capitolo 8 - Buone nuove -

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Childerico entra nel castello e vede Amelia " Dov' è mia sorella ?"
" L' ho lasciata nelle sue stanze ad attendere notizie." Childerico corre verso le scale e dopo un lungo tragitto raggiunge la meta dicendo il nome di Melisenda a gran voce, lei sentendosi chiamare fa vedere il suo dolce faccino e dice al fratello " Sono molto in ansia e spero che tu porti buone notizie." Lui ride "Nostro padre non è contrario nei confronti di Berto è incalzato dal consiglio, ma non devi preoccuparti, un matrimonio ci sarà, ma non il tuo." non capisce come ? Non le da tempo per cercare una spiegazione a quelle parole " Il primogenito deve sposarsi, così il consiglio si calmerà. " Melisenda si pone una mano tra le ciocche dei capelli e con la voce scossa " Non è giusto che tu faccia questo per me, non voglio il tuo sacrificio. " Childerico scuote la testa " Non preoccuparti prima o poi in qualche modo l' evento sarebbe giunto lo stesso, quindi perché non anticiparlo." sorride come solo lui sa fare con gli occhi verdi brillanti per rassicurare lei con i medesimi occhi mesti e in fondo molto remota una felicità di averla scampata e il pensiero rivolto solo a Berto ai suoi occhi
celesti, i capelli nero pece disordinati un po' smossi, ma non ricci, così presa da quell' immagine da non accorgersi che il fratello ha lasciato la stanza.
Decide di scrivere una lettera:

Caro Berto,
Dobbiamo incontrarci ho delle notizie che non voglio affidare a quest' epistola. Non ci siamo più visti dall' altro giorno in giardino e non nascondo l' emozione nel vedervi di nuovo. So che son poche parole, ne avevo molte ma son rimaste chiuse nella mente e solo ora mi rendo conto che questa è la prima lettera che vi scrivo sperando che non sia l' unica.

Vostra Melisenda Altigenti

Non è molto soddisfatta del contenuto, ma non importa il messaggio è semplice e chiaro.Rilegge per esser sicura di aver scritto bene, arrotola il pezzo di pergamena con un nastrino . Esce dalle sue stanze per raggiungere le cucine, una parte del castello dove non va spesso, ma che da bambina frequentava assiduamente, dove le cuoche cantavano e si raccontavano pettegolezzi, ricorda perfettamente il tragitto un corridoio dopo l' altro per fare l' ingresso in un' ampia stanza con un enorme cappa di camino e il focolare acceso con pentole e tegami già sistemati e gorgoglianti emanano odor di spezie e cacciagione.Appena la vedono tutti i lavoranti si fermano stupiti della visita inaspettata. Aspettano ordini o reclami a testa bassa e silenziosi, poi lei vede chi fa al caso suo un ragazzetto minuto che non può aver più di dieci anni, intento a pulire alcuni tipi di ortaggi insieme alla madre " Simone ho una commissione per te." il bambino fin troppo felice di alzarsi e sgranchirsi le gambe si avvicina con un timido sorriso e Melisenda gli fa cenno di seguirla e obbediente ne segue i passi poi raggiunto un punto solitario e riparato dagli occhi curiosi degli altri " Porta questa a Berto Maleforti, mi raccomando non farti distrarre da niente e non tornare senza una risposta, poi vieni a cercarmi." annuisce " Si, mia signora, sarò un fulmine." e appena presa la pergamena davvero inizia a correre e il rumore dei suoi piedi esagitati risuona lungo il tragitto . Melisenda non vuole tornare nelle proprie stanze, non saprebbe cosa fare, decide di prendere un po' d' aria anche se gelida e pungente non può di certo farle male ci son cose peggiori al mondo, come le notizie sconcertanti del dilagarsi di una misteriosa piaga di cui nessuno conosce l'origine e la cura che ancora non è giunta nelle terre intorno a Loricciano, ma la paura per la grande moria è palpabile in ogni dove e con essa gli untori sicuramente dei satanassi pronti a portare scompiglio e le danze della morte. La sera inizia a calare e Simone non è ancora tornato con la risposta, forse Berto è troppo impegnato o fuori con le guardie, in fondo il suo lavoro lo occupa molto, all' alba con la scorta che accompagna il gran signore alla torre del governo, alla sera con il suo rientro.Poi scarpette che corrono " Mia signora." il ragazzino tiene nella mano destra ben salda una pergamena senza dire niente con l' aria furba lascia cadere la missiva in grembo della giovinetta e se ne va ridacchiando intuendo i sentimenti e segreti nascosti tra parole d' inchiostro. Melisenda raggiunge l' angolo più nascosto del porticato e guardandosi intorno sicura di esser sola, scioglie il nastrino della pergamena arrotolata e aprendola trova le seguenti parole:

Melisenda e il destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora