22 - Testa

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«Vedi, Victoria», disse lui lasciando vagare lo sguardo per la sala vuota, «io sono l'Imperatore, tutto mi è concesso. Nessuno si rifiuterebbe di uccidere, per me, eppure tu mi hai rifiutato. Un altro se la sarebbe presa, ma io ammiro il tuo coraggio e la tua forza d'animo. E so che sei qui per volere degli eventi. Hai ucciso Gwendolin, e non potrai essere protetta se non da me; hai perciò deciso di accettare la mia richiesta solo per nasconderti dietro la mia ombra».

Chinai la testa, sconfitta. Quella menzogna mi avrebbe sempre preceduto?

«Eppure, proprio perché sono l'Imperatore, posso avere tutto. Ho l'occasione di condividere il mio letto con tutte le donne che voglio, eccetto te. Non ho intenzione di costringerti, di donne consenzienti ne trovo a decine fuori di qui». Si grattò il mento ben rasato. «Eppure tu hai fegato, ragazza. Ho capito di non volere il tuo corpo, ma la tua testolina: sei l'unica che abbia il coraggio di dirmi in faccia cosa pensa. Perciò, non ti chiederò di essere la mia amante».

Sospirai. Non c'era nulla da fare, dunque? Se anche lui non mi avrebbe protetta, sarei dovuta fuggire. Non potevo mettermi contro Cordelia, per quanto la odiassi ed avessi ragione. E poi, chi aveva ucciso davvero Gwendolin? Dovevo guardarmi le spalle da lui/lei? Sarei uscita pazza.

«Sarai al mio fianco e mi farai da consigliera personale. Non governerai direttamente, ma sarai l'unica ad avere il diritto di mandarmi a benedire, se faccio qualcosa che non va».

Le mie sopracciglia schizzarono in alto. Consigliera? Niente rapporti intimi? Oh, Karma, se esisti, grazie!

«E questi sono compiti di una carica elevata ed importante», continuò fissandomi criptico.

«Ne sopporterò il peso», affermai con decisione. Tutto pur di uscire da questa situazione.

«Sarai solo subordinata a me, gli altri ti dovranno dare retta, Principe incluso».

«E l'Imperatrice?», chiesi. Se avesse potuto ordinarmi direttamente qualcosa, che diavolo si sarebbe inventata?

Lui rise. «Testarda, eppure così ingenua. Tu sarai l'Imperatrice».

Sbattei più volte le palpebre, stupita e a disagio. Era uno scherzo?

«Non temere», mi anticipò. «A Cordelia penserò io. Ma prima vorrei mettere in chiaro una cosa: se la mia precedente moglie era allergica alla mia amante, voglio che la prossima almeno la sopporti durante le attività comuni. Io, in cambio di questo tradimento poco velato, giuro di non toccarti nemmeno con un dito. Come ho detto, sono interessato alla tua mente, non al tuo corpo. Per quanto mi riguarda, puoi restare vergine carnale e di sangue a vita». Distolsi lo sguardo. Beh, a proposito di vergine di sangue... avrei dovuto dirglielo? No, dopotutto non era interessato. Anzi, magari avrebbe anche ritirato l'offerta.

Annuii con veemenza. Non ero mai stata attratta dal potere, ma sapevo di essere un pesciolino fuor d'acqua in quel posto, in mezzo a piranha ed alla mercé di gatti affamati. Dovevo riscattarmi, e quale modo se non quello che mi offriva Wladimir? Era il frutto proibito su un piatto d'argento.

Wladimir sorrise. «Da una settimana da oggi si svolgerà il matrimonio. Ordinerò ad un sarto di confezionarti un vestito da sposa, ovviamente nella più totale riservatezza».

Scossi la testa. «So io a chi chiedere».

Fece un gesto della mano, come per dire "Accomodati". Optai per un inchino della sola testa, e lui rise.

«Suppongo non riuscirò a piegarti», disse.

«Non è forse per questo che mi avete scelta?», chiesi, sfidandolo con gli occhi.

Deimon - La corte del DemonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora