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La folla intorno a noi applaude a non finire,ed è una sensazione bellissima,Vanessa mi guarda sorridendo e mi batte il cinque "hai visto?" mi dice "non era così difficile" annuisco mentre sorrido,torniamo alla macchina e numerose persone mi danno pacche sulle spalle e mi dicono che sono stato bravissimo,le ringrazio ma mentre sto per salire sento qualcuno applaudire dietro di me,così mi giro e c'è un uomo sulla trentina,capelli biondo scuro,occhi neri e profondi e un viso che da l'impressione di essere francese,quando si avvicina posso anche vedere la sua camicia nera perfettamente stirata e rimboccata sui gomiti "bravo,bravo,bravo...veramente bravo sono Jaques vengo dalla Francia" dice,ha un accento francese fortissimo infatti non riesco a capire bene tutto quello che dice "grazie per il complimento,io sono N-" rispondo porgendo la mano,ma lui fa un'inchino e ricomincia a parlare "lei è un grande talento e lei come si chiama?" dice indicando Vanessa dentro la macchina "piacere Vanessa" dice timidamente "oh ma che nome affascinante,comunque mio caro amico come si chiama?" "Nicolò" "bene bene Nicoló,faccio parte di una casa discografica molto conosciuta in città,mi farebbe molto piacere che mi venissi a trovare,questo è il mio biglietto da visita,passa quando vuoi...arrivederci" dice infine allontanandosi camminando molto velocemente,mi giro e Vanessa è piegata in due dalle risate "smettila" dico salendo in macchina "no,oddio hai sentito la pronuncia?sembrava di stare a parlare con una rana" "una rana?" ripeto "si,comunque vediamo un po' Jaques Roxel è francese in tutti i sensi,qui c'è l'indirizzo e il numero di telefono" "non penso di andarci" dico seriamente "invece tu ci andrai,c'erano tantissime persone che ti stavano guardando e poi sei stato bravissimo...che ne dici nel weekend?" mi dice restituendomi il biglietto "sei insistente" dico "e va bene,ci andrò...ma solo per sapere cosa mi vorrà far fare,niente di troppo complicato" "come vuoi" dice,poi mi dice che vuole portarmi a far vedere una cosa.Mi indica la strada e dopo dieci minuti arriviamo,c'è un campo pieno d'erba...cosa dovremmo farci? "perché siamo qui?" chiedo incuriosito "prendi la chitarra e seguimi" faccio come mi dice,lei sta correndo davanti a me,in un mese è dimagrita molto...sembra uno scheletro,la cosa peggiore è che lei mangia,e molto.Ma sono i farmaci che prende che non la fanno ingrassare e a differenza di quello che dovrebbero fare peggiorano la situazione,i suoi capelli ondeggiano sulle sue spalle come le onde quando il mare è calmo,i suoi occhi percorrono ogni punto del panorama davanti a lei.Appena arriva in cima ad una piccola collina di siede e aspetta che arrivi "allora,perché mi hai fatto arrivare fino a qui?" "non lo so,mi piace questo posto,poi mi sembra ovvio perché ti ho fatto portare la chitarra" "questo lo avevo capito...beh ora ti canterò una canzone che deciderò io,mi ci sono allenato un po' mentre ero in ospedale" lei annuisce sorridendo e si porta le ginocchia al petto,rannicchiandosi su se stessa,suono alcuni accordi con la chitarra e poi comincio a suonare "io come te siamo noi fatti di sogni e di pura energia due gocce d'acqua cadute da se in una notte di fine settembre,voglia di prendere al volo le idee e trasformarle in momenti da Dio...io mi ricordo che tu stavi per ore a parlare con me...te lo dicevo più forte che mai,sei tu a decidere quello che vuoi...non ti arrendere non lasciarti andare" la guardo negli occhi per alcuni istanti e lei guarda me "tu sei forte come un temporale scoppierà violento che nessuno può fermare,vincerai la tua insicurezza,brillerai nel cielo bianca stella,la più bella" ci guardiamo per un tempo che sembra infinito,poi continuo..."la più bella..." la vedo abbozzare un sorriso e abbassare lo sguardo "tu come me,come noi credi nei sogni non smettere mai ansia che grida la voglia che hai...fai una promessa sincera a te stessa...(...) la canzone finisce.Lei mi guarda sorridente e mi abbraccia fortissimo facendoci rotolare sul prato sotto di noi.Non smette di abbracciarmi "perché mi abbracci?" le domando mettendo le mani sulla sua schiena,siamo ancora sdraiati sull'erba "perché tu a differenza di tutti mi fai sorridere davvero...e per davvero intendo davvero,sul serio.Non ho mai fatto falsi sorrisi con te,sono sempre stati sinceri...mi ricordo che da piccola  quando incontravo i miei parenti,oppure semplici amici dei miei genitori avevo sempre la testa china,loro mi accarezzavano le guance e sorridevano mentre magari dicevano che carina si vergogna...non avevano niente da sorridere,la timidezza è una brutta cosa,la timidezza è vergognarsi,la timidezza è la paura di non riuscire a piacere alla gente,è composta dal desiderio di piacere,ma anche dalla paura di non riuscirci,la timidezza è un po come un libro chiuso,se non lo apri e sfogli le pagine non saprai mai come è fatto,se è ammaccato,se è nuovo,non lo sai...semplicemente la gente si limita all'apparenza,non hanno il coraggio di scoprire come una persona è fatta nel suo profondo,hanno paura di farsi del male e così rimani sola...e ti chiudi in te stessa,non esci più di casa se non per obbligo,non indossi più i pantaloncini,magliette scollate,non ti fai una coda o una treccia,preferiresti piuttosto morire di caldo d'estate piuttosto che il tuo viso sia visto da altri occhi,ti torturi le mani,e credi che facendo quello che stai facendo nessuno ti noti,quando sei in pubblico preferisci restare seduta,non vai quasi mai a fare shopping,preferisci una chiacchierata su un divano...ecco questo é quanto,e non è bello,è la verità è che la gente non ti capisce,non capisce proprio un cazzo,anche se cercano in tutti i modi di farlo".Rimango scioccato dalle sue parole.

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