capitolo 14- il risveglio-

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Il mattino fa capolino troppo presto mentre i due coniugi dormono ancora nel groviglio di corpi e stoffe stropicciate, Simona si sveglia lentamente ricordando la notte appena trascorsa e non può far altro che arrossire, si volta e vede Childerico dormiente con il volto rilassato adagiato sul cuscino e i capelli rossi un poco scomposti. Non riesce a smettere di guardarlo e contemporaneamente a rimembrare ogni carezza. Decide di alzarsi, non può certo stare tutto il giorno a letto anche se potrebbe. Scosta le coperte e scorge una densa chiosa di sangue rappreso il segno della sua purezza svanita. Si avvicina al necessario della toeletta e guarda Il suo corpo notandosi esattamente come i giorni precedenti.Guarda a terra i vestiti indossati per la cerimonia decide di raccoglierli, li avvinghia a se le stavano così bene si riguarda allo specchio per poi farli ricadere. Vuole fare un bagno caldo, ma dubita che la servitù si azzardi ad entrare in quella stanza. Le resta altro che tornare a letto, cerca di evitare il sangue, ma questo vuol dire avvicinarsi di più a Childerico, che appena sente muovere si sveglia vedendo la visione della moglie così candida e vicina da percepirne il calore corporeo "Buongiorno mia sposa. " " Buongiorno a voi mio signore " .Il marito le sposta i capelli che le nascondono in parte il viso e ne bacia le labbra, dopo di che attira sempre più a se la moglie e nota con orgoglio il sangue che spicca nel bianco sorride e poi dice "Il giorno è inoltrato e sicuramente la mia sposa vorrà rinfrescarsi . Vi lascio ad un rigenerante bagno Per ritrovarvi ancor più bella." si alza dal talamo recupera la calzamaglia e se ne va.Esce dalla stanza e incontra Pina con in mano il necessario per cambiare il letto si scambiano uno sguardo più che complice " Pina, la mia sposa ha bisogno dei vostri servigi" lei annuisce ed entra nella stanza nuziale curiosa di veder la fanciulla che trova in piedi con la sottoveste addosso a guardare la cenere del caminetto spento " Signora " lei si volta in tutto lo splendore e Pina non può far altro che provare un misto d'invidia e gelosia.Pina entra in una stanza piu' piccola dove al centro si trova un catino di legno imbottito di stoffe per trattenere l' acqua. Accende il fuoco in un piccolo camino vi sistema un grosso paiolo ed esce per andare in giardino al pozzo per attingere l' acqua. Lavoro faticoso dover fare tutte le rampe di scale, ma i signori vogliono il meglio e lei lo sa bene è abituata ai loro capricci . Il pozzo è profondo con la carrucola manda giù prima un ampio secchio dopo di che ne riempie uno altrettanto capiente ed è pronta a compiere di nuovo il tragitto, ma quel quantitativo d' acqua sa che è insufficiente, due....tre....quattro viaggi. Finalmente ha riempito il paiolo e mentre l' acqua scalda e produce vapore si siede su un pacchetto per riprendere fiato un attimo. La fronte imperlata di sudore, nel frattempo decide di cambiare il letto, torna nella stanza principale dove trova Simona intenta a rovistare nel proprio baule che solo il giorno prima era situato nell' angolo della propria camera e adesso sembra trascorsa un' infinità, il suo castello le mancherà sempre e niente può farle cambiare idea. Cerca il libro che aveva ricevuto per il compleanno e trovatolo si sistema sotto la luce proveniente dalla finestra mentre Pina inizia a disfare il letto ridacchiando fra se notando il sangue e pensieri maliziosi la sfiorano e poi torna a guardare la nuova signora del castello che ignara dei pensieri della serva legge con immensa gioia. " Signora l' acqua è pronta " Simona si alza e entra nella stanzina dopo Pina che già inizia a riempire il catino immerge una mano per verificare il calore e considerandola accettabile aiuta la giovane ad entrare in vasca. Quando Simona è immersa Pina versa una mistura profumata con essenza di rose, lavanda e fiori campestri e lascia la stanza rimanendo nei paraggi per ogni evenienza. La novella sposa sente che l'acqua calda le infonde un benessere assoluto e ripulita a fondo, non vorrebbe più uscirvi , immerge i capelli per poi appoggiare la testa sul bordo del catino e socchiudendo gli occhi rimane in quella posizione fino a quando l'acqua inizia a smaltire il calore e a diventare tiepida. Pina discreta torna dalla sua signora e pronta con un grande asciugamano avvolge il corpo rigenerato della donna. La aiuta ad indossare la sottoveste e si sistema vicino al fuoco per asciugare i capelli molli. Pina le liscia la chioma lunga e bionda con un rudimentale pettine dai denti larghi. Il silenzio cala solo il fuoco scoppietta. Pina sa far bene il suo lavoro e Simona si lascia cullare mentre le ciocche dorate non diventano asciutte. Adesso è la serva a rovistare nel baule della signora e ne trae un abito con un bordo verde marino e le maniche del medesimo colore, mentre la parte del busto e la gonna damascate con ricami floreali, in vita una cintura di stoffa verde intrecciata. La dama è pronta e Pina si congeda, ha fatto il suo dovere e poi ciarlona com' è deve riferire il tutto alle altre. Simona torna ad esser sola e si trova a suo agio, ma non vuole rimanere tutto il giorno chiusa tra quelle mura. Decide di esplorare il castello è suo dovere imparare ogni angolo della nuova magione. I corridoi sono freddi e spogli, ogni tanto un arazzo che raffigura scene guerresche e si ferma ad osservare, nel suo castello gli arazzi rappresentavano scene campagnole con pastori e graziose fanciulle,mentre questi sono la dimostrazione di un grande potere. Il conte Manfredi non è mai stato un guerriero, la sua contea ha conosciuto più la pace che guerre e le armi son usate solo dai guardiani. Vede scene raccapriccianti e non può non pensare a quanta sofferenza le varie battaglie combattute dagli Altigenti devono aver generato. Un' immane tristezza la prende, spera solo che la pace che adesso regna da innumerevoli anni non venga turbata da qualche vanaglorioso di passaggio. Entra in una sala dalla forma rettangolare dove alle pareti si trovano alcuni ritratti antichi e tutti inquietanti dei gran signori del passato, in particolare un dipinto che raffigura un uomo di mezz' età con la chioma rossiccia stempiata e un ghigno di scherno, mentre con lo sguardo intenso fissa una testa mozzata, una scritta dice " Guccione Altigenti, coi capo del Riccardo de Riccardi, homo crudele e miserabile." disgustata se ne allontana, per il momento ha visto cose che non le son piaciute, ma prosegue fin quando non si imbatte in Amelia " Vostra signoria, avete bisogno d' aiuto." " In effetti, mi son persa." Amelia con fare dolce
"Volete che vi riaccompagna nelle stanze signorili ?" Simona non aveva una vera meta, ma in camera non vuol tornare "Perché non mi portate dalla signorina Melisenda." " Certo, è li che devo andare." tragitto breve Amelia apre la porta e dice " Mia cara, avete visite." gli occhi verdi della rossa si fanno curiosi mentre Amelia fa entrare Simona. La dama si allontana lasciando le altolocate da sole. La prima a parlare è Simona " Buongiorno, spero di non disturbare." " Oh certo che no.Aspettavo Amelia per discorrere mentre ricamo." ecco uno dei pochi passatempi che ha sempre odiato, ma forse in compagnia è migliore " Per caso avete il necessario anche per me." Melisenda sorride e si avvia ad un armadietto, Simona si accorge della generosità della cognata we inizia a rivedere la sua prima impressione. La rossa torna con il necessario porgendolo alla nuova arrivata. Il lavoro di Melisenda è quasi finito, un abito in tinta rosa pesco con ricami fantasiosi sui bordi delle maniche e delle balze a partire dal giro vita, un risultato eccellente e di gran manualità " È magnifico, chi vi ha insegnato." riducchia e serenamente risponde " Amelia, con gran
pazienza....Ammetto che non è stato facile, ma le serate invernali sono lunghe. " " Io, ho poca manualità, ma qualche fazzoletto o accessorio di poco conto l' ho decorato. Amo più leggere e le serate invernali le troscorrevo così. " nota con piacere che la conversazione scorre piacevole, in fondo hanno più o meno la stessa età e se vuole parlare con qualcuno chi meglio di lei. Torna Amelia e si unisce alle due e inizia a chiacchierare e parla del suo mercante preferito " Domani incontrero' Alfred." Simona non capisce di cosa parlano, ma non vuol intervenire. Amelia si accorge dell' isolamento di Simona, allora le racconta per filo e per segno tutto ciò che riguarda Alfred con un trasporto tale che non è difficile notare i sentimenti. Melisenda sfrutta la confidenza per parlare di Berto " Sapete anch' io ho uno spasimante. " Simona non è sorpresa, aveva visto al banchetto gli sguardi e i baci " Il giovane dai capelli neri con cui avete danzato al matrimonio. " la cognata diventa un po' rossa, pensava di non esser stata vista da nessuno, perché troppo impegnati ai divertimenti per accorgersene, ma adesso è presa dal dubbio, in quanti si saranno accorti delle effusioni ?...... " Si chiama Berto Maleforti, il capo guardiano del castello." conosce quel cognome, una delle famiglie più in vista anche se non li ha mai conosciuti di persona. Si sente complice e questa è una situazione nuova con la cugina parlano solo di carità, religione. Poi Melisenda la spiazza " Cosa pensate di Childerico ?" è il suo turno di arrossire e le carezze della sera prima riaffiorano di un botto " Penso che sia un brav'uomo e forse con il tempo potrò provare i sentimenti che entrambe provate." con lei la vita è stata un poco meschina, non ha avuto l' occasione d' innamorarsi e adesso si trova sposata e legata ad un uomo che considera attraente, ma avrebbe voluto decidere da se il suo destino, purtroppo sono i padri a prendere le decisioni e la dote ricca è più succulenta delle altre. Il pomeriggio fa capolino e Childerico torna da una battuta di caccia a cavallo con il padre e il conte Vorletti e alcuni servitori tengono in mano lepri appena cacciate e si dirigono verso le cucine. I tre uomini son soddisfatti, Nicolone si congeda" È stato divertente, ma ora mi aspetta il dovere, un consigliere vuol vedermi." restano soli Childerico e il suocero e Vorletti dice " Caro figliolo non ho ancora avuto modo di parlare da solo con voi." Childerico è tutto orecchie " Provvedi bene a mia figlia e ti prego di farle credere almeno un briciolo d' affetto anche se non l' ami. " " Non temete, nutro già per lei un piccolo sentimento che lento cresce. Non sono un uomo meschino." il conte è contento di sentire queste parole, da una pacca su una spalla al giovane e se né va. Childerico va alla ricerca della moglie, torna nella loro camera che trova deserta, gira di sala in sala ma ogni luogo non mostra segno della sua presenza. Poi gli viene in mente che potrebbe esser dalla sorella e fuori dalla porta origlia e sente un chiacchiericcio femminile vivido e gioioso... Toc... Toc bussa e Melisenda dice " Avanti." Childerico entra con un bel sorriso ampio " Mie signore, vi vedo allegre." ridono tutte e Melisenda risponde " Vuoi unirti a noi, Caro fratello." " No mie signore, Volevo solo dirvi che tra poco il pranzo verrà servito in sala e li potremo discorrere." si avvicina alla moglie e la guarda con intensità le prende una mano e con lievità ne sfiora la pelle " Mia sposa, vi vedo di ottimo umore e la cosa mi rende felice." Simona diventa leggermente rosea in volto e Melisenda sorride " Il merito è mio e di Amelia, le parole distendono i volti." si allontana dalle tre donne e richiude la porta alle sue spalle. Quel lieve tocco ha fatto comparire un sentimento piccolo piccolo che si fa strada verso il cuore per attecchire appena con radici invisibili. La sala è apparecchiata per i pochi commensali con al centro un bel vassoio con la cacciagione in umido e verdure miste. Il palato da soddisfare.Nicolone allegro mangia avidamente, ha messo su un po' di peso negli ultimi tempi, ma in fondo è normale per la sua età , mentre a confronto il conte Manfredi è mingherlino curato e l' dea di cagionevole sempre addosso. Il contrasto evidente con il resto della tavolata caratterizzata da una gioventù nel pieno delle forze con i volti distesi e il brillio nelle iridi di chi ha ancora molto da vivere e poco da raccontare come le pagine di pergamena di un manoscritto che un amanuense con pazienza immane si accinge a trascrivere, solo che la storia che sarà nessuno è in grado di saperlo neppure i visini delle tre belle fanciulle. I girigogoli delle miniature solo un decoro finale per render il tutto più stupendo.


PS : eccomi, finalmente ho finito il capitolo, uno spaccato di mezza giornata di quotidianità signorile. Il prossimo è incentrato di sicuro su Amelia e dopo il ritorno a Melisenda. So di essermi allargata su gli altri personaggi, ma son altrettanto importanti. Spero che piaccia ancora, buona lettura
Alla prossima

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