4- Scopri te stessa

9 3 0
                                    

Mi guardo allo specchio, osservando il riflesso che mi restituisce la luce soffusa della lampada

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi guardo allo specchio, osservando il riflesso che mi restituisce la luce soffusa della lampada. Mi sento un po' fuori posto, un po' diversa dal solito. Non che ci sia qualcosa di sbagliato in me, ma è come se ogni volta che mettessi piede fuori dalla mia comfort zone, mi sentissi più fragile, più esposta. E non mi piace. Mi sembra di tornare indietro nel tempo, di rivivere le brutte parole che mi sono state rivolte quando ero bambina. Le ho tutte tatuate addosso, son costretta a vivere facendo i conti col mio passato ogni qual volte se ne ripresenta l'occasione.

Dopo aver messo sottosopra l'intera stanza, scelgo un vestito nero, semplice, che metta in mostra tutte le mie curve, ma che mi faccia sentire comunque a mio agio. I miei lunghi capelli castani li lascio sciolti, e passo velocemente la piastra, cercando di dare l'idea di un look naturale. So che non è vero, ma voglio che sembri come se avessi impiegato poco tempo. Voglio apparire quella che non si preoccupa troppo, che è tranquilla, anche se  dentro mi sento un po' confusa. Il pensiero di tornare a casa tardi, di essere con loro, mi fa sentire stranamente eccitata, ma anche ansiosa. Non so cosa aspettarmi. Temo di non venire apprezzata. Ho paura di non riuscire a trovare le parole giuste, di apparire come una snob con la puzza sotto il naso - e forse si, un po' lo sono davvero. Guardo più intensamente il riflesso dei miei occhi scuri, in cerca di qualcosa che... non trovo.
"Andrà bene" ripeto fra me e me.
Andrà bene, deve andare bene.

Una volta pronta, prendo un bel respiro. Sono certa che una parte di me abbia bisogno di questa serata, di uscire da quella routine che ormai mi sta soffocando.
Di andare in posti diversi per ritrovarmi.
Per tornare a vivere, a cantare, a ballare.

Esco di casa e le ragazze sono già in attesa, vicino ad un auto scura. Sara è come sempre impeccabile, il suo lungo vestito azzurrino, con quello spacco vertiginoso, mi fa sentire una stracciona - nonostante il mio abito non sia così diverso. Laura invece, ha raccolto i capelli, lasciando scoperto il suo prosperoso décolleté!
Sta benissimo.

«Dai, Martina! Non puoi rimanere sempre così in disparte, un po' di allegria» incalza Laura, facendo un gesto teatrale con la mano. «Ti manca solo una risata e sei perfetta» conclude, provando a ricreare un sorriso sul mio viso, aiutandosi con le mani che mi poggia sugli angoli della bocca.

A questo punto sorrido, ma la verità è che non mi sento per niente perfetta, anzi. Mi sento come una straniera, una che si è ritagliata una vita piccola, dove il massimo delle emozioni è leggere un libro o fare lunghe passeggiate solitarie.

Mentre saliamo in macchina, mi accorgo di pensare più al mio stato d'animo che ai ragazzi. E poi arriviamo, così, in un batter d'occhio: ad aspettarci c'è una casa moderna. Ci ritroviamo davanti ad una porta aperta, mentre l'aria di Napoli ci accarezza il viso e la luce calda del tardo pomeriggio filtra attraverso il porticato, creando riflessi dorati su ogni angolo. Le risate di Sara e Laura rimbombano intorno a me, ma non riesco a concentrarmi su quello che dicono. Sono distratta da una sensazione strana, come se qualcosa nell'aria fosse già diverso, come se sapessi che qualcosa stesse per succedere.

Mare e monti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora