Tre erano le cose che avrei voluto fare e che non avrei mai avuto il coraggio di metter in atto:
1) Fare bungee-jumping il giorno del mio compleanno;
2) Farmi un tatuaggio sul polso;
3) Prendere un ago e sgonfiare le tette nuove di Allison.Per la prima B- della sua vita i suoi genitori le avevano concesso un desiderio da esprimere; non importava quanto fosse folle o costoso, purché non venisse attaccata la loro fama in città avrebbero fatto di tutto per la loro unica figlia. Ci mancava solo che facessero uscire la notizia su tutti i quotidiani e comprassero un cartellone pubblicitario per rendere tutti partecipi del grande avvenimento.
Quella testa bacata della mia amica decise di rifarsi il seno, come se la terza abbondante che già vantava non fosse abbastanza. E' come se da un giorno all'altro ti svegli e i tuoi capelli non assomigliano più ad un nido di uccelli, con l'unica e importante differenza che i ragazzi prestano più attenzione ad alcune parti anatomiche piuttosto che ad altre e non ti fanno mica i complimenti per la tua chioma.
Forse erano le poche ore di sonno che avevo alle spalle, forse c'entrava il fatto che avevo ignorato e sue chiamate il giorno precedente e mi aspettavo una sua sfuriata, ma non appena vidi i due palloni nuovi di zecca sbattei la testa contro l'armadietto e mi procurai un bernoccolo.
«Che ne pensi? Non sono magnifiche?», mi chiese retoricamente Allison stringendo le braccia al petto per farle risaltare.
«Sono grandi », risposi senza entusiasmo massaggiando il punto in cui mi ero fatta male.
«Tutto qui? Sono grandi», scimmiottò la mia voce ed iniziai ad innervosirmi.Voleva che le dicessi che mi sembrava ancora di più il prototipo della ragazza che puntava tutto sull'aspetto esteriore perché aveva il cervello della grandezza di una nocciolina?
«O mio Dio! Ti sei rifatta il seno! Ma è grandioso», simulai entusiasmo e mi coprii la bocca con le mani, «ti va bene ora?», alzai un sopracciglio, presi il libro di letteratura inglese e chiusi l'armadietto con più forza del necessario. «Ho lezione ora»
Provai di nuovo la soddisfazione di lasciarla sola nel corridoio che urlava il mio nome e, cavolo, era la cosa migliore che avessi mai potuto sentire.Ritornando al mio desiderio numero tre, a scuola la notizia su era diffusa velocemente, aveva sostituito l'ultima avventura di una notte del nostro grandioso capitano della squadra di football e si diramava a macchia d'olio.
Non ero invidiosa, lo giuro, ero piuttosto fiera della mia seconda e non sarei mai ricorsa alla chirurgia estetica. Il problema era che, girando al fianco di Allison durante la pausa pranzo, riuscivo a sentire gli sguardi puntati su di me e sudavo freddo all'idea di essere paragonata a lei.Un ago mi avrebbe senz'altro fatto comodo in quel momento.
Entrammo nella mensa già piena, nonostante la campanella fosse suonata solo cinque minuti prima, e andammo al tavolo che occupavamo sempre, dove ci aspettavano alcune compagne di corso e gran parte delle cheerleaders.
Tracy mi rivolse un sorriso caloroso quando mi sedetti al suo fianco, anche se si vedeva lontano un miglio che non stava bene per niente. Era pallida, aveva gli occhi rossi e gonfi come due palline da tennis e delle occhiaie scure che facevano a gara con le mie e le battevano alla grande. Rimaneva lo stesso una bella ragazza, forse una tra le più belle che avessi mai conosciuto.
Feci scivolare sul suo vassoio un Twix per farle capire che ero disponibile ad ascoltarla, nel caso in cui avesse voluto qualcuno con cui parlare, e iniziai a mangiare il sandwich che avevo portato da casa.
All'uscita di scuola tra i numerosi ragazzi che correvano fuori dal cancello scorsi il ragazzo con il cappuccio che era entrato nel bagno delle ragazze. Era schivo, si teneva alla larga dalla massa indisciplinata e a passo svelto si unì ad un gruppetto formato da ragazzi e ragazze vestiti di nero e l'aspetto di chi ce l'aveva con il mondo intero.
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Amami nonostante tutto || l.h. [ In pausa ]
Fanfiction«Regola numero uno: mai affezionarsi ad uno di loro»