capitolo 6 - il gran consiglio-

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Cosa poteva sapere Childerico sul carattere del gran signore, è stato così lontano come può raggirare la mente di quel grand'uomo. Melisenda si aggira per la sua stanza sfiorando con le dita gli angoli dei mobili un po' distrattamente presa dall' ansia di un responso, decide di raggiungere la stanza della lettura, ad ogni passo un nuovo pensiero compensato dall' immagine vivida di Berto.Amelia esce da una porta con tra le mani una pila di asciugamani e abiti. Appena vede la giovane così pensierosa " Mia cara cosa vi succede ." " Non credo che sia il caso di parlarne qui in mezzo al corridoio. " Amelia si guarda intorno con aria furtiva " Certo, anche se non comprendo tutta questa preoccupazione, venite." riapre la porta da cui era appena uscita " Qua dentro, non ci disturbera' nessuno ci entro solo io è qui che preparo i vostri vestiti appena asciutti." un panchettino vicino ad una piccola finestrella, Melisenda si avvicina affacciandosi e subito si accorge di trovarsi nella parte più alta del castello e con lo sguardo rivolto alle colline inizia a parlare " Non sono mai entrata qua dentro, siamo molto alti... Bene meglio così. Amelia cara sono molto agitata, Childerico mi aiuterà a rabbonire nostro padre." Amelia sorridente " Pregherò per voi, ma il gran signore è noto per le sue ferme convinzioni.Dovete prepararvi ad ogni evenienza, forse lui ha già per voi un marito d'alto rango. " ecco che in un impeto rabbioso si alza di scatto " Assolutamente no, non sia mai Berto è il mio presente e voglio che sia il mio futuro ." l' amica fidata si avvicina " Non prendertela con me, cerco solo di farvi capire che le cose avvolte assumono pieghe diverse e anche i sentimenti possono esser volubili." Melisenda viene raggiunta alla finestra dall' altra e restano in silenzio ad osservare il cielo grigiastro, ricco di nuvole e freddo con il vento che spazza la campagna proprio come le questioni che interessano quel castello. Nel frattempo Childerico raggiunto il palazzo del governo si trova di fronte alla porta chiusa della stanza del pacificatore, un notaio al servizio del signore bussa e una voce ferma " Avanti. " entra prima l' uomo " Signore mi spiace interrompervi, ma volevo informarla dell' arrivo di vostro figlio, volete che lo faccia accomodare nella sala delle udienze private ?" nella sala i presenti parlottano sussurrando l' uno all' orecchio dell' altro e uno di loro si alza in piedi " Finalmente avremo l' onore di conoscere l' uomo che è stato preceduto dalle sue imprese." il gran signore presa la parola " Sicuramente signori i vostri figli non sono di meno." il notaio sempre in attesa sul da farsi " Riferite a mio figlio che i signori del consiglio sarebbero lieti di farne la conoscenza. " il notaio si scosta per far entrare Childerico e dopo di che richiude la porta scricchiolante. Nicolone è visibilmente colpito dal figlio che aveva lasciato poco più di un bambino adesso uomo fatto dalla corporatura scolpita nel ghiaccio e gli immancabili occhi verdi identici alla madre. Il giovane condottiero fa un lieve inchino in segno d'umiltà di fronte ai potenti del contado e delle zone limitrofe " Sono onorato di trovarmi al cospetto di uomini così valorosi e saggi." Un uomo anziano dal forte spirito " L'onore è nostro, la vostra fama di guerriero è giunta sino a noi portando con se aneddoti straordinari. Saremo felici di festeggiarvi." interviene il gran signore " Doppi festeggiamenti per la pace e prosperità del feudo e il ritorno del mio primogenito . " la contentezza palpabile su ogni volto, mentre gli occhi cercano di scrutare ogni aspetto di Childerico per comprendere se davvero le sue gesta siano reali oppure piccole cose ingigantite come avviene in genere nelle battaglie. Altri pensano già a futuri affari con lui e la possibilità di ingraziarselo. Un uomo giovane all' incirca coetaneo di Childerico e già tra il consiglio degli anziani parla " Noi due ci siamo già incrociati in passato, ma dubito che ricordate il mio nome." Il rientrante in patria lo squadra partendo dal volto alla ricerca di indizi che possano attivare un qualche ricordo, ma alla fine si arrende " Mi spiace spero di non offenderla, ma non ricordo." " Oh no ci mancherebbe altro. Sono il marchese Astolfo di Dosetti abbiamo avuto modo di conoscerci
ad una battuta di caccia con il falcone, voi avevate perso il vostro e io mi trovavo con due il mio sul braccio destro e il vostro sull' altro è stato così casuale che se non ci fossimo scambiati i nomi e il suo non fosse così noto dubito che l' avrei ricordato." " Beh non ricordo davvero, all' epoca ero alle prime armi e più di una volta smarrii il falcone." il discorso smise li e il gran signore ne approfitta " Bene signori, mio figlio è giunto da lontano per delle questioni che desidero ascoltare in privato. Il posto per le vostre domande lo avrete al banchetto imminente." i notabili uomini escono uno dopo l' altro lasciando la porta chiusa dietro di se e la stanza silenziosa come se anche lei volesse sentire cosa avrebbe riferito Childerico avvolto nel ricordo della sua prima gioventù dove il volto dell' uomo di prima sta lentamente comparendo portando con se avventure e paure tipiche di quell' età.



PS: Salve ecco a voi il sesto capitolo
Mi auguro che vi piaccia, ma credo di si i lettori e i miei followers sono un po' cresciuti e questo è un buon motivo per continuare.
Vi prego se lo trovate noioso ditemelo e cercherò di modificare
. Per adesso è tutto Bye bye

Melisenda e il destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora