Sapevo che c'era qualcosa che non andava.
Il modo stizzoso in cui mia madre imburrava le fette biscottate rigorosamente integrali, il cruccio di mio padre sulla fronte mentre leggeva il giornale e lo sguardo preoccupato di Michael al mio fianco erano chiari segnali.Girai il cucchiaio nella tazza dei cereali e presi un bel respiro.
«Cos'è successo?», chiesi al limite della sopportazione.Per quanto amassi il silenzio, quello era veramente troppo. Era come se si fossero messi d'accordo per tenermi sulle spine ed era una sensazione davvero spiacevole.
«Diccelo tu», prese parola mia madre con uno strano tono di accusa.
«Teresa, ti prego», la ammonì mio padre e corrugai la fronte in attesa che uno dei due continuasse.
«Ci ha chiamati Joy ieri sera, prima che andassimo a letto. Sappiamo della scena a cui hai dovuto assistere», spiegò papà passandosi una mano tra i capelli biondo scuro con qualche sprazzo di grigio.
«Oh», fu tutto ciò che dissi e deglutii il groppo che avevo in gola.Erano venuti a conoscenza della visita indesiderata del padre di Soph e non avevo idea di ciò che avrei dovuto fare.
Avevano bisogno che li rassicurassi sul fatto che stavo bene? O dovevo dir loro quanto ero spaventata che potesse accadere di nuovo?
No, non sarebbe servito a niente confessare la paura che avevo provato, avrebbero di sicuro trovato un modo per tenermi lontana dal centro.Guardai mia madre, che si mordeva l'interno della guancia e mi accorsi che era l'unica a non conoscere del mio impegno pomeridiano -sempre che mio padre non l'avesse avvisata.
«Se non ce l'avesse detto Joy, l'avremmo mai saputo da te?», mi chiese concentrata su una macchia di marmellata sulla tovaglia.Non risposi e calò su di noi un silenzio pesante e fastidioso.
Mia madre capì da sé la risposta e quando sollevò gli occhi e li fissò nei miei vi lessi quanto più si avvicinava alla delusione.
Fece strisciare la sedia sul pavimento e andò a prepararsi per il lavoro.Ero distratta a scuola, non riuscivo a concentrarmi sulle parole dei professori, ancora scossa dal discorso, se così si poteva definire, con i miei genitori.
Era la prima volta che mia madre si alzava dalla tavola senza proferir parola e senza terminare la sua colazione. Di solito salutava me e mio fratello con un gesto della mano e con l'augurio di passare una buona giornata, ma quella volta fu diverso.
Rabbrividivo al ricordo del suo sguardo e mi sentivo tremendamente colpevole, come se le avessi fatto il peggiore dei torti.La campanella interruppe la mia autocommiserazione e buttai nello zaino i libri e l'astuccio, scappando dall'aula più veloce che potevo.
Andai in bagno e trovai un po' di lucidità dopo aver bagnato il volto con dell'acqua fredda.
Non so perché specchiandomi pensai di vedere il riflesso di Luke; erano un paio di giorni che non si faceva vivo a scuola.Non che l'avessi notato di persona e me ne dispiacessi, era il professore di storia che ogni volta che faceva l'appello si fermava sul cognome Hemmings, lo ripeteva più volte e scuoteva il capo, come a dire 'non ci siamo proprio'.
Forse credeva che il ragazzo avrebbe cominciato a seguire le sue lezioni.Asciugai le mani con un pezzo di carta e sistemai meglio le cinghie dello zaino in spalla, poi mi incamminai per i corridoi semivuoti a causa della pausa pranzo.
Entrai in mensa e raggiunsi il tavolo presso cui si trovavano Allison e le cheerleaders. Non mi sfuggirono le occhiate che alcuni ragazzi mi rivolsero per un motivo a me sconosciuto, ma come al solito strinsi i denti e mi lasciai cadere sulla scomoda sedia di plastica rossa.Il posto alla mia destra fu occupato da Calum e roteai gli occhi. Ovviamente quel posto era riservato a lui. Decisi di mettere da parte il rancore per il quasi-bacio della partita di football e cercai di restare indifferente al suo sguardo da cucciolo bastonato.
Sembrava pentito -non sarò mai in grado di stabilire se lo fosse in realtà o se fosse solo finzione- e lo perdonai; la vita aveva in serbo per me cose più gravi per cui serbare rancore di un semplice bacetto inesistente.
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Amami nonostante tutto || l.h. [ In pausa ]
Fanfiction«Regola numero uno: mai affezionarsi ad uno di loro»