Capitolo 13

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ALEXA'S POV

Tra poche ore sarei dovuta partire.

Non mi è mai piaciuta così tanto la mia camera come in questo momento.

Ormai i mobili e gli scaffali erano completamente vuoti e io provavo a chiudere la mia maledetta e strapiena valigia sul letto.

Oggi mi sentivo svuotata proprio come la stanza dove mi trovavo, ma soprattutto ero arrabbiata con mia madre e il suo stupido nuovo fidanzato.

Non facevo altro che pensare a come avrei fatto ad ambientarmi, non sapevo dire niente in italiano e questo era un grossissimo problema.

Ieri Luke e Michael sono usciti con Milena e Madison.

Ci hanno spiegato il motivo per cui non hanno potuto parlarci ed ero così felice di sapere che non l'hanno fatto perché gli stavo, o meglio, gli stavamo sulle palle.

Nemmeno in questi giorni Calum ha provato a contattarmi, ma i ragazzi mi hanno detto che aveva intenzione di trasferirsi fuori dall'Australia, e che ha trovato un nuovo incarico da professore ma prima di stabilirsi ufficialmente in Inghilterra, passerà dei mesi in Austria dove seguirà un corso di formazione o roba del genere.

Dopo aver finalmente chiuso la valigia, mi sedetti sul pavimento della piccola stanza incrociando le gambe e salutando mentalmente la mia camera.

Mi rialzai afferrando la giacca nera che prima avevo appoggiato sulla sedia, e prendendo la grande valigia cominciando a scendere le scale con molta difficoltà.

"Amore sei pronta?" mi sorrise mia madre cercando il mio sguardo con il suo.

"Si" le risposi indifferente mentre infilavo le cuffiette nelle mie orecchie e facevo partire 'The A team' di Ed Sheeran, non è una canzone recentissima ma mi faceva sentire meno sola.

Mentre posavo la valigia nel bagagliaio e aspettavo il ragazzo di mia mamma seduta sul sedile posteriore dell'auto, cominciai a pensare che avrei voluto tanto che il mio carattere diventasse più acido durante questi giorni, ma mi resi conto che in realtà diventò solo più timido di prima, nonostante i miei tentativi per sembrare una stronza, cercavo solo di chiudermi in me stessa creando un'enorme muraglia tra me e l'esterno.

"Allora siamo pronte?" ci chiese sorridendo quella faccia di cazzo mentre baciava mia madre.

Non lo sopportavo e la sua presenza mi portò ad alzare il volume della musica che piano piano migliorava la situazione.

Il viaggio che portava da casa mia all'aeroporto era abbastanza lungo e dopo dieci minuti dalla partenza il telefono cominciò a vibrare.

'Ale io e Mad siamo all'aeroporto ti stiamo aspettando' mi avvertì con un  messaggio Milena.

Questo piccolo messaggio riuscì a strapparmi un leggero sorriso, almeno loro non si erano dimenticate di me.

Dopo altre 4 canzoni Patrick parcheggiò l'auto nel grande parcheggio dell'aeroporto.

Dopo aver preso la valigia io, mia madre e coso, entrammo nell'edificio trovando i ragazzi e le ragazze che ci aspettavano vicino le scale mobili che portavano al piano superiore.

"Alexa" mi urlò correndomi incontro e abbracciandomi Milena.

"Come stai?" mi chiese preoccupata Madison raggiungendomi.

"Bene" mentii cercando di sorridere, non stavo bene, non volevo allontanarmi dall'Australia, e non volevo allontanarmi dai miei amici.

Senza dire niente raggiunsi i ragazzi seguita da Mad e Milena, e dopo qualche secondo di silenzio mi abbracciarono tutti.

"Non partire Alexa" mi implorò Ashton facendomi scoppiare in lacrime.

Mi sarebbero mancati tutti e mi faceva arrabbiare che nonostante avrei dovuto odiarlo non smettevo di sperare nel vedere Calum con i ragazzi proprio qui, e invece ero una stupida perché ovviamente non si era presentato, e non l'avrei visto mai più.

Dopo un pò una voce femminile annunciò la partenza imminente del mio volo attraverso l'altoparlante.

"Beh, ci sentiamo, no?" mi chiese Milena cercando di non piangere, tradendosi da sola quando alcune lacrime cominciarono a solcarle le guance.

"Si, ma per favore, non piangere" l'abbracciai di nuovo mentre dei singhiozzi mi rendevano difficile parlare.

"Non sto piangendo" si giustificò mentendo dopo essersi sciolta dall'abbraccio.

Salutai tutti avvicinandomi all'aereo che mi avrebbe portata via dalla mia casa... Dalla mia vita.

"Buon viaggio cara" mi salutò mia madre in lacrime mentre cercava di sorridermi.

Non le risposi, tutto questo era colpa sua, non aveva cercato nemmeno di abbracciarmi, se ne stava lì a guardarmi, non cercava di fermarmi.

Mi voltai salendo nell'aereo mentre delle lacrime bagnavano il mio viso, continuavo a salutare i miei amici mentalmente, sembrando addirittura pazza, non avevo ancora realizzato che era finita, e che l'Italia mi stava aspettando...

Professor HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora