Capitolo 44

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POV RICCARDO.
-vieni qua- disse Loretta distesa sul mio letto.
Mi prese per la cravatta e mi spinse su di lei.
Mi spogliò completamente, e fece la stesa cosa lei.
Era sempre lei a dominare, era sempre lei a condurre il gioco.
-sei mio- sussurro al mio orecchio per poi baciarmi.

-NOOO-
Mi svegliai nel mio letto, sudato come non mai.
Avevo fatto un incubo.
Avevo immaginato di andare a letto con Loretta, di nuovo!
Ma che diamine mi stava succedendo.?
Beh... Dopo quello che è successo ieri sera sognare questa cosa non era affatto impossibile.

Andai in bagno a farmi una doccia.
Volevo togliermi di dosso il suo odore, e nello stesso tempo ciò che avevo fatto.
Non so come fare ora, non so come guardarla in faccia , e non so nemmeno come guarderò in faccia Elena.
Sono stato davvero uno stupido.
Beh, nello stesso tempo, la mia mente aveva sempre impressa quell'immagine:
Elena che si struscia sul corpo di Andrea, ubriaca e col vestito troppo corto.

Che situazione complicata.

POV ELENA.
-mmh- aprii gli occhi.
Avevo un mal di testa terribile, era da un po che non mi prendevo una sbronza di dimensioni colossali come avevo fatto ieri sera.
Ero seminuda nel letto, e Andrea era dietro di me  che mi abbracciava.
-porca miseria- sussultai alzandomi immediatamente dal letto.
-Elena ma che...- disse lui ancora assonnato.
-oddio Andrea- dissi mentre tentavo di trovare qualcosa con cui coprirmi.
-che c'è?- disse infastidito
-che cosa è successo ieri sera?-
-quando?-
-ieri sera, dopo che siamo tornati dall'inaugurazione-
-ma che ne so, lasciami dormire-
-no Andrea, ti prego, non mi ricordo niente, dimmi che é successo-
-shh, vieni a dormire con me-
-ma sei scemo o cosa? Parlami, ho bisogno di saperlo-
-te lo dico dopo.- disse mettendosi il mio cuscino sulla testa in modo da non poter sentire più quello che dicevo.

Il mal di testa non mi dava tregua, avevo tutto il trucco colato e sembravo uno zombie.
Andai in cucina a bere un bicchiere d'acqua sperando che esso potesse  farmi stare un po' meglio.

-che cavolo ho combinato stanotte?-
Chiedevo nella mia mente...
-e perché Andrea non me lo vuole dire?-

Ero ancora troppo stanca per stare in piedi, così decisi di andare a dormire di nuovo.

POV RICCARDO.
Scesi le scale sperando di non trovare Loretta in salotto. Ecco, come non detto.
Era lì, seduta sul divano, come se mi stesse aspettando.
-so che ti svegli prima di tutti per preparare la colazione, ma oggi ho voluto precederti-disse avvicinandosi.
Aveva addosso ancora la vestaglia di seta che le avevo regalato per il nostro secondo anniversario di fidanzamento, proprio il mese prima del matrimonio che non c'è mai stato.
-hai visto, ce l'ho ancora-
-ti sta sempre bene- dissi sospirando.
Non la amavo più, ne ero sicuro, mi aveva fatto troppo male, però una parte di me la desiderava ancora.
-ieri sera è stato bello-
-IERI SERA NON È SUCCESSO NIENTE!- dissi  urlando
-invece si, e lo sai benissimo-
-un bacio non significa niente Loretta, smettila di far sembrare la cosa più grande di quello che è-
-Riccardo, il modo in cui mi hai preso, quello in cui mi hai stretto forte a te, va molto oltre un bacio... Tu mi volevi, e io volevo te.. E so ancora che mi vuoi, ora-
Disse dandomi un bacio propio sotto l'orecchio.

Sapeva quali erano i miei punti deboli, sapeva quali parole usare per farmi perdere la testa.
Ero sotto forte pressione.

Poi l'immagine riflessa nello specchio di fronte a me mi fece svegliare.
-oddio Marta- mi girai e la vidi guardarci con le braccia conserte.
Scosse la testa in segno di disapprovazione e salí di nuovo le scale.

In quel momento arrivó  anche mia madre.
Eccola, la riunione di famiglia.
Decisi di correre dietro a mia sorella.
-Marta aprimi- dissi bussando
-non voglio parlarti, mi hai deluso-
-Marta, non è come credi?-
-e com'è ?- disse aprendo la porta
-c'è stato un bacio ieri sera, ma niente di più, io non la amo, ma sento di essere ancora attratto da lei-
-ma a Elena ci pensi? sono passati 3 giorni da quando se n'è andata e tu non sei ancora andato a riprendertela, preferendo tenere in casa la tua ex,'che ti provoca in continuazione, sei una delusione , Riccardo. Ti ho sempre messo in paragone con tutti i ragazzi che frequentavo...mi dicevo "il mio ragazzo dovrà essere come mio fratello" ma a questo punto, sai che ti dico? Non lo voglio un ragazzo che somigli a te- disse e mi chiuse la porta in faccia.
Aveva ragione, completamente, ero così accecato da non vedere quello che avevo fatto ad Elena, ma non ieri sera, nei giorni precedenti,'quando non l'ho difesa con mia madre e con Loretta, e quando le ho permesso di andarsene.
Ora ho capito però, non c'è più posto per Loretta nella mia vita, e neanche in casa mia.
Scesi le scale come un fulmine, presi Loretta per un braccio.
-te ne devi andare,ora, vai a fare le tue valigie, non voglio vederti più!-
-e tu...- dissi riferendomi a mia madre -se non accetti il fatto che io stia con Elena allora vai  via con lei..-
-Riccardo come ti permetti di parlarmi così? E di parlare così a Loretta?-
-vi do mezz'ora di tempo, poi fuori di qui!! Al mio ritorno non voglio più trovarvi, chiaro?-

Mi infilai subito la felpa che avevo lasciato sul divano e presi le chiavi della macchina, deciso ad andare da Elena.

Arrivai dopo 10 minuti e suonai al campanello.
Nessuno aprí la porta.
Forse dovevo tornare in un secondo momento... Però, avevo troppa necessità di parlare con Elena.
Mi ricordai che le ragazze lasciano sempre una chiave di scorta sotto il tappeto,davanti alla porta.
Così decisi di entrare furtivamente in casa.
Piano piano raggiunsi la porta della camera di Elena, cercando di fare il meno rumore possibile, per non svegliare nessuno.
Quando aprii la porta della camera  mi pentii subito di quello che avevo fatto, cioè essere venuto qui.
Elena era nel letto insieme ad Andrea, che L'abbracciava.
Una forte rabbia mi assalì e diedi un pugno alla porta.
Entrambi si svegliarono e mi guardarono con una faccia sconvolta.
-oddio Riccardo!- gridó Elena -non è come..-
-non è come penso eh? E pensare che io.....- mi bloccai... non riuscivo più a dire niente.
Avrei voluto tanto prendere a pugni quel bastardo di Andrea, ma così sarei sceso ai suoi livelli.
-addio- dissi e uscii dalla stanza.

L'amore muore giovane,  per questo non ha etàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora