16- Fuoco

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Mi avvicino allo specchio, cercando di sistemarmi un po'. Sono tutta coperta di farina. Ho i capelli in disordine e il viso segnato dalle nuvole bianche che si sono alzate durante la preparazione della torta. Mi perdo nel mio riflesso. Non so se mi piaccio, non so se sono soddisfatta di quello che vedo o se vorrei cancellare tutto e rifarmi.

Non mi accorgo subito che Mattia è dietro di me. Quando lo sento avvicinarsi, mi tira fuori dal mio pensiero. Mi sorprendo e per un attimo il mio cuore accelera, ma non mi giro. È come se avessi bisogno di un momento in più per nascondere quel disordine che non so spiegare.

Poi, senza dire una parola, lui allunga le braccia e prende le mie mani. Le sue mani sono ricoperte di sapone, e la sento scivolare sulla pelle, morbida e ruvida allo stesso tempo. Sento una leggera pressione, come se mi stesse trattando con una delicatezza che non mi aspettavo.

«Martina» dice, e la sua voce è bassa, calma. «Non c'è nulla di cui vergognarsi» Non so cosa rispondere. Come sempre. Odio il fatto che riesca ad entrarmi nella mente. Continuo a fissare il mio riflesso, anche se ora il suo volto è dietro il mio. La sua voce mi penetra, ma non riesco a capire se sono più confusa o più sollevata. Però, il suo respiro mi sfiora la nuca e qualcosa in me si spezza, come se finalmente potessi respirare. Continua a lavare le mie mani insieme alle sue. È un momento che non finisce più.

Poi, mi gira lentamente, senza fretta. Ora siamo di fronte, troppo vicini, e i suoi occhi non si staccano dai miei. Con un asciugamano, asciuga le sue mani. Lo passa un po' sul mio volto e lo riposa. Quella distanza che c'era prima è sparita. È come se il tempo si fosse fermato, come se avessimo in qualche modo bloccato l'aria tra di noi. Non so cosa stia succedendo, ma il suo sguardo è così intenso che mi fa tremare.

Mi guarda come se volesse entrare in me, scavarmi dentro. Passa le sue mani fra i miei capelli, per rimetterli a posto. E questo gesto, mi riordina qualcosa anche dentro.

Mi avvicina ancora di più, il suo viso si fa più grande, e sento la sua bocca sfiorarmi il collo, all'inizio appena, poi più decisamente. Un brivido mi attraversa la schiena, e il calore che sento non è solo quello del suo corpo vicino al mio. È una sensazione che mi prende completamente. Mi ritrovo ad alzare la testa. A respirare più forte. Ogni parte di me vuole più di questo, ma ogni fibra del mio corpo sa anche che non dovrei lasciarmi andare. È come se tutto di me avesse preso fuoco, e il mio cervello cercasse di spegnere le fiamme.

Poso le mie mani sul suo petto definito. Come se questo bastasse a fermarlo. Allora, mi allontano. Mi stacco da lui come se fossi stata scottata. Il cuore mi batte forte, e il fiato è corto.

«Mattia...» dico ansimando. La mia voce suona tremante, non come la mia solita. «Tu hai una fidanzata. Ed è lei che dovresti...» far sentire così, penso, senza avere il coraggio di dirlo ad alta voce.

Il suo sguardo cambia in un attimo e con un sospiro, si allontana, facendo un passo indietro. «Scusa» dice, e la sua voce è così seria, sembra chiedere perdono per qualcosa che nemmeno io sono sicura di aver capito completamente. «Scusa. Non so cosa mi sia preso... Non avrei dovuto. Non volevo farti sentire a disagio.»

«Non è questo... non si tratta di me, ma, di Giulia»

Gli occhi mi bruciano. So che aver fermato tutto sia stata la scelta giusta, ma non avrei voluto farlo. Non riesco a smettere di pensare a come il suo respiro si sia mescolato al mio, a come il suo corpo mi abbia fatto sentire... viva, viva in un modo che non avevo mai sperimentato prima.

Un rumore familiare arriva dal portone:
«È arrivata» mi fa presente, prima di lasciarmi indietro. 

Scendiamo. Dopo poco la porta si apre e lei entra. Carica di borse e con un sorriso stanco ma felice. Non appena mi vede, lascia tutto e corre. Quando mi abbraccia, sento il suo calore, ma il mio corpo è ancora in tensione. «Tutto bene?» le chiedo, mentre Mattia si allontana e si prepara a salutarla, cercando di sembrare distratto.

«Un po' faticoso, ma ce l'ho fatta!» risponde Arianna, sorridendo mentre si toglie le scarpe.

«Ha visto cosa c'è di lì?» indica Mattia, ricevendo un'occhiata curiosa. Si affaccia e poi ritorna da noi, con un bel sorriso.

«Per me? Siete riusciti a fare tutto senza incidenti?»

«Più o meno» le risponde con un tono casuale che non nasconde il leggero imbarazzo che si è creato tra di noi. Arianna non sembra accorgersi di nulla, ma io sento la tensione che ci avvolge. Non riesco a smettere di pensare a quel momento, a come il mondo sia cambiato in un istante.

La sera scende veloce e ci ritroviamo tutti e tre sul divano, a guardare un film. Cerco di concentrarmi, ma con Mattia ancora nelle vicinanze, non è affatto semplice. È come se ci fosse un muro invisibile tra noi. Ogni tanto i nostri sguardi si incrociano, ma sono fugaci, rapidi, come se entrambi avessimo paura di lasciarci andare.

Il film scorre senza che io ne segua davvero la trama. Mi aggrappo alla coperta, ma non riesco a spegnere del tutto quel fuoco che ho dentro. A volte sento il suo corpo vicino al mio, la sua presenza, e sento il cuore battere più forte. Non capisco se sia solo la mia immaginazione o se anche lui senta qualcosa.

È così sbagliato, eppure così giusto, allo stesso tempo.

C'è una distanza tra noi che è diventata troppo palpabile per essere ignorata, ma nessuno dei due sa come colmarla. Eppure, ogni volta che i nostri sguardi si incrociano, so che quel muro invisibile non fa altro che crescere, e più cresce, più ho voglia di abbatterlo.

È stato solo un attimo,
ma in quell'attimo mi sono sentita viva,
in grado di provare emozioni...
emozioni, che ho assolutamente bisogno di riprovare.

IG: Napoesja

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