Il momento della giornata che odiavo più in assoluto era la notte. Da quando avevo 11 anni avevo iniziato a soffrire d'insonnia, prima occasionale, capitava una volta ogni tre settimane, più o meno, poi era diventata cronica. Facevo fatica ad addormentarmi, mi rigiravo inutilmente nel letto e le poche volte in cui ero fortunata riposavo per tre, quattro ore al massimo.
Quella notte non fu diversa dalle altre. Dopo la conversazione con mio padre che durò fino a tardi salii in camera mia e mi attrezzai di laptop, cuffiette e bottiglietta d'acqua e mi gettai a capofitto nella nuova stagione di The Vampire Diares. Era il mio modo per combattere la noia e anche per rifarmi gli occhi grazie a quel gran figo di Ian Somerhalder.
Alle due decisi di spegnere tutto, provai a chiudere gli occhi e mi avvolsi nelle coperte dalla stampa con piccoli elefanti celesti e rischiai di morire di caldo. Mi scoprii e contai le stelline fosforescenti che avevo attaccato al soffitto per sentirmi meno sola in momenti del genere.
All'improvviso la porta cigolò e la testa di mio fratello sbucò dalla piccola fessura che aveva creato.
«Non dormi?»
Scossi la testa nella stanza scarsamente illuminata dai raggi della luna che penetravano dalla finestra e gli feci segno di entrare. Mi addossai alla parete e gli feci spazio per affinché mi stesse accanto nel letto ad una piazza e mezzo. Le molle scricchiolarono sotto il suo peso e non perse tempo per abbracciarmi.«Piccola Hals, cosa c'è che non va?», sussurrò accarezzandomi i capelli con movimenti lenti e rilassanti.
«Non lo so con precisione», sospirai. Stretta in quell'abbraccio confortante diedi voce ai pensieri che mi frullavano in mente da un po'. «Sento come se stessi sprecando il mio tempo»
«In che senso?»Non c'erano segreti tra me e mio fratello. Potevo dire ciò che pensavo liberamente senza essere giudicata e potevo comportarmi come una ragazza normale. Ero la vera Halsey e iniziavo a chiedermi se mai avessi trovato qualcuno con cui non avrei finto. Finto di essere la ragazza perfetta, la secchiona, l'amica carina di Allison, la cheerleader verginella, l'incubo che non mi permetteva di essere in pace con me stessa.
«Hai mai desiderato essere diverso da come sei? Non avere sulle spalle il peso delle aspettative di quelli che ti circondano?»
Il suo petto si alzò e si abbassò sotto la mia guancia quando sospirò e rimase in silenzio, forse pensando a cosa dire.
«Fino a qualche anno fa volevo essere ciò che gli altri volevano che io fossi. Ero diventato a poco a poco una copia sbiadita di me stesso solo per piacere, per essere accettato. Ricordi il periodo delle sigarette nascoste nei cassetti della biancheria?»
Annuii e arricciai il naso al ricordo; le nascondeva anche nei miei e ci mancò veramente poco che mia madre scoprisse tutto.
«Beh, è una delle tante cose di cui mi vergogno di aver fatto per entrare nel giro», concluse con voce dispiaciuta.
«E ora come va?», chiesi sperando vivamente che tutto andasse meglio. Si meritava solo il meglio e non solo perché era mio fratello.
«Dopo il trasferimento ho incontrato persone che mi accettano così come sono e non pretendono che segua stupide regole. Con loro e con te sono il vero Mikey»
«Sei stato fortunato ad incontrarli», mormorai non senza un pizzico di genuina invidia. Ero felice che si trovasse bene e al tempo stesso volevo essere al suo posto. Giorno dopo giorno la mia vita stava assumendo le forme dell'inferno. Gli unici momenti di tregua erano quelli che passavo nella casa famiglia.
«Sono più che sicuro che troverai qualcuno con cui sarai te stessa, Hals. Ti giuro che sarò sempre al tuo fianco e non permetterò mai a nessuno di farti sentire fuori luogo»Sorrisi mentre gli occhi mi si inumidivano e strinsi le braccia intorno al suo torace.
«Ti voglio bene Mikey», sussurrai con voce rotta.
«Anche io Hals, non puoi immaginare quanto»
Mi lasciò un bacio sulla testa e ci coprì entrambi con le coperte. Chiusi gli occhi grata di avere il miglior fratello del mondo e mi addormentai.
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Amami nonostante tutto || l.h. [ In pausa ]
Fanfiction«Regola numero uno: mai affezionarsi ad uno di loro»