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Mi svegliai di soprassalto colpita dalla mia stessa valigia; me l'aveva tirata Robert!

Ora ero piena di energie e facevo un'immensa fatica a trattenermi dal tirare un pugno a quel tipo odioso e maleducato che Klee aveva scelto come suo fidanzatino. Che nervi!

-Opplà!- feci cercando di far sembrare che non lo aveva fatto apposta.

-Non temere l'ho presa- provai a fare il sorriso falso che continuavo a fare ormai dall'inizio del viaggio ma uscì quasi un ghigno malefico che Robert non riuscì ad interpretare. Scesi dalla macchina un po' abbattuta e mi trovai davanti a un hotel. Hotel era dire tanto. L'edificio era piuttosto basso e mal ridotto, l'intonaco esteriore si staccava dai muri color sabbia, e le finestre erano sporche: ora capisco come mai non si sono fatti problemi economici per portarmi qui. Entrata voleva sembrare elegante con una colorazione color oro sui bordi ma gli diede un aspetto ancora più antico, cos'era l'hotel degli orrori?! Presi la mia valigetta l'interno era leggermente meglio dell'esterno: alla nostra sinistra si trovava un bancone dove una signora sui sessant'anni assegnava le camere, sulla destra invece c'era un tavolino di legno circondato da quattro sofà rosso porpora. Qua e là c'erano dei grossi vasi con decorazioni antiche che contenevano dei fiori molto belli, peccato fossero finti, in fondo a destra c'era una balconata (ridotta malissimo) che si affacciava sulla spiaggia e forse era l'unica cosa decente di questo posto. Andai al bancone dove Klee stava prendendo le camere e mi accorsi che non avevano nemmeno il computer, scrivevano tutto a mano. Klee sembrava smarrita e le tremavano le mani mentre prendeva le chiavi. Avevo deciso che non mi sarei occupata di lei in questo periodo, avevo solo voglia di liberare la mente così appena Klee mi diede la chiave per la camera singola ci andai senza troppe moine.

La camera era decente e questo mi sorprese parecchio, c'era un letto a una piazza e mezza sulla parete destra, mentre su quella sinistra c'era un piccolo armadio (che per me era sufficiente) e una scrivania in legno con lampada piuttosto moderna. Appena di fianco alla porta c'era il bagno che era letteralmente come uno sgabuzzino: buio con una piccola finestra in alto, davanti a me c'era un enorme balconata che dava sulla spiaggia, era bellissimo! Per me quello era in posto ideale, mi sedetti sulla sdraio arancione che si trovava lì e rimasi a lungo ad ascoltare il rumore del mare. La sabbia era bianca e l'acqua era limpidissima, mi domandai come mai in un posto così bello ci fosse questo Hotel mi resi conto che i lati della spiaggia erano ricoperti di alti alberi. Molto probabilmente nessuno la aveva vista perché non era per niente affollata, c'erano qua e là qualche ombrellone che davano un aspetto allegro e colorato al paesaggio. In lontananza vidi una barca piuttosto grande e il suo motore rendeva più grandi le onde che facevano divertire ancora di più dei ragazzi che sguazzavano nell'acqua cristallina.

Chiusi gli occhi provando a rilassarmi ma qualcuno bussò alla porta e io dissi "avanti" senza pensarci perché credevo che fosse Klee che controllava la situazione. Invece mi trovai davanti una ragazza sui vent'anni, alta con capelli castano chiaro e occhi grigio scuro; i suoi lineamenti non erano molto perfetti, aveva il naso grosso e le labbra sottili ma la cosa che più si notavano erano i grandi occhi espressivi. Il suo fisico era piuttosto robusto ma non si notava molto perché la sua canotta arancione era piuttosto larga.

-Piacere, sono Carmen- mi disse con una voce pura

-Piacere sono Gwen, la nuova arrivata- dissi in modo agitato, non capivo come fossi finita in questa situazione.

-Ti ha mandato Klee?- mi pentii subito di averlo chiesto perché non sapevo nemmeno se la conosceva.

-Sì, ma comunque sarei dovuta passare... posso sedermi accanto a te? Vorrei parlare un po'- con tutto che era un po' invadente non mi spaventava anzi mi faceva sentire più tranquilla e leggera.

-Certo- dissi spostando un'altra sdraio vicino a me, lei si sedette subito e si voltò verso di me. Uffa! Aveva voglia di parlare: l'unica cosa che non mi andava.

-Lo vedi quella specie di casetta laggiù?- annuii distratta non mi andava di chiacchierare come se fosse mia amica anche se non avevo mai parlato così a lungo con una che non fosse legata a me in qualche modo.

-E' il mio bar e quello in cui lavorerai tu in questo periodo- sgranai gli occhi e la guardai

-Quindi sei il mio capo?- annuì solennemente poi continuò.

-Sembri una tipo di poche parole, mi dispiace per te ma mi dovrai sopportare perché io invece parlo molto! Comunque sono una amica di Klee e mi ha chiesto questo favore che io ho accettato molto volentieri dato che non ci si può fidare di tutti a questo mondo- stava parlando di cose incomprensibili per me ma non ci fece nemmeno caso.

-Domani alle 6:30 fatti trovare lì chiaro?-

-Okay- risposi semplicemente, mi si buttò addosso e mi abbracciò

-Sei la prima che non si lamenta dell'orario! Ti stimo fratella!- poi mi lasciò e si diresse verso la porta ma io la fermai: c'era qualcosa di strano in quel posto ma non capivo cosa. Di certo il linguaggio che usavano se era come quello di Carmen: lasciava molto a desiderare!

-Questo posto non è come tutti gli altri vero? Lo si percepisce ma non capisco che cosa lo rende diverso- lei si girò con un sorrisetto compiaciuto e disse.

-Non preoccuparti lo capirai, e poi con quel bel visino sono sicura che non farai fatica ad ambientarti- arrossii. Carmen uscì dalla stanza e mi lasciò ancora più dubbi.

Stava diventando tardi così mi infilai nella camicia da notte senza mangiare, mi era passato l'appetito appena mi venne in mente che sarei dovuta stare nella stessa stanza dei due piccioncini e dissi a Klee che non mi andava di magiare. Mi infilai nel letto ma appena chiusi gli occhi mi venne il terrore che l'incubo della notte precedente sarebbe tornato, perché quelle parole? Che cosa sarebbe successo? Ero spaventata, iniziai a sentire i brividi ovunque. Mi alzai e presi una coperta dall'armadio e me misi sopra le altre, il freddo non passava e i denti iniziarono a battermi. Ero più spaventata che infreddolita, andai fuori in balcone e mi misi un golfino; la mia pelle era più fredda del solito. Rimasi a fissare cielo con le sue piccole lampadine e un enorme lampadario davanti a me mi illuminava il viso. Mi sedetti sulla sdraio e osservai la spiaggia, un profondo profumo di salsedine mi attraversò le narici. Notai che sulla spiaggia un ragazzo stava comminando con passo deciso e lento, aveva l'aria di un tipo molto solitario quasi come me. Il mare non era mosso, sembrava che anche lui stesse dormendo, tornai a fissare il cielo terso": era un cielo purissimo che di certo all'orfanotrofio non avrei mai visto. Finalmente iniziavo a rilassarmi. Notai che davanti a me stava volando una sabbia arancione. No! Non era sabbia era la nuvola che la notte prima avevo visto! Mi alzai in piedi e rimasi a fissarla, eravamo uno davanti all'altra e io ero terrorizzatissima ma la regola numero uno del mio codice cita testualmente "Non abbassare mai per prima lo sguardo quando sei davanti a un nemico". Io non sapevo se era un nemico ma... di certo non mi rassicurava. Una fitta al cuore mi fece piegare in due ma non distolsi lo sguardo, le voci stavano per impossessarsi della mia testa con parole incomprensibili accavallate a delle altre. Mi sentivo la testa scoppiare e il cuore sanguinare, un'altra fitta mi perforò il petto e mi accasciai a terra lentamente. Una voce iniziava a farsi notare tra le altre nella mia testa "Cos'è hai paura?" delle risate agghiaccianti mi raggelarono il cuore, sentivo come se mi si stesso rubando l'anima. Quella non ero io. Chi era quella che si accasciava davanti al nemico e che non lo guardava più negli occhi? No, non potevo essere io! Mi salì una rabbia innaturale che mi diede la forza di alzarmi, la voce smise di ridere. Alzai lo sguardo più arrabbiato che mai, ormai assetata di sangue e sbraitai

-No!- feci una pausa per riprendere a respirare.

-E tu!?- la nuvola si dissolse e io troppo stanca per andare a letto o sedermi mi lasciai cadere e persi i sensi.

La ragazza che non conosceva il suo segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora