Primo giorno

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Il weekend antecedente il mio periodo di prova fu occupato da una festa a casa del capitano della squadra di football per festeggiare la prima vittoria della stagione e da una gita di famiglia in un luogo sperduto nei boschi.

Sinceramente, non sapevo quale fosse peggio: non amavo essere un'assidua frequentatrice dei party sfrenati né amavo svegliarmi alle 6 il sabato mattina e vestirmi come se fossero banditi i colori e il mio armadio fosse colmo di pantaloni mimetici e magliette nere a maniche corte. Ma procediamo per ordine.

Allison, la mia migliore amica, mi inviò un messaggio non appena uscii dalla casa famiglia con su scritto: 'Stasera festa. Tu, io e birra a volontà. Sarò da te tra un'ora'. Nient'altro, nessun 'ehi, com'è andato l'incontro?', nessun 'ti va di venire alla festa?'. Un semplice comando che mi fece mordere la lingua mentre mi incamminavo alla fermata dell'autobus. Non volevo iniziare a sclerare in pubblico ed essere presa per pazza.

Dopo essere salita sulla corriera che puzzava di sudore, dopo essermi aggrappata ad una di quelle maniglie piene di germi, dopo aver ascoltato per tutto il percorso le lamentele di un anziano sulla gioventù moderna, scesi a pochi metri da casa mia.

Nel vialetto non c'erano le automobili dei miei genitori e tirai un sospiro di sollievo. Non avrei dovuto subire l'interrogatorio e riferire dov'ero stata, con chi e perché. Salii in camera e buttai a terra il mio zaino senza preoccuparmi di svuotarlo; avrei passato due giorni senza pensare alla scuola e, in più, s'intonava alla perfezione con il caos che regnava sovrano. Accesi la radio e alzai al massimo il volume quando passò la mia canzone preferita, improvvisando un balletto al centro della stanza. Mio fratello fece capolino alla porta e si trattenne a stento dal ridere. Ero consapevole del fatto di sembrare ridicola.

«Ehi Mikey! Come sta andando lo studio?», chiesi abbassando il volume.

«Bene, ho quasi finito. Com'è andato l'incontro? »

Era l'unico, a parte Allison, ad essere a conoscenza del mio piccolo segreto ed ero contenta che se ne ricordasse.

«Alla grande! Inizio lunedì», mi dondolai sui talloni ancora incredula.

«Sono felice per te, Hals», mi abbracciò e mi lasciò un bacio sulla testa, approfittando dei 15 centimetri buoni che avevamo di differenza. Fu il campanello a farci separare.

«Lasciami indovinare: Allison?», si toccò il mento e ridacchiai colpendolo sul braccio.

La mia amica aveva una cotta per Michael dal primo giorno in cui aveva varcato la soglia di casa mia e mio fratello stava giocando a Fifa con la Play. Con il tempo non aveva fatto altro che acuirsi; era passata degli ingenui sogni ad occhi aperti a racconti dettagliati su cosa gli avrebbe fatto in camera da letto e mi rendeva partecipe, come se mi importasse la vita sessuale di mio fratello. Lui, del resto, lo sapeva e non ne aveva mai approfittato, se non per fare qualche battutina durante alcune noiose cene di famiglia.

«Sono in camera se avete bisogno di me»

«Grazie, credo che ce la caveremo da sole»

Sorrise e si rinchiuse di nuovo nella sua stanza, io andai ad aprire la porta e per poco non ricevetti un pugno in faccia.

«Ti è dato di volta il cervello?», le urlai addosso.

«E' da più di un minuto che suono il campanello, ho iniziato a bussare proprio quando mi hai concesso l'onore di aprirmi»

Sorrise acida ed entrò lasciandomi impalata sulle porta. Odiavo quel suo comportamento da mancata diva di Hollywood. Credeva che tutto le fosse dovuto perché i suoi genitori erano personalità importanti in città e di conseguenza a scuola tutti mi ritenevano sua pari dato che la frequentavo. Se avessero saputo cosa realmente pensavo di lei forse mi avrebbero risparmiato un po' di insulti gratuiti.

Amami nonostante tutto || l.h. [ In pausa ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora