14- Momenti

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«Davvero?» domanda con occhi grandi «Ma come vi siete conosciuti?» continua determinata, inclinando la testa da un lato. «Avete già fatto delle cose insieme? Che tipo di cose? E quando vi siete baciati? Come vi siete baciati?» Mattia, un tantino rosso, decide di metterla giù. Poi guarda me per un attimo, un po' imbarazzato e un po' divertito da sua sorella. «Allora?»

«Allora è tardi, dovresti andare a letto» le dice Mattia, con un sorriso che cerca di sembrare autoritario. La sua voce è calma, ma so che si trova sul punto di scoppiare a ridere.

«No, voglio sapere tutto! Voglio che mi raccontiate la vostra storia!» urla, saltellando in piedi. «Vi prego, vi prego!»

Mattia sospira, ma cede. «Ok, ok...», dice, alzandosi e prendo la sua mano. «Andiamo a letto prima, però. E ti raccontiamo una storiella. Promesso.» iniziano ad incamminarsi, e vengo sorpresa dai suoi occhi che puntano su di me, un po' come se volesse dirmi "Aiuto", e in tutta risposta scoppio a ridere.

Arianna, una volta lasciato la mano del fratello, corre verso la sua stanza con un sorriso che le illumina il viso, saltando ogni due passi. Io e Mattia la seguiamo lentamente, e quando arriva al letto, si infila fra le coperte, annodandosi il piumone fino al collo.

«Sono a letto» urla, chiamandoci. «E ora, la vostra storia!» guardandoci con occhi colmi di attesa. È un po' buffa, ma non riesco a non sorridere.

Ci sediamo sul bordo del letto, e lui, con un sorriso tenero, inizia a raccontare. A volte tocca a me, a volte a lui, ma siamo entrambi improvvisati. La storia non è quella perfetta, ma è la nostra.

«Allora», inizia Mattia, «C'era una volta... una ragazza di nome Martina. Lei era...» mi guarda un po' «bella» butta fuori «bellissima. I suoi occhi attiravano chiunque. Devo c'era un mondo, ma faticava a tirarlo fuori.» comincia con voce bassa, ma sicura, senza rendersi conto dell'effetto che mi fa.

Lo interrompe subito, con un'espressione impaziente. «E tu, Martina? Ora tocca a te!»
Abbasso un attimo lo sguardo. Penso alle parole da usare. Ai dettagli da omettere... ma, alle fine, le parole scivolano via, raccontiamo dei primi incontri, dei momenti imbarazzanti, dei silenzi che non sapevamo come riempire. Di quel primo bacio, che è stato tanto più che un bacio. Un inizio che sembrava semplice, ma che, in realtà, era solo il primo passo verso una storia che dovevamo ancora scoprire.

Quando arriva il momento in cui Arianna comincia a sussurrare qualcosa, che si mescola con un respiro più regolare, sappiamo che sta per addormentarsi.
«E vissero felici e contenti?» chiede, con gli occhi già chiusi, quasi senza accorgersene.

«Sì», risponde Mattia, dolcemente, «felici e contenti». Le passa una mano fra i capelli, e subito dopo finisce nei miei occhi, quasi come se volesse una conferma. Conferma che non do, perché immediatamente distolgo lo sguardo e mi metto in piedi.

Un lungo silenzio riempie la stanza, e ascolto il suo respiro lento. In quel momento, tutto sembra perfetto. Anche se la storia non è finita, è come se lo fosse, almeno per lei, almeno per ora.

Quando usciamo dalla stanza, mi sento sollevata, come se mi fossi tolta un peso da dosso. Non so se sia l'imbarazzo che sembra essersi dissolto o il fatto che Arianna sia così tranquilla.

Nel soggiorno, Mattia si siede sulla poltrona, e mi scruta, invitandomi a prendere posto accanto a lui. La luce soffusa della lampada sul tavolo crea un'atmosfera intima, come se il mondo fuori fosse lontano anni luce. Mi siedo anch'io, a pochi centimetri, e per un attimo nessuno dei due parla.

«Vuoi qualcosa da bere?» chiede, rompendo finalmente il silenzio.

Non so cosa rispondere. È strano, tutto questo. La semplicità del momento, la quiete. Il modo in cui ogni piccolo gesto, ogni piccola parola, sembra carica di qualcosa che ancora non so esprimere.

«Un bicchiere d'acqua, grazie», dico infine, cercando di sembrare tranquilla.

Mattia si alza per accontentarmi, ma prima di andare verso la cucina, si ferma e mi volta nuovamente verso di me, come se avesse bisogno di dirlo, come se il peso che porta dentro fosse arrivato al punto giusto per essere svelato.

«Ogni tanto vengo a casa dai miei»dice, con un tono che non lascia spazio a fraintendimenti. «Per stare con Arianna. Sai, mi piace vederla, eppure... queste quattro mura mi fa sentire strano. Non è che non voglio bene ai miei, ma...» Si ferma, come se stesse cercando le parole giuste. «Non è casa mia.»

Mi colpisce. Mi colpisce che, nonostante la sua famiglia, nonostante Arianna, non si senta mai veramente a casa qui. Una sensazione che capisco più di quanto vorrei. Forse, io e lui, siamo più simili di quanto immaginassi.

Prende un bicchiere d'acqua, poi ritorna vicino a me, sedendosi di nuovo. C'è un altro momento di silenzio, ma questa volta non è imbarazzante. È come se entrambi stessimo cercando il modo giusto per comunicare senza usare troppe parole.

«E tu come stai?» chiede, allungandomelo. La sua domanda mi prende di sorpresa. Non me l'aspettavo. Ci guardiamo negli occhi, entrambi consapevoli del peso che si nasconde dietro quella semplice domanda.

Non so cosa dire. Non so se sia il caso di raccontargli tutto quello che mi passa per la testa, o quello di fermarmi a una risposta superficiale. Ma alla fine, decido di essere onesta: «Non lo so» rispondo, a voce bassa. «Sono ancora frastornata. E a volte...» faccio una pausa, cercando le parole giuste. «A volte non so nemmeno se quello che voglio è giusto.»

Mattia mi guarda senza dire nulla, ma il suo sguardo è profondo, caldo. Come se stesse cercando di entrare dentro di me, di capire ogni piccolo pensiero non detto. Poi sorride, e in quel sorriso trovo un po' di conforto.

«Siamo in due, allora» dice piano, e mi prende la mano. «Anche io non lo so. Ma ormai...» Un brivido mi percorre la schiena. C'è qualcosa di diverso, qualcosa di più forte in questa connessione che non avevo mai davvero compreso fino a questo momento.
Vorrei chiedergli dove abbia lasciato Giulia, perché sia così tanto importante per lui, ma finisco per restare in silenzio. Fin quando non si addormenta anche lui, sulla mia spalla.

IG: Napoesja

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