«Il giorno in cui Kim arrivò alla casa famiglia era chiaro che avrebbe preferito restare nella casa vuota che aveva condiviso da sola con i fratelli per un po' di tempo. Quando l'assistente sociale portò nella sua nuova stanza le valigie, la ragazzina era spaesata e teneva strette le mani dei fratelli, come se fossero le uniche cose che le erano rimaste. Era così in realtà.
Qualche mese prima la loro madre aveva abbandonato la famiglia ed era scappata senza lasciare tracce di sé, quasi non fosse mai esistita.
Ed Foster, il genitore rimasto, aveva iniziato a sviluppare un sentimento di disprezzo per i tre figli, credeva che fossero la causa per cui sua moglie se n'era andata. Cominciò a venir meno ai suoi doveri, a trascurare i bisogni dei ragazzi da poco adolescenti, fino al momento in cui lasciò del tutto i suoi familiari e scomparve.
Se non fosse stato per i vicini di casa, Kim, Aaron e Ayden sarebbero rimasti da soli nell'appartamento in cui avevano vissuto gran parte della loro vita. L'assistente sociale ha tenuto a precisare che la corrente era stata staccata e che i ragazzi non avevano alcuna possibilità di durare ancora per molto al freddo, se non fosse stato per una vicina di casa particolarmente solidale che ha fornito loro pasti e posti letto»Più leggevo le parole scritte dalla signora Collins, più un peso mi trascinava in un abisso di dolore e sofferenza.
La mia tesi si era rivelata corretta: Km era davvero stata abbandonata dalle persone che le erano vicine ed era giustificabile l'amarezza che era trasudata dalle parole che mi aveva rivolto.
Ma non era ancora finita, il meglio era stato lasciato per la fine.«Sebbene nelle prime settimane Kim si sia mostrata assente, quasi come se non si trovasse sul serio insieme agli altri ragazzi, grazie all'aiuto della psicologa e dei fratelli è riuscita a venir fuori dal suo guscio e a rivelarsi come una ragazza solare. Ha legato molto con Jordan (vedi scheda sotto lettera M) -era appuntato a matita sopra il nome- ed è nata un'amicizia stretta. Dove c'era lei c'era anche lui e viceversa. Tutto andava per il verso giusto, fino a quando una famiglia, dopo numerosi incontri e il riconoscimento di idoneità, decise di prendere in affidamento uno dei nostri bambini e scelse proprio Jordan. Per Kim seguì un periodo disastroso, scandito da frequenti pianti e incubi. Per l'ennesima volta sentiva di essere la causa per cui una persona a cui voleva bene se n'era andata»
In basso a destra, in corsivo, c'era scritto sindrome riscontrata dalla dottoressa Simmons: sindrome da abbandono.«Che stai facendo?»
Sobbalzai per lo spavento quando Luke apparì sulla soglia della porta in tutta la sua strafottenza.
«Niente», risposi in fretta e chiusi i fascicoli affinché non capisse di cosa si trattava.Rimase per qualche secondo a fissarmi, poi entrò nella stanza e si sdraiò sul divanetto posto sotto il muro con le fotografie, senza spiccicare una parola.
Scossi il capo, non trovando una motivazione logica al suo comportamento, e misi a posto la cartella, in parte infastidita in parte sollevata per non aver potuto leggere di più.Sentii il suo sguardo puntato sulla schiena, una sorta di presenza indesiderata che mi rendeva parecchio irrequieta.
Era strano il modo in cui reagivo se mi trovavo nella stessa stanza con Luke: era come se il mio autocontrollo e la mia ragione evaporassero e lasciassero spazio ad una me insulsa che balbettava o rimaneva immobile nella speranza che non mi notasse. Era la prima volta che mi capitava ed era terribile sotto ogni punto di vista.Richiusi il cassetto e mi avviai verso l'uscita, tanto l'apice della nostra conversazione era già concluso.
«Che c'è fra te e quel ragazzo?», chiese all'improvviso con lo sguardo rivolto agli strappi sulle ginocchia dei suoi skinny jeans neri.
«Che ragazzo?», mi lasciò perplessa la sua domanda e per un breve istante pensai che in realtà non gli importasse davvero la mia risposta; doveva essere il suo modo di rendermi nervosa. Scossi impercettibilmente il capo e mi concentrai di nuovo su di lui.
«Oh, andiamo, sai a chi mi riferisco», mi schernì e alzai gli occhi al cielo. Era così fastidioso e mi stava facendo sprecare del tempo importante.
«Se ti riferisci a Calum, siamo amici»
«A me non sembra», alzò gli occhi color del mare in tempesta e mi sentii come un naufrago immersa nella loro profondità. Dannazione, occhi così belli non ne avevo mai visti.
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Amami nonostante tutto || l.h. [ In pausa ]
Fanfic«Regola numero uno: mai affezionarsi ad uno di loro»