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Questo ospedale è tutto,unicamente bianco.Pareti bianche,pavimento bianco,tende bianche...il bianco non mi piace.Arriviamo nella sala della tac e con l'aiuto di quattro persone riesco a stendermi.Mi dicono di chiudere i occhi e di respirare profondamente.Quando è finita mi portano in camera,sono le 21:00,credevo fosse più tardi.Mi annoio a morte,non pensavo fosse così stressante essere all'ospedale,ora che ci penso Vanessa non mi ha più aggiornato sui risultati delle ultime analisi che ha fatto,forse non sono ancora arrivati...o forse non ha detto a te i risultati aggiunge il mio subconscio,impossibile,me lo avrebbe detto.Decido di provare a dormire,così chiudo gli occhi e spengo la luce.La mattina seguente mi sveglio e davanti a me c'è un vassoio con la colazione,non ho voglia di mangiare,preferisco aspettare il pranzo,o la cena.Lo sposto e un'infermiera entra in stanza "Nicolò" comincia,so già cosa sta per dire "mi ha detto tua madre di obbligarti a mangiare,sei magrissimo,e poi se mangi la guarigione avviene prima" non sono un bambino,so che mi stanno prendendo in giro,sono pazzo si,ma non per capire che quello che sta dicendo è una cazzata "non ho fame grazie" "avanti" dice indicando il vassoio "c'è un telecomando per vedere una cazzuta televisione?" dico cercando di cambiare discorso "si,tieni" dice e mi lancia il telecomando,guardo tutti i canali,e non c'è niente di accettabile,che rabbia!Sono le quattro e Vanessa dovrebbe arrivare fra poco,alle quattro e un quarto entra e si viene a sedere accanto a me,sembra assente "che hai?" chiedo non appena mi guarda "niente,come va il ginocchio?" "non cambiare discorso...che hai?" "non ti piacerà" dice abbassando la testa "non torniamo ad una settimana fa,dimmi a parole tue come ti senti e cosa è successo" "sono tornata l'altro ieri,la mattina intendo,in ospedale a fare le analisi" "e...cosa dicono?" la mia voce trema "che...é in stato avanzato,leucemia avanzata...ed ho poca possibilità di sopravvivere" dice "potrei cadere in un arresto cardiaco o robe simili in qualsiasi momento,tutto dipende da..." "da cosa?parlami" "dipende da come andrà questa settimana,altrimenti dovrò tornare qui,fare di nuovo la chemio e prendere tanti farmaci" adesso vedo qualche lacrima scorrere sulle sue guance "guardami" lo fa "qualunque cosa accada,domani...tra un mese o tra un anno,io sarò sempre con te,in ogni fottuto momento della mia vita,tu ci sei,ci sarai sempre,e se le cose dovessero andare male vuol dire che combatteremo insieme,sempre insieme,ti prometto che resterò affianco a te fino a morire,tu sei forte..sei forte come una tempesta,ti voglio bene e come andrà andrà,ora non voglio pensarci,ora voglio godermi questi giorni con te,dalla mattina fino alla sera,voglio guardare tramonti,voglio fare cazzate con te,voglio sbagliare con te,voglio fare qualsiasi cosa,basta che siamo assieme,io non ti lascio" dico,stavolta mi sono alzato in piedi anche se traballo,sono davanti a lei e le tengo il viso tra le mani "ti voglio bene" le dico prima di farle affondare il viso nel mio petto ricoperto da un camice "anche io...ti voglio bene" non c'è niente di più brutto che dire ti voglio bene alla persona che si ama,è la bugia più grande di tutte,ma a volte è la strada più facile per non far finire tutto quanto.Passano le ore,in cui parliamo e giochiamo a farci foto a tradimento.È notte,ha detto che vuole restare a dormire con me,così verso mezzanotte spegniamo le luci e ci mettiamo a dormire,ad un certo punto sento qualcosa afferrar la mia mano,le nostre dita sono intrecciate,non c'è niente di più bello.La mattina seguente apro gli occhi e il suo viso è vicinissimo al mio,apre gli occhi e urla per lo spavento,rido anche io "mi hai fatto prendere un colpo" dice "perché?sono tutti così belli appena svegliati?" annuisce mentre sorride sarcastica.Dio quanto amo il suo sorriso.

...1 mese dopo:

Siamo usciti di corsa dall'ospedale,non ne potevo più di stare rinchiuso in tutto quel bianco.Non vedo Alessio da quel fatidico giorno dell'incidente,ma non mi importa,per almeno ora non mi importa di fargliela pagare."andiamo in centro?" mi chiede lei,annuisco e corriamo verso la piazza "prendi la chitarra" dice "ma mi vergogno" "prendila" la prendo sbuffando "allora?cosa faccio adesso?non posso restare qui fermo ad aspettare che la gente pensa di portarmi in un manicomio" "suona qualcosa...ma soprattutto canta" ci penso e alla fine decido,comincio a suonare una melodia con la chitarra e la gente forma un semicerchio davanti a noi "ricorderò comunque e so che non vorrai...ti chiamerò perché tanto non mi risponderai,come far ridere adesso pensarti come un gioco e capendo che ti ho perso ti scatto un'altra foto...siamo figli di mondi diversi una sola memoria che cancella e disegna distratta la stessa storia,ti scorderai di me perché gioia e dolore hanno lo stesso sapore con te,io vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse e tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse e voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare e voglio indifferenza se mai mi vorrai ferire..."

Non aver paura di me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora