Quanto si è disposti a lottare per amore?
Lasciare la presa o insistere ancora di più?
Questa è la storia di Martina, in continua lotta con sé stessa, in bilico tra cos'è giusto e cos'è sbagliato. Per ritrovare la sua spensieratezza ha deciso di la...
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Un leggero mormorio di onde accompagna il mio sonno leggero, e l'aria salmastra del mare mi sfiora il viso. L'estate è arrivata con tutta la sua intensità e, nonostante sia in un angolo del paradiso, tutta la stanchezza accumulata nei giorni scorsi grava ancora su di me. Il sole comincia a picchiare più forte, ma non ho alcuna voglia di alzarmi, di muovermi da qui. Voglio solo restare immersa in questa tranquillità che tanto mi è mancata.
Eppure, la mia quiete, viene bruscamente infranta. Spalanco gli occhi, di colpo, il cuore accelera. Sono pronta a reagire, ma la mia visuale viene immediatamente bloccata da una testa che penzola proprio sopra di me. Troppo vicina. Troppo improvvisa.
«Ehi!» esclamo, sorpresa, sollevando subito una mano per proteggermi dal sole che mi entra negli occhi, anche se questo non basta a decifrare la figura.
«Ciao.» risponde senza farmi aspettare troppo, sorridendo in modo disinvolto. «Stavi dormendo?»
È completamente bagnato! La luce intensa del sole mi acceca, ma riesco ad intravedere perfettamente i suoi capelli castani, scompigliati e bagnati, che gli ricadono sulla fronte. Indossa un'attillata tuta da sub, che gli penzola sulle cosce, lasciando intravedere il suo torace più che definito. Presumo che la sua escursione sia finita da poco. È ancora in piedi, proprio sopra di me, incurante, sfacciato, come se fosse l'unica persona al mondo a poter ignorare completamente il concetto di "spazio personale". Lo trovo inaccettabile.
«Era esattamente quello che stavo facendo, prima che arrivassi tu» sbotto, sollevando un sopracciglio. Sebbene la mia voce sembri essere più perplessa che arrabbiata, la mia irritazione comincia a bollire dentro me.
Lui, non sembra per niente disturbato, anzi. Con un sorriso che denota una certa nonchalance, si accovaccia accanto a me, posizionando le mani sulle ginocchia, come se fosse in totale pace con l'universo e con se stesso, come se non si rendesse affatto conto dell'imbarazzante situazione che sta creando. «Però è difficile dormire qui, eh... con tutto questo silenzio» fa una battuta, un po' sarcastico, che non riesco a comprendere.
Mi allontano leggermente, cercando di ritagliarmi un po' di spazio per respirare. «Sei appena uscito dall'acqua e già invadi tutto il mio angolo di spiaggia? Sono arrivata prima io.»
In tutta risposta, mi lancia un sorriso a 32 denti, che poi, più che un sorriso sembra che voglia prendersi gioco di me. «Non è un angolo di spiaggia e non è tuo. È un angolo di mondo. Qui si ferma solo chi vuole sognare. Io sono un viaggiatore, ad esempio. Non ho molto in tasca, posso viaggiare solo con la fantasia e non posso perdermi alcun angolo. Mi dispiace se ti disturbo.» e invece non gli dispiace affatto. «Questa mattina ho scelto proprio questa roccia»
Un sorriso amaro si dipinge sulle mie labbra.
«Beh, in futuro, se ti capita di vedere un angolo dove qualcuno sta cercando di dormire, magari potresti cambiare aria, no?» ribatto con una punta di sarcasmo.