2 capitolo

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Devid era rimasto scioccato da come gli occhi neri di Jennifer,dun tratto siano diventati rossi,rossi come il fuoco,non riusciva a spiegarsi come fosse successo,pensava ancora a lei quando entro in casa,-Sono a casa-,urló,ma non si meraviglió quando nessuno gli rispose,infondo era abbituato all'assenza dei suoi genitori,erano fuori per lavori quasi tutto il giorno e tornavano la sera tardi quando lui dormiva,decise di fare una doccia e di mangiare,il cibo in quella casa non mancava mai e Devid si teneva in forma allenandosi. Indossó una semplice tuta e incominció ad allenarsi,c'era qualcosa in Jennifer che lo inquietava,sapeva che era una ragazza di poche parole,che non voleva essere infastidita,ma non riusciva a capire il perchè dei suoi occhi rossi.

Jennifer era atterrata già da un pò,camminava sulle strada di New York da un pó,pensava ad un modo per scoprire qualcosa sul ragazzo che le era stata assegnato,non si sarebbe per niente avvicinata a lui,le dava fastidio anche la sua ombra.
Si ripresentó il dolore quando passó avanti ad una villa,qualcosa le diceva che li in quella villa c'era la persona interessata,la persona che avrebbe dovuto pedinare per un pó,non capiva perché al suo Padrone interessasse,infondo é solo un mondano.
Il dolore si fece piú atroce e lei cadde in ginocchio,non le era mai successo prima,era stata affianco agli Angeli,ma tutto ció non gli era mai capitato,tese la testa in avanti e cominció a respirare faticosamente come se avesse appena finito di correre una maratona,non sapeva cosa fare,aveva rifiutato l'aiuto di un passante.

Devid aveva appena finito il suo allenamento,ed era deciso di farse una corsetta prima di dedicarsi allo studio,infondo erano solo le quattro,si cambio la maglia e usci di casa,non faceva altro che pensare agli occhi rossi di Jennifer,era paura quella che provava e se ne rese conto quando la vide inginocchiata a terra ai piedi di un marciappiede,voleva avvicinarsi,ma aveva il timore di rivedere i suoi occhi,ma Jennifer non riusciva ad alzarsi,la vide barcollare e poi ricadere,preso dalla paura si avvicinó,-Vuoi un aiuto?-,la fissava dal basso,i capelli bianchi della ragazza cadevano sul marciappiede come un mantello,si pizzicavano le mani dalla voglia di toccarli,ma esitó,aveva davvero paura,-Acqua-,la ragazza tossí,Devid pensó avesse l'influenza,-Andiamo ti porto in casa-,fece per avvicinarsi ma poi si allontano,-Ce la faccio da sola-,si appoggió ad una panchina e si alzó,fece di tutto per mantenersi in piedi mentre attraversava la strada e entrava nell'enorme villa,-Ecco a te-,Devid le passó il bicchiere con l'acqua,sfioró delicatamente la sottile mano di Jennifer e si sentì un brivido percorregli la spina dorsale,"MA COSA MI STA SUCCEDENDO IO SONO UN DONNAIOLO",pensó tra se e se,ma doveva riconoscere che quella ragazza anche se faceva paura,verso di lei un pó di interesse c'era.

Jennifer continuava a bere la sua acqua, quando si accorse ce Devid la stava osservando,-Che vuoi?-,posó il bicchiere sul tavolino difronte a lei e si tocco la cicatrice,le doleva,le sembrava di avere un coltello conficcato dietro al collo,-Un grazie bastava-,il ragazzo sbuffó ma a Jennifer non importava,voleva andare via ora che si sentiva meglio,-Io vado-,si alzó con tutte le sue forze e si avvió verso la porta,non voleva stare un minuto di piú con un mondano,anche se il mondano li avanti gli era stato assegnato dal suo Padrone,-Aspetta-,la bloccó toccandogli la spalla ma subito ritrasse la mano,-Cosa ce?,ho da fare-,si stava trattenendo da non dargli un altra frustata con i suoi lunghissimi capelli,ma esitó,sarebbe stata un altra piuma persa e chi lo sá,sarebbe toccata ad una piuma bianca,degluti al sol pensiero,-Esci con me dai-,Jennifer alzó gli occhi al cielo,sapeva che se non avrebbe accettato,le sarebbe ronzato in torno per sempre,-Solo se poi mi lasci in pace-,gli puntó un dito contro e lui annui,-Torno tra dieci minuti,tu fa come se fossi a casa tua-,scomparve su una rampa di scale.
Jennifer si guardó intorno,voleva far spuntare le ali e creare un grosso uragano sbattendole,voleva mettere quella grossa scatola che tutti chiamano casa,sotto sopra,ma non poteva far vedere le ali a un mondano; si soffermó a guardare una foto,un bambino biondo abbracciato a una signora dai capelli rossi e a un signore dai capelli neri,"NON SI ASSOMIGLIANO",pensó,-Sono i miei genitori-,Devid ci aveva messo davvero 10 minuti,-Capito-,distolse lo sguardo dalla foto e osservó il ragazzo,anche se era un mondano,doveva ammettere che era bello con indosso una maglietta bianca e pantaloni neri,-Ti piace il gelato?-,chiese mentre indossava le scarpe,-Il cosa?-,Jennifer non aveva mai sentito parlare di quella parola,ma ne era fortemente attratta,-Gelato,non ne hai mai sentito parlare?-,Devid prese le chiavi di casa e se le portó in tasca,-No-,disapprovó con la testa,ora si che si era messa nei guai,ora di sicuro l'avrebbe riempita di domande,ma si meraviglió quando non accadde,-Andiamo,conosco una gelateria buonissima-,si chiusero la porta alle spalle e si incamminarono.
Il cielo era passato da un chiaro celeste,ad uno scuro e tenebroso cielo griggio,Jennifer sperava che piovesse,era l'unica cosa che della Terra le piaceva,adorava le piccole goccie d'acqua bagnargli il viso,erano come anime cadute dal cielo.

Devid era contento di aver avuto l'occasione di uscire con Jennifer,per un momento aveva smesso di pensare agli occhi rossi di Jennifer,ma ora che erano soli,la paura stava tornando,-Questa é la gelateria,scegli i gusti-,gli mostró la vetrina piena di gusti,osservó come Jennifer li guardava e sembrava stesse sbavando,-Non sai scegliere vero-,continuava a fissarla,-No-,Jennifer si morse un labbro e Devid si incantó,-La specialitá del giorno-,si rivolse al gelataio e lui annui,la portó ad un tavolo e la fece accomodare,si stava comportando da vero gentiluomo.

Jennifer non faceva altro che guardare fuori dalla finestra,le goccie d'acqua che gli ricadevano sopra,la facevano stare bene,sicura in questo mondo che lei riteneva matti,-Mi hai sentita?-,solo ora si rese conto dell'arrivo del gelato e di Devis che gli parlava,prese il piccolo cucchiaio e se lo portó alla bocca,gli sembró che le sue ali stessero comparendo,il gelato cosi chiamato era davvero buono,-é buonissimo-,si asciugo la bocca,era arrivato il momento di parlare e di scoprire qualcosa,-Parlami un pó di te-,si sforzó di sorridere,cosa che non faceva mai,-sai giá che abbiamo la stessa etá,che vivo con dei genitori assenti,e che mi chiamo...-,stava per dire il suo nome ma Jennifer tossí,un pó di gelato le era andato di traverso,-cosi mi farai morire-,le porse un pó di acqua e Jennifer tornó a respirare come prima,-non farlo piú-,si passó una mano tra i capelli,-fare cosa?-,uno dei cuori era ripreso a battere regolare,perché lei ne aveva due siccome era sia Angelo che Demon,-stamattina hai fatto gli occhi rossi,mi sono spaventato molto-,Jennifer non potè fare a meno di guardarlo ad occhi sbarrati,come poteva aver visto i suoi occhi rossi,nessuno poteva vederlo,un mondano sopratutto,voleva delle spiegazioni dal suo padrone,-Devo andare,grazie per il gelato-,corse via e battendo le mani fece uscire le ali e voló via prima che potesse vederla il ragazzo.

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