Senza il minimo preavviso, Allison si presentò sulla porta di casa mia la mattina dopo il luna park.
Si fece largo prepotentemente, com'era suo solito, salutandomi con un grugnito dal momento che ero ancora in pigiama, e si diresse spedita in camera mia. I tacchi degli stivaletti di pelle che indossava risuonavano nel corridoio e con un sorrisetto abbassai lo sguardo sulle mie pantofole pelose – erano molto più belle e sicuramente più comode delle sue scarpe.
«Ciao Michael», salutò con voce da gatta morta attraverso la porta e alzai gli occhi al cielo. Ero sicura al cento percento che mio fratello stesse ronfando nel suo letto: la sera prima era andato ad una festa di ex liceali ed era ritornato all'alba, chiamandomi affinché gli aprissi la finestra della cucina per farlo entrare senza essere beccato dai nostri genitori.
Era grosso e vaccinato, ma aveva paura delle strigliate di mia madre, come se fosse ancora un bambino.Seguii Ally in silenzio e mi preparai mentalmente alla predica che stava per arrivare.
Era passato non troppo tempo da quando aveva detto le fatidiche parole «Noi due dobbiamo parlare», era addirittura in ritardo rispetto a tutte le volte precedenti.La mia amica spalancò la porta e guardò con occhio critico la stanza disordinata, si sedette sul letto e accavallò le gambe.
«Allora, di cosa si tratta questa volta?», appoggiai la spalla allo stipite della porta e la guardai un po' seccata.Odiavo il fatto che mi rivolgesse la parola solo per criticare ciò che dicevo o facevo. Era basata su questo la nostra amicizia: silenzi pesanti, carichi di parole non dette, commenti sarcastici pronunciati a voce bassa, ma udibili lo stesso, occhiatacce e musoni messi su quando la tenevo all'oscuro di qualcosa. Nonostante questi aspetti negativi, però, c'erano momenti in cui ero contenta di averla come migliore amica; come quando ci capivamo con un solo sguardo e iniziavamo a ridere come cretine.
«Ho saputo da Lisa, che l'ha saputo dal cugino del migliore amico di suo fratello, che tu e Mr. Perfezione siete usciti insieme ieri», si concentrò sulla sua manicure appena fatta e tacque.
«E per questo non potevi semplicemente chiamarmi?»
Sbuffò e mi lanciò un'occhiataccia. «Voglio il resoconto. Ora», alzò un sopracciglio in attesa ed iniziai a provare qualcosa di simile all'odio nei suoi confronti.
«Preferirei che rimanesse una cosa tra me e Calum», mi strinsi nelle spalle sedendomi sulla sedia girevole.
«Oh, andiamo! Che gusto c'è a tenere tutto per voi? Sono la tua migliore amica, dovrò contare pure qualcosa»
Sospirai sconfitta, la carta della migliore amica la giocava sempre quando voleva ottenere qualcosa.«Mi ha portata nel luna park a tema natalizio ad un'ora di distanza da qui –accennai un sorriso al ricordo- ci siamo divertiti molto e mi ha chiestodiesserelasuaragazza», dissi di fretta l'ultima parte e chiusi la bocca di scatto, in attesa di una sua reazione.
«Ti ha chiesto COSA?!», si alzò dal letto ed iniziò a saltellare per tutta la camera presa dall'euforia.
Mi abbracciò stretta ed emise dei versetti che mi perforarono i timpani, mentre io le davo delle pacche sulla spalla. Non era esattamente ciò che mi aspettavo sebbene sapessi che la sua più grande aspirazione era vedermi in coppia con Calum da tempi immemori. Era una reazione esagerata, sembrava quasi che mi stessi per sposare con lui -cosa a cui tra parentesi non pensavo nemmeno.Tutto terminò quando alla parete risuonarono dei pugni e delle lamentele insistenti. Povero Michael, Allison l'aveva svegliato con le sue urla da ragazza pon pon.
La mia amica si staccò da me e ritornò a sedersi, come se il richiamo di mio fratello le avesse fatto ritornare un po' di sale in zucca.
«Nonostante sia venuta anche per parlare di te e Calum, non sono qui solo per questo», arricciò le labbra rosse guardandomi con aria di rimprovero.
Sospirai e appoggiai il gomito sulla scrivania e il mento sul pugno chiuso.
«Spara»
«Ho notato che conosci Hemmings», iniziò scrutandomi.
«Luke? –la guardai con un sopracciglio alzato- che c'entra lui adesso?»
Ero confusa e non lo nascondevo nemmeno, non c'era nessun nesso tra i due ragazzi.
«Luke? –scimmiottò la mia voce- ma ti senti quando parli? Sembra che abbia toccato un tasto dolente», giocò con una ciocca dei suoi capelli. Evitai di rispondere alla frecciatina e la incitai a continuare con un gesto della mano.
«Non dovresti rivolgergli la parola, non è un bravo ragazzo»
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Amami nonostante tutto || l.h. [ In pausa ]
Fanfic«Regola numero uno: mai affezionarsi ad uno di loro»