Capitolo 10

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*il giorno dopo*
Pov's Emma
Fra circa un'oretta arriva Stefano. Sono un po' in ansia...
Menomale che Fabio è dovuto andare a lavoro, se no come gli avrei spiegato il perché della presenza di Stefano a casa nostra?
Aprii l'armadio per scegliere cosa mettere.
Di solito indosso la prima tuta che mi capita sotto tiro, ma oggi no. Devo mettermi qualcosa di carino per Stefano. So che sono fidanzata, ma è una cosa che non posso controllare: la mia mano oggi si rifiuta di prendere una tuta, così optai per un paio di pantaloncini in jeans un po strappati, con sopra una delle mie solite canotte morbide nere, con la scritta 'Self service' in bianco e ai piedi metto le mie solite Nike.
Mi misi la matita sotto gli occhi e un po di mascara. Perfetto! Ero pronta!
Mi sedetti nel divano aspettando il mio ospite, mentre giocavo con il cellulare.

Pov's Stefano
In mezz'ora mi devo preparare e andare dalla mia Emmina. Oggi la stuzzicherò un pó, tanto so che non mi resisterà tanto a lungo! Spero soltanto che non ci sia anche Borriello in mezzo ai piedi.
Andai in camera mia e iniziai a distruggere l'armadio, buttando per terra tutta la roba che c'è dentro, alla ricerca dell'abbigliamento perfetto per la mia amata. Ok, sono troppo carico...mi devo calmare un po, perché non devo accelerare i tempi. Lei sta ancora con Fabio e non sa che io ho lasciato Belen. E se mi vede sparato verso di lei, magari si spaventa e non vuole più vedermi. E io non potrei vivere un'altra ora senza lei.
Mi sono serviti tre anni per capirlo. Che velocità Stefano! Peró meglio tardi che mai, su!
Il problema adesso è Emma. Perché io mi sono reso conto di amarla più della mia stessa vita, ma lei adesso ha voltato pagina e convive con quello, quindi non so se mi vorrà di nuovo nella sua vita. L'ho tradita due volte, cazzo! Non oso neanche immaginare come si sia sentita...perché se penso a come l'ho trattata mi viene solo una fitta allo stomaco.
Alla fine scelgo un paio di bermuda verdi con tante piccole palme disegnate, una maglia bianca a mó di canotta con una stampa verde e le mie adorate Jordan.
Presi le chiavi di casa e corsi verso la stanza di Davide.
"Davidì sto andando, augurami buona fortuna"
"Ahahah buona fortuna! Ricordati di non spingerti troppo! Fai passo dopo passo, lentamente"
"Certo fratellino, ti voglio bene!"
"Anche io, ma mo vai se no fai tardi!"
"Corro! Ciaoo"
Davide mi salutò con la mano e io corsi in macchina.

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