Ti prego

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Percy si allontanò in camera sua. Non era cambiata negli ultimi anni: aveva le pareti azzurre, il letto e l'armadio erano blu mare, la vecchia scrivania di legno in un angolo.
Già,Percy adorava la sua camera.
Si diresse verso la scrivania e aprì il cassetto di sinistra e tirò fuori una dracma dorata.
Poi andò in bagno e aprì l'acqua, mentre con i suoi poteri creò un arcobaleno, all'interno del quale gettò la dracma.

-Oh, Iride, dea dell'arcobaleno, accetta la mia offerta. Fammi parlare con Nico Di Angelo.

Nella nebbia cominciò a crearsi un'immagine prima indistinta, poi via via più nitida. Alla fine comparve Nico Di Angelo in un cimitero. Era davanti ad una tomba, ma davanti a lui non c'erano spiriti. Strano. Anche se ultimamente per fortuna aveva passato molto tempo al Campo Mezzosangue, era strano che non parlasse con i morti.

-Ehi Nico...

Il moro si voltò. Percy notò che aveva appena pianto, aveva gli occhi lucidi e rossi, le guance erano ancora bagnate.

-Oh... Ciao Percy... Cosa vuoi?

Il ragazzo dagli occhi verdi era stupito: non sapeva se avrebbe mai capito come ragionava il piccolo Di Angelo (che tanto piccolo non era più ormai). All'inizio non sembrava voler essere scortese, ma alla fine il suo tono i voce era diventato rude senza motivo.

-Senti, io...

Si voltò verso la finestra: aveva cominciato a nevicare. Non era così strano a inizio dicembre a New York. Percy adorava la neve, ma allo stesso tempo la odiava. Adorava rotolarsi nella neve come un bambino, giocare, passeggia nella neve candida e bianca... Già. Questo era il motivo per cui la odiava. Bianca... Come Bianca Di Angelo. Si sentiva ancora in colpa per la sua morte, poiché l'aveva lasciata andare verso Talo, la macchina guasta inventata da Efesto... Era morta in una giornata di dicembre, mentre erano in viaggio verso San Francisco...
Sobbalzò. Era morta PROPRIO in quella giornata. Adesso capiva perché Nico non stesse parlando con i morti. Sua sorella ormai era rinata in qualche altro corpo. Non POTEVA parlare con lei.

-Oh...

Il ragazzo nell'immagine fece una faccia strana.

-Oh cosa?
-Niente... Senti ho bisogno di te. Ti prego é importante.

Nico non sembrava affatto contento.

-Dimmi cosa vuoi, senza giri di parole.
-Rachel é... Bé, nei guai. Ti prego vieni a casa mia.

Nico sembrò calmarsi. Tutto sommato, Rachel gli stava simpatica.

-Okay, dammi.. Dieci minuti okay?

Percy sapeva che in realtà gli ci voleva molto meno, poiché viaggiava nell'ombra. Ma probabilmente non voleva farsi vedere con le guance rigate di lacrime.

-Nico é tutto okay. So perché sei in quel cimitero. E mi sembra inutile dirti che mi dispiace, soprattutto via Iphone. Ma ora ti prego, vieni qui. Prenditi tutto il tempo che ti serve.

Nico sorrise. Un sorriso amaro, triste e felice allo stesso tempo.

-Allora arrivo subito.

Passò una mano nella nebbia e l'immagine scomparve.
Dopo qualche secondo la porta dell'armadio si aprì e ne uscì un Nico Di Angelo con una pessima cera. Il viso spento, le guance incavate e bagnate, gli occhi rossi e le occhiaie molto profonde. Oltre ai capelli spettinati, ma quelli li aveva sempre avuti. Era una delle cose che Percy adorava di lui. Gli ricordavano i suoi.
Sorrise, anche se forse non era il caso.
Nico infatti lo guardò storto.

-Cosa c'é?

Il sorriso scomparve dalla faccia di Percy.

-Niente... Vieni, Rachel é in salotto.

I due ragazzi si spostarono nell'altra stanza. Rachel era ancora sdraiata sul divano, mentre Fate era seduta su un bracciolo a guardare la rossa. Si voltò verso i ragazzi. Prima osservò Nico, e nei suoi occhi comparve un luccichio, poi si voltò verso Percy. Per un attimo non sembrò nemmeno lei.

-Era di lui che avevi bisogno? Devi essere davvero molto ottimista se hai bisogno dell'aiuto di un figlio di Ade.

Il luccichio nei suoi occhi si spense e lo sguardo divenne vacuo, confuso, come se non avesse capito cosa stesse succedendo.
Sia Percy che Nico erano sconvolti.
Nico si voltò verso il più grande e cominciò a parlare a bassa voce.

-Come fa a sapere che sono un figlio di Ade? É una semidea? Anzi, fai prima, chi é lei?
-Non fare domande, non lo so nemmeno io, é stata Rachel a portarla qui.

Poi il più grande alzò la voce.

-Bene, ehm... Facciamo le presentazioni... Nico, ti presento Fate. Fate, lui é Nico.

La ragazza si avvicinò e gli strinse la mano.

-Piacere Nico.

Il moro non rispose e la bionda si scostò leggermente.
Nico intanto si era avvicinato a Rachel e aveva cominciato a toccarle la testa e il collo. Percy non sapeva decidere se era messo peggio Nico o Rachel.
Nico si voltò di nuovo verso Percy. Aveva una faccia spaventata.

-Non respira Percy... Non respira...

Scosse la testa.

-Ma non può essere... La sua anima non é negli Inferi... É ancora qui... Non capisco...

Il moro strinse gli occhi e si massaggiò le tempie.
Percy cominciava davvero a preoccuparsi.

-Nico, adesso basta. Dimmi che hai.

Nico lo guardò, lo sguardo spento, da cucciolo abbandonato e bisognoso di aiuto. Soprattutto bisognoso di aiuto.

-Percy... Non ce la faccio...

Provò ad alzarsi in piedi, ma cadde verso terra a peso morto. Per fortuna Percy lo prese al volo in tempo e lo adagiò su una poltrona di fianco al divano.
Dopo si portò le mani davanti alla fronte, come se stesse pregando.
Fate invece si alzò subito e si avvicinò a Nico. Gli toccò la fronte e appoggiò la testa contro il suo petto per qualche secondo.
Subito dopo alzò la testa verso Percy.

-Non é nella stessa condizione di Rachel... Lei quasi non respira ed é fredda come il ghiaccio. Nico invece é bollente, respira ancora, solo i battiti sono più lenti del normale. Ha solo bisogno di riposo secondo me. Oppure...

Il suo sguardo si fece pensieroso, come se stesse cercando di ricordare qualcosa.

-Oppure cosa Fate?! Se hai qualche idea, dillo subito! Non so cosa fare!

-Calmati! Ho un'idea... Ma prima devi dirmi una cosa.

-Cosa.

Lo sguardo della ragazza si fece serio.

-Cosa siete tu, Nico e Rachel. Cosa sono io?

Percy le lanciò uno sguardo di sfida.

-Facciamo un patto. Io ti racconto tutta la storia e tu li curi. Forse sei una figlia di Apollo dopotutto... Allora, ci stai?

La Dea PerdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora