sensazione che con Mattia, provo anche solo con lo sfiorarmi. Sento un vuoto, una delusione che mi cresce dentro. Mi stacco da lui, cercando di non far trasparire il fastidio che ho dentro.

«Scusa» dico, e cerco di sembrare tranquilla. «Non era il momento giusto.» Luca sembra perplesso, ma non insiste. Resta impalato sul posto. Io invece, mi allontano, il più possibile.

Cammino un po' tra la folla, cercando di non pensarci troppo. Mi guardo intorno, e mi accorgo che non riesco a smettere di pensare a Mattia. È come se lui fosse il mio punto di riferimento, anche quando non è con me. Tuttavia, so bene che non posso continuare a inseguire un'ombra. Mi fiondo in un altro angolo, a prendere aria.

Lì, tra il caos della pista, finalmente lo vedo. Mattia. Mi sento quasi sollevata. È seduto al tavolo con Giulia, che ride e gli parla con una confidenza che mi fa stringere la gola. Lo guarda con occhi pieni di ammirazione, ma c'è qualcosa nel suo sguardo che mi fa infuriare senza motivo. Senza preavviso, lo sguardo di Mattia si posa su di me, ma non in modo innocente. Non è più lo stesso. Non mi guarda come prima.