8 - Che stupida!

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Questa mattina abbiamo deciso di passarla in giro per i negozi, visto che quei pochi vestiti che abbiamo portato con noi non basteranno per sempre. La giornata è fredda, ma il cielo è terso e il sole sembra promettere qualcosa di buono. Mi guardo allo specchio con addosso un vestito che non avrei mai pensato di comprare, diverso dal solito.

«Ma quanto ti sta bene!» grida Sara, che mi osserva con entusiasmo.

«Dai, Martina, ma non mi dire che non ti piace!» commenta Laura.

«Ma si che le piace!» risponde al mio posto Sara, strizzando gli occhi e sorridendo come se avesse appena vinto una scommessa.

Mi guardo di nuovo allo specchio. Il vestito mi sta davvero bene, ma non riesco a convincermi del tutto. Qualcosa dentro di me dice che è troppo. O troppo poco.

«Mah... non la vedo così convita. Voglio proprio vedere se te lo metti davvero» risponde Laura, sempre pronta a mettermi alla prova.

Dopo aver tolto tutto, infilo le scarpe e sollevando lo sguardo, noto Mattia e i suoi amici poco più avanti, fermi a chiacchierare. Dalla grande vetrina, riesco a sbirciarli perfettamente.

Un momento di silenzio. Non so se sia il caso di andarli a salutare, ma la tentazione è troppo forte. 
«C'è Mattia,» dico a Laura, abbassando la voce. «Mi sembra in uno di quei giorni...» 

«Perché, pensi che sia meglio non salutarlo?» mi chiede, alzando un sopracciglio. 

«No, no, è solo che... oggi sembra più serio del solito.»  Mi preoccupo per lui, ma non lo ammetto nemmeno a me stessa.

Sara, che non perde mai occasione di mettermi alla prova, afferra la mia mano e mi trascina verso di loro. «Vieni, andiamo a salutarli!» dice con un sorriso sbarazzino.

I ragazzi sono impegnati in una discussione animata e il loro dialetto è così stretto da non riuscire a capire niente. Non sembrano accorgersi subito di noi. Mattia è al centro, parlando con tono deciso. 
«... non puoi pretendere che io dimentichi tutto così» dice, fermandosi solo quando i suoi amici fanno un cenno verso di me. Poi si gira e mi vede. Mi sorride debolmente, ma c'è qualcosa nei suoi occhi che mi fa capire che non è proprio il momento. 

«Ehi,» mi avvicino, cercando di alleggerire l'atmosfera. «Che succede?» 

Uno dei suoi amici, interviene: «Mattia è di nuovo sul piede di guerra...» Io mi volto verso di lui, ma Mattia non dice niente. Il suo sguardo si fa più teso e improvvisamente non riesco più a capirlo. Sento un nodo allo stomaco.

«Sul piede di guerra?» ripeto, cercando di fargli capire che voglio un minimo di spiegazione. Lui non mi guarda nemmeno. Intanto, Sara è già occupata a chiacchierare con uno degli amici di Mattia, e io mi sento fuori posto, come se non appartenessi a questo momento. La tensione è palpabile, ma non so da dove arrivi.

«Ok. Io me ne vado» dice, facendo già per andare via.

«Ehi, dove vai?» lo fermo, immediatamente, senza pensare alle conseguenze. So solo che voglio che mi parli.

«Dai, Mattia... non ti preoccupare, siamo tutti grandi, no?» interviene Laura.

«Si, Mattia...» e ridacchia uno dei suoi amici che non ho mai visto prima. Il suo sguardo non mi piace affatto. Neanche il tono della sua voce. «Capirà, che sarà mai! Tanto solo non ci rimani. C'è sempre quella lì, nel caso...» La frase è sufficiente per farlo esplodere. È la goccia che fa traboccare il vaso.

Mattia sbatte il pugno contro il muro vicino a lui. «Cazzo, basta!» urla, rivolgendosi all'amico.
Quella? Quella chi?

«Mattia, calmati...» mi intrometto, cercando di avvicinarmi. Io e Laura ci scambiamo uno sguardo.

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