Costante fissa

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Mentre la professoressa di letteratura spiegava Shakespeare e le tematiche del Mercante di Venezia, il cellulare mi vibrò nella tasca dei jeans e lo presi cercando di non farmi scoprire.
Era un messaggio da parte di Calum e sorrisi istintivamente, come mi capitava da un po'.

Immagino che tu ti stia annoiando.

Non direi così, Shylock e Antonio sono personaggi davvero interessanti, risposi subito.

Controllai se Mrs Jonan si fosse accorta di qualcosa, ma era talmente assorta nella spiegazione da non far caso a nessuno, nemmeno al ragazzo che si era appisolato sul banco.
Il più delle volte era piacevole ascoltare le sue lezioni, era una donna ancora giovane e appassionata alla materia che insegnava, tranne quando entrava nel suo mondo fatto di ideali e sogni e non ne usciva fino al suono della campanella.

Si vede, stai per addormentarti sul banco ;)

Mi guardai intorno alla ricerca di un famigliare paio di occhi castani o di una zazzera di capelli neri e lui era lì, dietro la porta, a farmi segno di uscire con la mano.
Scossi la testa e chiesi il permesso di andare in bagno. La prof mormorò qualcosa di simile ad un sì e corsi fuori mentre alcuni studenti mi lanciavano occhiatacce perché prendevo una pausa.

«Non dovresti essere a Calcolo 3?», gli andai incontro con le mani nelle tasche della felpa.
«Dovrei, ma mi mancavi. Oggi non ci siamo salutati come si deve», mi prese per i fianchi e mi tirò a sé, depositando un rapido bacio sulle mie labbra.
«Siamo in mezzo al corridoio, Cal», lo ammonii bonariamente e fingendo di essere arrabbiata.

Avevamo deciso di provare ad essere qualcosa di più che amici e procedere con calma per vedere come sarebbe andata. O, almeno, questo era ciò che avevo in mente io e che a Calum non andava molto bene. Per lui non c'era motivo di aspettare, sapevamo molte cose l'uno dell'altra e stavamo bene insieme.

Ciò che mi frenava era la consapevolezza che a lui piacevo troppo.
Avevo capito che la ragazza di cui aveva parlato alla tavola calda settimane prima ero io e ci ero rimasta di sasso. Non avrei mai creduto di poter interessare davvero ad un tipo come lui.

Dopo la nostra prima uscita c'erano stati altri appuntamenti, alcuni piacevoli, altri un po' meno, ma non dipendeva da lui.
Il mio preferito in assoluto era stato il cinema all'aperto in un paesino ad un'ora di distanza dalla nostra città e fu carino da parte sua saltare gli allenamenti di football per portarmici. Il coach non gli permise di giocare per il primo tempo della partita di quella settimana, ma mi confessò che l'avrebbe fatto ancora solo per vedere il mio sorriso sincero e il mio naso rosso dovuto al freddo. Sapeva essere dolce e spiritoso al tempo stesso.

Ovviamente non era tutto rose e fiori: c'erano giorni in cui la mia eccessiva acidità e la sua stronzaggine prendevano il sopravvento e non ci parlavamo per ore intere, oppure giorni in cui litigavamo perché avevamo opinioni contrastanti sul nostro rapporto e attribuivamo all'altro la colpa di star perdendo tempo.
La cosa positiva era che non andavamo mai a letto senza aver fatto pace e aver riconosciuto le nostre responsabilità. Eravamo molto maturi per essere solo degli adolescenti in preda alle insicurezze più totali e ai drammi esistenziali.

Allison ci definiva «la coppia di sposati» e riceveva sempre un'occhiataccia da parte mia e un ghigno da parte di Calum.

«Oh, andiamo, non c'è nessuno qui fuori. Sono tutti a lezione», mi rubò un altro bacio e non riuscii a nascondere un sorriso.
Mi piaceva e anche tanto. Era quel genere di ragazzo che non mancava mai di farti ridere e farti sentire speciale.
«Ci vediamo questa sera alla festa?», tenne le mani sui miei fianchi e sentii un formicolio piacevole nei punti in cui mi stava massaggiando.
«È impossibile dire di no a te e ad Allison. Quando vi mettete d'impegno formate la squadra perfetta», sbuffai e mi imbronciai perché non avevo voglia di passare il venerdì sera a casa di qualcuno che nemmeno conoscevo.

Amami nonostante tutto || l.h. [ In pausa ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora