Non sarai sola.

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Percy aveva ancora una mano sulla spalla di Zoey quando si inoltrarono in quel parco di San Jose.
L'ambiente era splendido. Il sole era alto nel cielo, con probabilmente Apollo a guidarlo. La maggior parte delle vie del parco era inondata dalla luce, mentre in altre zone i grandi alberi fornivano l'ombra necessaria a stare bene. Innumerevoli erano le panchine, vuote o occupate da genitori che osservavano i loro bambini correre in giro. Le vie, all'apparenza contorte e labirintiche, in realtà erano molto più precise di quanto non sembrasse. Ognuna doveva essere collegata ad una piccola piazzetta al centro della quale si trovava una grande fontana di pietra bianca, zampillante di acqua.
Passeggiando, Percy ne aveva notate almeno quattro.
Uno dei suoi primi pensieri fu quello che quel posto sarebbe piaciuto moltissimo ad Annabeth. Ci avrebbero potuto passare un bellissimo pomeriggio insieme. Poi la sua mente tornò sul viso incorniciato dai capelli biondi a dagli occhi verde mare a completare quel ritratto che allo stesso tempo lo affascinava e lo spaventava. Quella bambina che aveva visto grazie a Fate... Non poteva che essere sua figlia. Ma non lo capiva solo dall'aspetto. Se lo sentiva dentro. Dentro di sé, il suo cuore lo sapeva.
Alla fine, lui e Zoey si sedettero sotto ad un grande albero che forniva loro tutta l'ombra che volevano. Ad una decina di metri da loro, vi era una piazzetta con una delle fontane. Alcuni bambini si stavano rincorrendo, sotto gli occhi attenti dei genitori.
Si sedettero con la schiena contro il tronco, Percy guardava Zoey, mentre lei sembrava molto più interessata all'erba sotto ai suoi piedi, nonostante il suo sguardo fosse vuoto.
Per un bel pò restarono in silenzio. Percy non sapeva con esattezza quanto tempo era passato da quando avevano lasciato gli altri, se dieci minuti i trenta. Considerando la posizione del sole, doveva essere all'incirca mezzogiorno e mezzo.
Ma non aveva alcuna fretta in quel momento.
Restò in silenzio a lungo, lasciando che le uniche cose che potessero attraversare la mente di Zoey fossero i suoi pensieri e le voci intorno a lei. Sapeva bene che a volte, il silenzio e la sola compagnia di qualcuno che voleva aiutarti, erano sufficienti a fareti riordinare le idee, sentire un pò meglio.

-Non so cosa sia successo.

Percy la guardò, in silenzio, pronto ad ascoltarla.
Lei alzò la testa e fissò gli occhi dorati in quelli del ragazzo.

-Io... Avevo seriamente pensato... Di poterla uccidere...

Percy la guardò quasi sconvolto. Aveva capito che avrebbe voluto partire all'attacco, ma non che sarebbe addirittura arrivata ad uccidere.
Lei accennò un sorriso triste.

-Non te lo aspettavi? Sul serio?

Rise amaramente.

-Fate e Rachel lo avevano capito. Fate sembrava pronta a difendersi.

Tornò di colpo seria. Guardava lontano, verso i palazzi.

-Io... É successo qualcosa di strano. Sentivo come l'energia scorrermi in corpo. Dopo tanto, tanto tempo... Durante il mio soggiorno all'Hotel Lotus, non ho quasi mai usato sul serio i miei poteri. Ora mi sentivo forte. Sapevo di poterle fare male, molto male. Sarebbe successo. Se... Se non fossi intervenuto tu.

Percy pensò che avrebbe dovuto prendere quella frase come un complimento, dato che aveva impedito che due persone si sgozzassero a vicenda, ma non ci riusciva. Sentiva che qualcosa non andava, anche se non era pienamente consapevole di cosa.

-Mi... Mi hai fermato. Di colpo mi sono sentita... Sbagliata.

Sospirò, distrutta.

-Io sono figlia di un titano, Percy. Io non sono come voi. Non dovrei essere qui con voi...

Lui le sfiorò il braccio, e di colpo fu come se assorbisse ogni cosa di lei: i suoi sentimenti, positivi e negativi, le sue emozioni, i suoi ricordi. Fu un contatto breve, ma bastò a fargli capire quanto avesse sofferto. Quanto ancora stesse soffrendo.
Il fatto di avere quello strano potere sul momento non lo turbò, quasi non ci fece caso.
Semplicemente si sporse verso di lei e la abbracciò.
Lei all'inizio era rigida. Aveva mai ricevuto un abbraccio in vita sua? No. Aveva i suoi ricordi, la sua vita, dentro la sua testa. Sapeva che la risposta era no.

La Dea PerdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora