Jennifer stava camminando da un pó,non sapeva dove andare,ma aveva bisogno di aria,per quanto fosse comodo il letto,non voleva rimanere chiusa in casa per tutta la sera,voleva trovare un modo per scoprire il nome del ragazzo,ma non riusciva a trovare niente che potesse andare bene.
Lungo il tragitto si sentiva osservata,si era girata varie volte,ma non aveva trovato nessuno,ma era certa,qualcuno la stava pedinando.
Fece tre passi e si giró,altri tre passi e si giró di nuovo,incominció a correre tanto veloce che rimase senza fiato,si nascose dietro un'auto,due ragazzi un tantino piú distanti si fermarono per prendere fiato,non riusciva a capire chi fossero,c'era poca luce e si vedevano solo delle sagome scure,sciolse i suoi capelli che aveva attaccato in una lunga coda e si avvicinó a loro,non aveva per niente paura,anzi usava i suoi capelli come arma,come aveva detto quel ragazzo di cui non sapeva il nome,i suoi non erano semplici capelli,ma sfiorandoli si aveva la sensazione di essere tagliati.
-Chi siete?Cosa volete da me?-,Jennifer era ormai dietro di loro e aveva i suoi capelli stretti in un pugno della mano,-Calma siamo noi-,la voce del ragazzo le arrivó diritto alle orecchi,-Non mi piace essere pedinata-,Jennifer assunse un tono particolarmente minaccioso,i due ragazzi si girarono e con la paura negli occhi fecero un passo indietro,mentre Jennifer si avvicinava a loro,-Ora vi puniró,volete una morte lenta o veloce?-,amava vedere che i ragazzi avessero paura di lei,-Veloce-,Arold era ormai sul punto di svenire,anche se era un uomo,aveva paura di Jennifer,le metteva molta paura,-Stupidi mondani-,Jennifer scoppió a ridere e si allontanó da loro,sia Arold che il ragazzo lasciarono un lungo respiro,-Ho sete,portatemi a bere qualcosa-,La ragazza stava per camminare quando si accorse che i due non la seguivano,-Eddai era uno scherzo-,si avvicinó e li prese per un braccio.
-Che cosa é un mondano?-,chiese il ragazzo una volta entrati in un bar e aver ordinato tre birre,-qualcuno del mondo degli umani,come te e lui-,indicó prima lui e poi Arold,-E tu cosa sei? Non sei una mondana?,esitó a chiedere il ragazzo biondo,e ora cosa avrebbe risposto? Che lei era un Angelo e un Demone da un aspetto umano?,non sapeva cosa dire,non poteva rivelare la sua identitá cosi presto,-Diciamo che sono un essere speciale-,le birre erano arrivate e in due sorsi Jennifer la finí tutta,-Ragazzina vacci piano,non voglio che dopo tua madre ti urli per essere tornata a casa ubriaca-,Arold buttó nel cesto la sua bottiglia e quella di Jennifer,mentre quella del ragazzo biondo,era ancora a metá,-Non sono una ragazzina,e non parlare di mia madre-,infuriata,strappó dalle mani del ragazzo la sua birra e dopo averla finita usci,nessuno poteva parlarle in quel modo,neanche un ragazzino come Arold.-Hai rovinato tutto-,Devid era rimasto dispiaciuto dalla reazione di Jennifer,"FORSE SARÁ SUCCESSO QUALCOSA DI BRUTTO ALLA MADRE",pensó e questo lo fece rattristare,-Scusami,mi ero solo preoccupato,non sapevo che reagiva cosi-,Arold alzó le mani in sua difesa,Devid lo spintonó e corse all'inseguimento dietro alla ragazza,-Ti ho detto che odio essere pedinata-,la voce era acida,erano appena entrati in un piccolo vico,-Non ti sto pedinando,voglio solo scusarmi per le parole del mio amico-,si avvicinó alla ragazza che si era fermata all'improvviso,-Non ti avvicinare-,allungó una mano e dopo di che cadde in ginocchio,urlava e Devid non ne sapeva il motivo e non sapeva cosa fare,non era la prima volta che lo mandava via,ma questa volta lui sarebbe rimasto e la avrebbe aiutata,-Dai andiamo ti riporto a casa-,anche se sapeva che Jennifer odiava essere toccata,se ne fregó,non gli importava se dopo lo avrebbe ucciso,ora la sua missione era riportarla a casa,si sentiva un Angelo Custode.
Dopo che le urla della ragazza cessarono,la aiutó ad alzarsi e dopo averle avvolto un braccio intorno alle spalle,si incamminarono.A Jennifer le doleva il collo,non sentiva le gambe e ogni passo che faceva sembrava avere cento chili sulle cosce,con sua sorpresa il contatto con il mondano,non le diede fastidio,anzi si sentiva come protetta e non sapeva il motivo.
-Siamo arrivati-,la voce usci come un sussurro e dovette ripetere la stessa cosa due volte per farla capire al ragazzo,-Siamo vicini di casa-,le sorrise e la aiuto ad entrare in casa,notó che non c'erano foto,ne di lei,ne della sua famiglia,sembrava che avesse appena traslocato,la aiutó anche a salire le scale e a farla stendere sul grande e morbido letto,-Grazie-,per la prima volta Jennifer gli sorrise ed era un sorriso vero,-Riprenditi,ci vediamo domani a scuola-,la salutó con un cenno della mano e uscì di casa,ora ne era piú che sicuro,Jennifer non lo avrebbe piú odiato.
Entró nella sua casa e dei genitori neanche l'ombra,anche se era felice,si sentiva solo,aveva bisogno di compagnia,prese il telefono e chiamó la prima ragazza che aveva in linea,-Ei bambola ti aspetto a casa tra mezzora-,senza aspettare risposta attaccó,si sedette sul divano e si passó una mano tra i capelli,appena chiuse le palpebre,il viso di Jennifer gli comparve davanti,per lui,lei era sempre stata uno stupendo dipinto in bianco e nero con qualche sfumatura qua e la,un dipinto che anche volendo,non si poteva distruggere,anzi si poteva rendere piú bello,stava per richiamare la ragazza per dirle di non andare,quando bussarono alla porta,sbuffando si alzó e andó ad aprire,quella che si presentó alla porta era una ragazza alta,bionda,curve al posto giusto e con indosso un mini vestitino,-Sono venuta prima,spero non sarai occupato-,sbatté le palpebre cosi veloce che fecero eccitare Devid,senza tanti giri di parole la tiró e la baciò,sarebbe stata una lunga serata.
La sveglia suonó e Devid si alzó contro voglia,la ragazza della sera prima,non c'era,il che non gli dispiaque,fece una doccia rilassante,indossó l'uniforme della scuola e dopo aver fatto colazione andó a scuola,passando davanti alla casa di Jennifer si chiese se si era ripresa,voleva bussare,ma poi si tiró indietro,le avrebbe parlato a scuola.
Appena arrivato Arold gli andó incontro,-Che vuoi?-,si guardava in torno in cerca di quei occhi che mettevano paura,ma non ne trovo neanche l'ombra,-Scusami quante volte te lo devo dire-,Arold si sistemó lo zaino in spalla,-Non devi chiedere scusa a me,ma a lei-,Continuava a guardare,era molto preoccupato,-Non é ancora arrivata,lo faró all'uscita della scuola-,Come Devid anche Arold si guardó in torno,la campanella suonó e i due dovettero andare in classe,sarebbe andata a trovarla dopo la scuola per verificare se le serviva aiuto. Anche se Arold era del quinto anno, conosceva Devid da quando erano piccoli.Jennifer si sveglió con un forte mal di testa,si toccó la cicatrice,per fortuna era tornata alla sua forma normale,sapeva che per andare a scuola era tardi,quindi si lasció ricadere sul letto cercando di dormire,ma non ci riuscì,pensa al ragazzo biondo,a un modo per sapere il suo nome,poi pensó ad Arold,la visione,la discussione nel bar,la missione le stava diventando piú difficile poú di quanto pensasse,mancavano solo sei giorni e se non avesse concluso la missione,sarebbe stata punita fino alla morte,questo pensiero la fece rabbrividire,non voleva essere come gli altri che c'erano stati prima di lei,lei era un vincitore non una vinta,contro voglia si alzò dal letto e andó a lavarsi,indossó un intimó pulito e una tuta per poi andare in salone.
C'era molto ordine,si sentiva a disagio,il caos era stata sempre la sua specialitá,anche se era un Angelo le piaceva vivere nel casino più totale,si fece uscire le ali e incominció a batterle fino a creare un uragano che mise a soquadro tutta la stanza,avrebbe
reordinato alla stessa maniera,l'uragano scomparve quando bussarono alla porta,si guardó in torno e sorrise per poi aprire la porta,il ragazzo biondo era sulla soglia che si dondolava sui piedi,-Ciao ero venuto per vedere...o celo ma cosa é successo?-,entró in casa senza alcun permesso,-Tranquillo metteró a posto io-,chiuse la porta e si avvicinó a lui,-I tuoi non ti urleranno quando vedranno tutto questo?-,indico il divano rotto con le piume che ricadevano sopra,Jennifer si incupí e senza pensare gli scapparono quelle parole che le trafissero il cuore come una lama appuntita,-Vivo da sola,i miei genitori sono morti-,si tappó la bocca un pó troppo tardi,e se ne rese conto quando lo sguardo del biondo passó da preoccupato a rattristato.

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La Ragazza Dai Capelli Bianchi.
ParanormalSulla Terra esiste il male e il bene,tutti noi cerchiamo di convincerci che il male sia solo una parola,ma non é cosi,ci sará un motivo se questa parola esiste,vi convinceró con questa storia che il male si puó combattere se lo si vuole davvero,vi c...