Capitolo 16

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La sera prima avevo dormito con Andrea ma al mio risveglio, la mattina seguente, lui non c'era.
-Andrea?- chiamai
Doveva partire quella mattina e io già stavo molto male solo al pensiero di non doverlo vedere per tanto tempo.
-Andrea?-
Lui non rispondeva, lui non c'era.
Mi alzai dal letto e notai un bigliettino sul cuscino.
Lo aprii subito
" ciao Elena, io sto per partire, ma non ho avuto il coraggio di svegliarti. Sei così bella quando dormi, sembri un angioletto. Inoltre sto già piangendo ora, mentre ti scrivo il biglietto, volevo evitare che tu vedessi le condizioni in cui sto in questo momento. Voglio solo che tu ricordi una cosa: io ci sarò sempre per te , anche se non mi vedi, ti amo tantissimo. Ciao"
Quel biglietto mi spezzò il cuore. Avrei voluto abbracciarlo ancora, digli che lo amo anch'io e che mi mancherà tantissimo.
Ma purtroppo lui ha scelto così.
Presi il telefono e lo chiamai immediatamente
-amore- disse lui
-mi sono appena svegliata-
-hai trovato il biglietto ?-
- si- dissi e ricominciai a piangere
-amore mio ti prego non piangere , non ce la faccio a sentirti così-
-mi manchi già, come farò senza di te ?-
-amore io torno indietro-
-no, no... Scusami, tu devi inseguire il tuo sogno , non pensare a me , in qualche modo farò, ti amo -
-anch'io ele-

POV Andrea
25 luglio. Era passato un mese da quando avevo lasciato Milano per trasferirmi a Bologna. Avevo preso una casa con altri 2 miei compagni di squadra che erano stati a loro volta convocati a Bologna. Stavo bene con loro, in casa ce la cavavamo alla grande, gli allenamenti stavano andando bene e il mister mi aveva già messo tra i suoi preferiti. Però c'era una parte di me che si chiedeva ancora se fosse ancora stata la scelta giusta.
Amavo tantissimo Elena e saperla così lontana da me mi uccideva. In un mese non ero riuscito ad andare a trovarla nemmeno una volta, perché in settimana avevo gli allenamenti e nei fine settimana avevo le partite. Ci sentivamo pochissimo anche a telefono, dato che il pomeriggio io ero impegnato e lei aveva iniziato a lavorare a tempo pieno ogni sera a parte il giovedì. Questo mi faceva stare abbastanza male inoltre temevo il fatto che lei potesse conoscere qualcuno meglio di me.
- Andrea! Cucù', ma che fai? Sogni ad occhi aperti? - era Giacomo il mio coinquilino.
-beh no... Stavo pensando-
- dai Andrea datti una svegliata, non puoi pensare sempre alla tua ragazza- mi passò una birra
-lo so, ma mi manca, per te é facile parlare, non hai una ragazza tu...- dissi bevendo un sorso di birra
-io ne ho più di una- disse e ci mettemmo a ridere.
Beh su questo aveva ragione , lui e l'altro nostro coinquilino,Alberto,quando uscivano nei fine settimana portavano sempre a casa delle ragazze diverse.
Io in questo mese non sono mai andato in un locale, non ero dell'umore adatto e poi sinceramente , volevo evitare i luoghi dove potevano esserci tentazioni di ogni tipo.
-dai amico, sta sera esci con noi-
-no, no ... Io sto qui-
-Andrea dai, è sabato sera, la partita è domani pomeriggio, ti scarichi un po', lo ha detto pure il mister che ti vede un po' teso, e noi abbiamo bisogno che il nostro capitano sia in piena forma -
Forse il mio amico aveva ragione, forse non mi avrebbe fatto male uscire un po'... Inoltre... Ci sono tantissimi ragazzi che vanno in discoteca con gli amici senza le loro ragazze, non per forza doveva essere un male...
chiamai Elena per avvisala
-Elena-
-amore sono a lavoro cosa c'è ?-
-scusa se ti ho disturbato-
-tranquillo, dimmi-
-sta sera vado un po' a ballare ok? -
-ah... Si.. Va bene .. Non ci sono problemi, vai pure... -
-grazie amore , buon lavoro-
-ciao-

POV Elena
Andrea mi aveva appena chiamato dicendomi che sarebbe andato in discoteca.
Non nego il fatto che questo mi ha infastidito parecchio. In un altra città, con i suoi amici conquistatori, spero non si faccia trascinare anche lui in un casino, spero faccia il bravo. Mi manca davvero tanto, dopo un mese, non ce la faccio già più.
Giovedì sera sono uscita con Beatrice , Ignazio , Laura e Leonardo e non nego che mi sentivo a disagio a stare sola in mezzo a loro. Dovrò farci l'abitudine. Spero di riuscirci.
-Elena, fammi due mojito per il tavolo 12- disse la mia collega, interrompendo i miei pensieri
-subito-
Quel lavoro mi piaceva, sopratutto perché mi piaceva stare a contatto con la gente, e poi, potevo bere gratis.
Il mio capo mi disse che ero abbastanza brava da poter assumermi a tempo pieno.
Tornai a casa quella sera alle 2:30 ma non c'era nessuno. Laura e Beatrice erano uscite con i rispettivi fidanzati ed evidentemente non erano ancora tornate.
Mi feci una doccia e mi buttai sul letto.
Mi sentivo sola.

L'amore muore giovane,  per questo non ha etàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora