Amelia si è svegliata di buon mattino è il giorno atteso in cui vedrà lo straniero più generoso che abbia mai visto e che le ha rapito il cuore. Si osserva allo specchio i capelli neri lucenti in contrasto con il volto perlaceo. Le giornate iniziano ad esser più calde e i primi fiori crescono nei giardini con immensa allegria. Melisenda per un giorno può stare senza di lei, ma avrà il coraggio di lasciare quel luogo protetto in cui ha trovato rifugio? Il tempo di sposarsi si appresta tra qualche mese compirà 18 anni e le fanciulle alla sua età son già spose esempio fra tutti la giovane Simona. Alfred ricco e avventuroso mercante vuole lei nonostante le sue origini si nobili, ma poco prestigiose. Scende le scale e si avvia nel cortile, solo poche anime son sveglie a quest' ora albina tra cui le guardie e Berto seduto su un muretto intento a pulire delle spade " Amelia, siete mattiniera " ride " Si, devo fare delle commissioni in paese." " Avete bisogno d' aiuto, oppure della carrozza ?" scuote la testa " Non vi preoccupate Berto, mi son ripromessa di fare una passeggiata." " Come volete, ma fate attenzione. " " Arrivederci Berto. Fate compagnia a Melisenda se potete." ecco che gli occhi celesti si scaldano come acqua in ebollizione " Andate tranquilla che Melisenda non correrà alcun rischio." La donna si incammina lenta, non ha fretta, la scusa della camminata le serve per riflettere ulteriormente è sempre indecisa, forse lo sguardo verso quella natura che conosce così bene la consiglierà per il meglio. I merli, passerotti e altri uccelli cinguettano tranquilli e beati unica sua compagnia il loro canto che è in grado di rilassarla e proseguire con la mente più serena e leggera. Il paese non si vede ancora all' orizzonte, ma il piccolo mondo che osserva si sveglia, alcuni servi della gleba muniti di zappa si dirigono verso il lavoro obbligatorio per il padrone. Animali pascolano non distanti..... Tutto le ricorda l' infanzia semplice e piena di sacrifici per i fratelli e sorelle più piccoli e un padre vizioso e vagabondo che aveva perso tutto perfino il rispetto della servitù e dei contadini. L' amarezza sale, ma deve bloccarla, sta andando verso l' amore e non vuole farsi veder triste altrimenti Alfred non sarebbe in grado di scorgere la contentezza nel ritrovarlo. Il sentiero è largo e l' erba ai lati alta ondeggia strisciando al vento e accompagnando Amelia al suo destino..... Forse . Le prime casupole di pietra umile dove bimbe popolane aiutano le madri a lavare il bucato nei catini con la lisciva ottenuta dalla cenere, operazione che tante volte ha fatto lei stessa con immane fatica nello stropicciate bene i panni. Alfred la attende nella locanda L'oca rossa in cui alloggia, confortevole, non proprio agiata, ma in grado di fornire parecchie comodità. Frequentata da parecchi mercanti di varia provenienza, ma in questo periodo quello che vien da più lontano sembra proprio esser lui soltanto. La piccola sala da pranzo è illuminata con due candelabri posti in cima e in fondo ad un grande tavolo rettangolare di robusta quercia e Alfred sta seduto a malapena ad arrovellarsi e ignorando il responso di Amelia. I commerci l' hanno tenuto lontano da lei a lungo, tempo durante il quale la bella mora ha potuto pensare anche troppo.... Si augura di cuore di ricevere un si sincero e ricco di promesse. Amelia sa esattamente dove si trova la locanda, ma decide di allungare la strada ulteriormente, per recarsi nella basilica a pregare l' aiuto necessario. La chiesa la stessa che era stata adornata per le nozze di Childerico, ora è spoglia, poco illuminata e adatta per un brevissimo ritiro spirituale. Le panche di legno un po' consunte si siede su una di esse e con le mani giunte prega rivolta all' altare e al volto sofferente del Cristo in croce. Sente che in se si fa spazio una forza nuova che la spinge verso il tenebroso mercante. La locanda è deserta, ad un bancone seduto su una sedia con la faccia addormentata il locandiere " Buon uomo cerco il signor Alfred Lander. " con un sonoro sbadiglio indica con la mano una porta aperta alla sua destra, Amelia si incammina e appena entra nella stanza vede subito l' uomo in piedi girovago nella stanza,ma appena la scorge si ferma e le va incontro con lo sguardo più lieto, sereno e felice che ci possa esser su un volto umano e meglio ancora su un individuo innamorato " Amelia siete venuta, stavo per perdere ogni speranza...... Ma adesso siete qui ad allietarmi con la vostra presenza." lei lo guarda negli occhi oceanici e dice " Son venuta a piedi dal castello, mi ha aiutato a pensare." "Ehh......Siete arrivata ad una decisione." di certo non vuole farle pressione e incalzarla per aver una risposta ma non sta più nella pelle con l' ansia e agitazione addosso. " Caro Alfred, siete molto gentile con me che di premure ne ho sempre ricevute poche e la cosa mi fa molto piacere e non nego di avervi pensato ultimamente, soprattutto quando si apprestavano le nozze di Childerico Altigenti..... La cosa mi ha fatto riflettere sull' avvenire e voi ne facevate parte insieme a me....." si interrompe perché nel dire ad alta voce i suoi pensieri le ha provocato un effetto strano con il fiato mozzato e Alfred si avvicina sempre più le prende le mani e incredulo ancora per le parole udite esita a parlare, non vuol sentire un ma che potrebbe contraddire le parole appena dette. " Quindi è un si ?" prende una boccata d' aria e dice " Si, anche se il viaggiare mi attrae e impaurisce al tempo stesso. Sapere la mia terra lontana e il calore del sole che la scalda ." " Non temete, se vorrete prenderò casa da queste parti, io dovrò assentarmi per i commerci, ma tornerò sempre da voi. Vorrei farvi visitare il mio paese e conoscere mia madre....il viaggio è lungo non lo nego, ma non dovete aver paura." si sente rassicurata e entrambi gioiscono in silenzio, sentono quella sala comune troppo guardinga,chiunque può affacciarsi e scorgere la scena,decidono di fare una passeggiata, dopo di che la donna si avvierà al castello con il cuor leggero. Il percorso in compagnia è di gran lunga più piacevole, si tengono per mano, si guardano teneramente e osservano con gioia la natura circostante percorrendo un sentiero in mezzo ad un campo per poi avvicinarsi al limitare del bosco dove il fitto frondoso rende la boscaglia oscura come il buio pesto invernale appena tralasciato alle spalle. Amelia non conosce il bosco e non sarebbe in grado di orientarsi " Alfred, torniamo indietro ?, la foresta mi inquieta, si dice che dei briganti si nascondino proprio qua dentro. " " Non temete, non lasceremo il sentiero." un po' contrariata vi si addentra nell' intrico di radici umide, in cui il terreno melmoso non si asciuga mai in quanto la luce non conosce modo per filtrare tra le chiome ricche di foglie. Con una mano si regge il vestito lasciando liberi i piedi, mentre l' altra mano è tenuta saldamente da Alfred. Poi di colpo l' uomo si ferma e con occhi accesi guarda Amelia, riconosce quello sguardo lo stesso che aveva avuto quella sera della festa del feudo..... Poco prima di baciarla..... E non si sbaglia le loro labbra si uniscono un' altra volta con una passione non più misurata dalla morale o dalla circostanza sociale. La spinge con fermezza ad un tronco umido e rugoso sul quale aderisce la sua schiena.Alfred la osserva bene prende una ciocca di capelli e l' arricciola ad un dito e con l' altra mano le accarezza una guancia per poi calare verso il collo e proseguire nell' esplorazione, ma Amelia impaurita cerca di allontarlo " Non mi sembra il caso e questo posto mi inquieta... Voglio andarmene subito." Alfred a malincuore ferma le mani e sorride lieve "Non Volevo spaventarsi, so aspettare le nozze.....andiamo." riprende la mano di lei e tornano via da quel luogo buio dove Amelia sa bene cosa voleva fare il suo innamorato, ma lei è una fanciulla rispettabile e vuol rimanere tale....anche se in lei sente un tumulto e una parte nascosta e oscura come la foresta in cui erano che non voleva fermare Alfred a nessun costo, ma per fortuna la parte razionale ha avuto la vittoria. Cala il silenzio e il mercante prova rammarico per l' occasione sfuggita che non si ripresenterà. " Mi impegno a cercare una bella casa in paese....dopo di che le nozze, ho già intravisto un bel palazzo che da proprio sulla piazza del mercato. Non vedo loro di chiamarvi moglie.....datemi una decina di giorni e niente più ci terrà lontani." si separano con un bacio più dolce e meno violento di quello subito prima. Amelia sfinita dai sentimenti e dal duello interiore, cammina senza la forza di pensare, consapevole che di li a dieci giorni o forse più sarebbe divenuta la signora Lander e non più una semplice dama di compagnia e un po' tuttofare. Il futuro si avvicina e presto sarà il suo presente. Il castello la riaccoglie a se con braccia fraterne che mai come adesso ha voglia di abbracciare.
Mentre la cara e dolce Amelia è via Berto non si lascia certo sfuggire l' occasione di star da solo con la bella Melisenda la quale svegliatasi ad un ora non troppo tarda li per li " Amelia, mi occorre il tuo aiuto.....Amelia.. " poi si ricorda dell' incontro tanto atteso dalla sua dama e sorride allegra sperando in un buon esito, la sua cara amica merita la felicità dopo le pene infernali patite nell' infanzia tutt'altro che rose e fiori. Si alza sceglie con cura un abito celestino di stoffa più fine e adatto alla stagione primaverile, in fondo Marzo è alla fine e sta per lasciar il posto ad Aprile come si suol dire il mese del dolce dormire. Scende nelle cucine dove la servitù è all' opera e si avvicina ad una donna anziana " Giannina, mi date un pezzo di pane abbrustolito e una tazza di latte." sa che è una colazione un po' rozza, ma le piace molto e ne approfitta del fatto che non c' è Amelia la quale la rimbrotta sempre ricordandole la postazione sociale. Giannina obbedisce di buon grado procurando una bella ciotala in legno elaborata con piccoli intarsi floreali e la buona fetta di pane toscano senza sale che Melisenda spezzetta nel fluido bianco per poi far riemergere con un cucchiaio. La goduria delle godurie.. Dopo di che saluta Giannina e le altre e fa ritorno alle stanze superiori, quando vede Berto intento a cercarla " Cosa ci fate capoguardiano... Vi siete perso?" il tutto detto con un finto fare ingenuo al quale Berto risponde " Mi son perso cercando una fanciulla di cui mi hanno narrato le virtù e la bellezza che adesso mi trovo di fronte." ride lusingata e smettendo di fingere si abbracciano. Lei inizia a correre di stanza in stanza risucchiando, mentre Berto la insegue , pensa di avarlo seminato quando delle braccia familiari l' agguantano. Ama così tanto il suo Berto e tra le sue forti braccia si sente protetta come non mai, forse una sensazione simile di sicurezza l' aveva avuta da bambina in una delle rare volte in cui Nicolone il gran signore lasciava perdere il suo ruolo di governo per fare quello di padre e prendeva fra le braccia i tre figli. Salgono delle ripide scale di pietra a chiocciola per salire nel punto più alto di tutto il castello, la torretta della voliera dove transitano i piccioni viaggiatori con varie missive ed in genere un luogo tranquillo e discreto con come unici ascoltatori i pennuti e il loro tubare. La torretta è rotonda e aperta su tutti i lati il tetto di legno sorretto da quattro colonnette di pietra sottili ma robuste. I due piccioncini possono esser loro stessi senza timore e Berto inizia a parlare" Voglio dirvi una cosa, un mio vecchio amico divenuto signore dei suoi possedimenti ha deciso di inviare un gruppo di cavalieri in oriente per ottenere tesori e ottenere nuove terre . Non so se accettare la sua proposta, potrei tornare con molte ricchezze e acquistare un titolo mio così finalmente potremo sposarci senza alcun problema." Melisenda non si aspettava certo una simile notizia e il volto felice si oscura con tanta tristezza e paura " Vi dimenticherete di me, Childerico mi ha raccontato delle mollezze di quelle terre, non vorrete più tornare e io ne morirei. Non mi interessano i danari mi interessi solo tu." "Sono belle parole, ma non bastano per viver dignitosamente,voglio darvi il possibile e il di più. Non so se farò ritorno dipende dalla sorte e dalla mia spada." calano le voci e la tristezza avvolge entrambi. Melisenda piange e per consolarla Berto le asciuga le lacrime amare e bacia il punto umido dove scorgava quel fiume salato. " Non voglio vedervi così.... Potremo anche sposarci prima della mia partenza... Con coraggio parlerò a vostro padre." la fanciulla smette di frignare " Voglio esser presente anch'io,voglio conoscere il mio destino." poi è fiduciosa che tutto vada al meglio in fondo un ricchissimo matrimonio è stato celebrato da poco e Nicolone può essersi rabbonito no ? Deve considerare che l' età avanza e per star bene di salute e di spirito non può sempre arrabbiarsi, l' indole guerriera la deve lasciate ai giovani. Si baciano con gioia, mestizia, speranza e voglia di credere ad un amore condiviso. Rimangono stretti a lungo sotto il sole che entra nella voliera illuminando i capelli rossastri di lei come se fossero una viva fiamma, mentre i capelli di lui risplendono sembrando sempre più neri come se fossero intrisi nell'inchiostro. Un' intera giornata per loro per stare così fermi in una situazione infinita fin quando durerà.
PS: ciao, Scusate il ritardo, ma avevo il così detto blocco dello scrittore, poi lo ammetto sono al mare e mi son lasciata prender dalle onde hahaha. Spero vi piaccia, via sembra che si sposin tutti, ma qualche impedimento ci deve esser per forza se no troppo facile la vita, non credete ? Mi scervellero' per trovarne uno, pensateci anche voi e fatemi sapere nei commenti...io ne ho già in mente uno ma non ve lo dico non voglio anticipare nulla. Ciao carissimi alla prossima
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Melisenda e il destino
Historická literaturaMelisenda figlia del signore di una cittadina Medievale dai capelli rossastri, occhi curiosi e un cuore forte e fragile al contempo. L'amore per Berto il capo delle guardie a difesa del castello signorile e delle mura semplice cadetto di una famig...